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LE ACCUSE DEL PENTAGONO

Il Pentagono si è detto preoccupato del rischio di scontri tra gli aerei da combattimento russi e gli apparecchi americani in Siria. Un’ipotesi che potrebbe provocare un grave incidente diplomatico tra Mosca e Washington. Gli incidenti, infatti, si sono moltiplicati nelle ultime settimane: mercoledì, per esempio, due caccia americani F-22 sono stati intercettati da due Sukhoi-25 russi in una zona dello spazio aereo siriano dove non si sarebbero dovuti trovare, secondo il ministero della Difesa Usa. Casi che si moltiplicano nonostante gli accordi verbali tra la Russia e gli Stati Uniti, che guidano la coalizione internazionale anti-Isis, secondo cui i caccia russi debbano restare sulla riva ovest del fiume Eufrate. Ma secondo la Us Force nella regione molti aerei russi hanno recentemente sorvolato la regione orientale del fiume senza avvertire la coalizione. I due Paesi utilizzano una linea di comunicazione diretta per evitare scontri e incidenti, da quando la Russia è scesa al fianco del regime di Damasco nella lotta contro l’Isis e i ribelli. Ma anche lo scorso 15 novembre, due aerei americani A-10 hanno evitato per un soffio la collisione con un bombardiere Sukhoi-24 che è passato a soli 90 metri da loro. Un altro incidente è stato sfiorato il 17 novembre quando due F-22 hanno intercettato un Sukhoi-24 armato che aveva sorvolato tre volte le forze della coalizione e gli alleati siriani e non rispondeva agli appelli radio.

LO SPAURACCHIO DELLA DIFESA RUSSA

Istruttori americani starebbero addestrando i membri del Nuovo esercito siriano composto anche da combattenti dell’Isis nel campo profughi siriano di Al Hasakah. La pesante accusa arriva dal Centro russo per la riconciliazione delle parti in Siria, secondo un comunicato del ministero della Difesa russo riportato da Sputnik. “Nuovi gruppi armati, denominati Nuovo esercito siriano, composti da diversi militanti, sono stati creati in un centro di addestramento nel campo profughi da istruttori statunitensi delle Forze speciali”, si legge nella nota che cita le testimonianze dei rifugiati rientrati nelle aree liberate dall’Isis e che si trovavano nel campo. Secondo questi stessi testimoni alla fine dell’addestramento i gruppi saranno inviati a combattere nel Sud della Siria contro l’esercito siriano. Nel campo profughi ci sarebbero 750 militanti “provenienti da Raqqa, Deir Ezzor, Al Bukamal e la zona est dell’Eurfrate” e di questi 400 sarebbero jihadisti dell’Isis che sono scappati da Raqqa ad ottobre con l’aiuto degli Usa.

daghestan, Putin

Così in Siria Pentagono e Difesa russa si scambiano accuse

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