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“Se noi dovessimo andare a elezioni sul veto a Savona quelli pigliano l’80% dei voti. L’autonomia, la sovranità del popolo italiano […] Speriamo bene”. Sono le parole pronunciate dell’ex premier Massimo D’Alema in una chiacchiera registrata fuori onda con l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso.

I due sono stati “pizziccati” mentre parlavano all’assemblea nazionale di Liberi e Uguali a Roma ed esprimevano preoccupazione – con parole ed espressioni – per lo stallo provocato dal veto del Presidente Sergio Mattarella sulla nomina dell’economista Paolo Savona al ministero delle Finanze e l’Economia.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini non mollano. Sono disposti a tutto, anche ad un ritorno alle urne, ma vogliono Savona alla guida del Mef. Più arrivano critiche dall’Europa, più insistono.

Il leader della Lega si è sfogato con un post su Facebook: “Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati e noi dovremmo scegliere un ministro dell’Economia che vada bene a loro? No, grazie”.

E, almeno sulla nomina dell’economista, Salvini e Giorgia Meloni, sono d’accordo. La leader di Fratelli d’Italia ha detto di essere in linea con la posizione del leader della Lega. “Su Paolo Savona una nuova inaccettabile ingerenza di Mattarella, dopo l’ostinazione a non conferire l’incarico di governo al centrodestra. Ho comunicato a Salvini che Fratelli d’Italia, pur senza aver cambiato idea sul governo giallo-verde, offre il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell’Economia non indicato da Bruxelles. L’Italia è ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione”.

Alessandro Di Battista, ex deputato (e attore non protagonista) del Movimento 5 Stelle, ha scritto su Facebook il suo endorsement per Savona: “Il Presidente della Repubblica ha tutto il diritto di voler concordare alcuni ministri con il presidente del Consiglio incaricato -, ma porre veti sul ministro dell’Economia, malgrado il curriculum eccellente che vanta il dottor Savona lo trovo, da cittadino, assolutamente inaccettabile”.

Più conciliatore è Davide Casaleggio. In un’intervista a margine della Wired Next Fest di Milano il presidente della Casaleggio Associati srl ha dichiarato di essere fiducioso che il presidente del Consiglio e il capo dello Stato troveranno sicuramente una soluzione: “Il tema del governo è in mano a Conte e Mattarella […] Sono fiducioso che siamo vicini a un cambiamento importante del Paese”.

Molti complimenti per la figura di Savona sono arrivati da Francesco Boccia, deputato del Partito democratico ed economista anche lui. In un’intervista al quotidiano La Stampa ha dichiarato che sarebbe un vantaggio a favore del governo e del Paese: “Paolo Savona è una delle migliori personalità del Paese in materia economica […] Da ministro dell’Economia non sarebbe un pericolo, anzi: sarebbe un argine a Salvini […] Credo sia meglio come ministro uno come Savona che non uno debole. Non perderebbe la credibilità costruita in una vita”.
Sfruttando la rete tutti stanno esprimendo il proprio parere sul braccio di ferro (sul nome di Savona). Vittorio Sgarbi, per esempio, ha dichiarato che non conosce la posizione reale “del Presidente della Repubblica, persona colta e intelligente che non può non riconoscere le stesse, benché più vigorose, qualità in Paolo Savona. Paolo Savona è un fuoriclasse ed è l’unico ministro che renderebbe onore a questo governo. Dire no a Savona e sì a Di Maio sarebbe non solo un errore imperdonabile ma una mancanza di rispetto per l’intelligenza, l’esperienza e la cultura economica di Savona”.
Intanto, l’hashtag #VogliamoSavona è rimasto trending topic su Twitter durante la giornata di sabato. E la convinzione che non deve essere la Germania a scegliere il ministro dell’Economia in Italia aumenta la pressione sul Colle.

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