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Mentre Matteo Renzi alla Leopolda ancora non riesce a capacitarsi di come ha perso il referendum di un anno fa, Silvio Berlusconi a Milano ha dato nuovamente prova di giovinezza e di modernità. Aggredendo al cuore i problemi dei trentenni di oggi, tra tecnologie fin troppo avanzate e millennials che fanno fatica a lanciare le loro start up, e lanciando la soluzione al grande incubo dei giorni nostri che spaventa tutte le generazioni: l’immigrazione.

Se già in passato Berlusconi è riuscito ad arginare con abilità il fenomeno – pensiamo all’accordo con la Libia del 30 agosto 2008 – più avanti di tutti, anche del ministro Minniti che sta facendo comunque bene, domenica ha dato ancora una volta la risposta più efficace: un grande “Piano Marshall” per l’Africa. Da implementare subito e che ha due grandi meriti: non solo quello di bloccare le ondate migratorie ma anche di portare sviluppo in aree che ne hanno quanto mai bisogno. Tanto costa uguale, ma almeno si usano bene i soldi. Prevenire è meglio che curare, per dirla con il famoso spot.

Dal male Berlusconi riesce sempre a trarre un bene. E i bambini africani potranno tornare a sognare. Quei sogni che dobbiamo inseguire tutti, qualunque sia la nostra condizione, per migliorare sempre. Perché, se ci crediamo, qualsiasi progetto, anche il più incredibile, diventa possibile. Una mega iniezione di fiducia a cittadini e imprese che dopo dieci anni di crisi ancora troppo spesso faticano a vivere bene e progredire. Del Cavaliere ci si può fidare, lo ha dimostrato in tutta la sua vita: dalla televisione allo sport, nell’edilizia, in finanza e in politica. Financo nelle persecuzioni giudiziarie subite.

A chi gli chiede come finanzierà le sue proposte di politica economica e di welfare quando sarà al governo, dalla Flat tax all’innalzamento delle pensioni minime a mille euro, la risposta è più diretta che mai: “Io metto le mani in tasca e i soldi li ho sempre trovati”. Come dargli torto?

All’onorevole Gelmini e al senatore Romani il grande merito di aver organizzato un brainstorming che ha coinvolto rappresentanti di tutte le categorie produttive e professionali, ognuno dei quali, con le proprie specificità, ha portato riflessioni di altissimo livello al tavolo del confronto. Tutti entusiasti di essere finalmente ascoltati e di poter dare un contributo, di poter essere utili al Paese. Ne è uscito un quadro dell’Italia che fatica ad essere competitiva in Europa e nel mondo, con tassi di crescita e di occupazione nettamente sotto la media degli altri Paesi sviluppati ma che può ripartire e tornare a splendere con le idee giuste e le persone giuste al governo.

A Berlusconi il compito di trasformare le proposte – o meglio, i sogni – in realtà. Oggi è l’unico che può riuscirci. Ha rinnovato talmente tante volte se stesso che ha certamente gli strumenti per rinnovare una volta per tutte anche il Paese. È lui l’astro nascente della politica italiana.

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