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Il rinnovo delle istituzioni europee ci impone una riflessione valoriale, anzi antropologica prima che politica, basata su quell’agenda per la vita a cui ha dedicato attenzioni e riflessioni il network “Ditelo sui tetti”, con la pubblicazione de “La questione antropologica nelle politiche europea” che ho curato insieme a Maurizio Sacconi a Benedetto Delle Site.

Perché si rende imprescindibile promuovere il valore assoluto della vita anche in Europa? In primo luogo perché senza riabbracciare una concezione dell’uomo “tutto intero”, come ci ricordava Karol Wojtyla, l’Europa diventerà una “non-Europa”, in cui la vita fragile verrà sempre più messa da parte su quel che è il nuovo “altare” rovesciato della cultura dello scarto.

In questo senso il volume, che verrà presentato giovedì 23 maggio presso la sede romana del Parlamento Europeo, punta a mettere in risalto le ragioni del declino in corso (che ha nella riesplosione della guerra in Europa e ai suoi confini l’emblema a tutti visibile), innanzitutto individuate nel rifiuto del riconoscimento delle radici cristiane come oggettivamente originanti il contributo peculiare dei popoli europei al mondo e alla storia.

Questo irragionevole disconoscimento ideale, nel sopravvenuto “cambio d’epoca” in cui non vi è più alcuna condivisione sociale di valori, sta lasciando spazio al dilagare di una concezione iper-individualista e ridotta dell’umano. Un umano cui si riconosce valore solo se capace di autonomia, di performance, di successo. Così la vita fragile non merita attenzione, cura. Non vale e può essere scartata. Anzi si vuole il diritto di scartarla , come ha chiesto il Parlamento europeo con la risoluzione dell’11 aprile scorso per il c.d. diritto di aborto.

L’agenda europea per la vita che propongono le associazioni “sui tetti” ha identificato priorità sulla base di una alternativa antropologica diversa, secondo cui la vita ha sempre valore assoluto perché in ogni condizione permane una domanda di senso che mai si spegne e che, quindi, impedisce di farsi padroni della vita stessa.

Dal riconoscimento che l’uomo “è un mendicante di senso” (Antiseri), derivano obiettivi precisi, come, per esemplificare solo alcuni dei molti progetti concretamente proposti, la vitalità demografica, chiedendo che le spese per le famiglia e la natalità siano considerate investimenti e sottratte ai vincoli, la priorità della persona nel confronto con le macchine intelligenti, la tutela e la cura del ciclo naturale di vita, le cure palliative come diritto per tutti secondo il parere del CNB italiano, il radicale cambio di impostazione del Green Deal, perché mai si può ritenere l’uomo in quanto tale “inquinante” l’ambiente. In questo contesto, le associazioni che hanno assieme elaborato l’agenda europea vogliono riaffermare la positiva “eccezione italiana” di cui parlava ancora San Giovanni Paolo II con l’obiettivo di rialzare lo sguardo al mirabile “cielo d’Europa”, della vera Europa.

All’evento del 23 maggio alla sede del Parlamento europeo sono stati invitati anche i candidati alle prossime elezioni europee, con le relative liste, e hanno allo stato annunciato la presenza, fra gli altri, Nicola Procaccini, Co-Presidente di Ecr; Maurizio Gasparri, Presidente del gruppo FI in Senato; Simona Baldassarre, responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega, Olimpia Tarzia e Maddalena Morgante, referenti dello stesso Dipartimento rispettivamente per Forza Italia e Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, Davide Bordoni, Eliseo Iannini, Antonella Sberna, Federica Picchi Roncalli. Altre presentazioni “prepolitiche” saranno proposte anche nelle regioni italiane, cui tutti, specie i candidati, sono invitati per un dialogo pubblico (“sui tetti”, appunto…) sulle ragioni dell’umano su cui saranno chiamati a riflettere innanzitutto i prossimi decisori europei”.

 

Un'agenda europea per la vita. Scrive Menorello (Sui tetti)

La presentazione presso la sede romana del parlamento europeo della pubblicazione di Domenico Menorello, Benedetto Delle Site e Maurizio Sacconi, in occasione del rinnovo delle istituzioni dell’Unione, vuole cerchiare in rosso le ragioni del declino nel rifiuto delle radici cristiane che, nel sopravvenuto “cambio d’epoca”, sta lasciando spazio al dilagare di una concezione iper-individualista e ridotta dell’umano

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