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“Dobbiamo darci obiettivi per l’uscita dal carbone e la dipendenza dai fossili, ma anche una metodologia che sia capace di usare tutta la tastiera dell’innovazione”. E’ quello che ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante la firma dell’accordo fra Eni ed Fca. La posizione dell’esecutivo è stata apprezzata dal capo azienda di Fca: “L’Italia – ha sottolineato Sergio Marchionne – rappresenta un modello da seguire e un esempio quasi unico in Europa. In altri paesi stiamo vedendo favorire l’introduzione di alcune tecnologie a scapito di altre, senza tenere in considerazione l’impatto ambientale complessivo né la reale efficacia degli investimenti richiesti. Al contrario, il governo italiano ha scelto di rimanere tecnologicamente neutrale. Ha fissato obiettivi ambiziosi nella propria Strategia Energetica Nazionale, ma lasciando la libertà di raggiungerli”. Ecco tutti i dettagli dell’intesa fra i due gruppi.

GLI OBIETTIVI DELL’INTESA

L’automotive italiano, prima ancora che sull’elettrico, punta a investire sul gas naturale. Nell’ambito dello switch energetico, se da un lato a livello globale molti colossi scommettono sull’auto elettrica, nel Belpaese, soprattutto per la decisiva spinta di Fca, si guarda con un grandissimo interesse al biogas. I segnali di questa scommessa controcorrente dell’industria italiana si susseguono da tempo, ma intanto da Palazzo Chigi arriva una nuova conferma: martedì gli amministratori delegati di Eni e Fca, Claudio Descalzi e Sergio Marchionne, hanno firmato un memorandum “Insieme per un futuro low-carbon”.

(MARCHIONNE E DESCALZI FIRMANO L’INTESA A PALAZZO CHIGI CON GENTILONI. LE FOTO)

Si tratta del sigillo a una collaborazione che i due colossi hanno avviato da tempo. L’obiettivo è progredire nella ricerca e nello sviluppo di fonti di energia alternative al petrolio e ai combustibili fossili, responsabili sia dell’emissione di buona parte delle polveri sottili che dell’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera. E, conseguentemente, del surriscaldamento globale.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

La strategia punta sul gas naturale. L’accordo è finalizzato allo sviluppo di tecnologie che rendano più versatile il suo utilizzo nell’automotive. Sebbene per il trasporto pesante esistano già soluzioni competitive rispetto al gasolio, per quanto riguarda le automobili la questione si complica. I problemi di natura ingegneristica sono vari. Uno dei più seri è che, allo stato attuale, per il biogas servono serbatoi troppo pesanti, che limitano fortemente le prestazioni. Eni e Fca puntano quindi a studiare nuovi sistemi che consentano di trasportare il gas compresso a pressioni più basse.

(MARCHIONNE E DESCALZI FIRMANO L’INTESA A PALAZZO CHIGI CON GENTILONI. LE FOTO)

Poi c’è il fronte “green”. Come carburante si cercherà di sfruttare, oltre al gas naturale, il metanolo, un alcol ottenuto dallo stesso gas, che abbatte ulteriormente le emissioni. Si avvierà quindi la sperimentazione di una nuova benzina prodotta da Eni, che contiene il 20% di metanolo e bioetanolo. Sarà utilizzata per alimentare alcune vetture della flotta di Enjoy, il car sharing lanciato qualche anno fa da Eni e Fca. In teoria, il nuovo carburante promette di abbattere del 4% le emissioni di Co2.

Infine si cercherà di perfezionare un sistema di stoccaggio temporaneo della Co2 prodotta dalle auto all’interno dei veicoli stessi, limitando quindi la dispersione di anidride carbonica in atmosfera.

IL GOVERNO BENEDICE L’ACCORDO

Le soluzioni, almeno nelle intenzioni dei partner, dovrebbero consentire uno switch energetico graduale, più facile da assorbire per le aziende automobilistiche eppure sufficientemente impattante sul clima da portare benefici ambientali concreti già in un periodo medio-breve.

Il governo ha benedetto l’accordo. “Dobbiamo darci obiettivi per l’uscita dal carbone e la dipendenza dai fossili, ma anche una metodologia che sia capace di usare tutta la tastiera dell’innovazione” ha affermato il premier Paolo Gentiloni.

MARCHIONNE “ATTENZIONE A PUNTARE SUL CAVALLO SBAGLIATO”

Una posizione, quella dell’esecutivo, che piace ai manager, soprattutto a Marchionne. L’ad di Fca ha avvertito sui rischi che corrono gli Stati nell’imporre per legge un unico modello tecnologico perché “c’è il rischio di puntare sul cavallo sbagliato”. Il cavallo sbagliato, in questo caso, potrebbe essere la tecnologia elettrica, che qualcuno giudica non ancora matura e comunque non così “pulita”, perché per produrre elettricità si utilizzano anche combustibili fossili. Per Marchionne è giusto che gli Stati incentivino lo sviluppo di politiche “green”, ma senza avvantaggiare una particolare tecnologia. Secondo l’ad di Fca “l’Italia rappresenta un modello da seguire e un esempio quasi unico in Europa. In altri paesi stiamo vedendo favorire l’introduzione di alcune tecnologie a scapito di altre, senza tenere in considerazione l’impatto ambientale complessivo né la reale efficacia degli investimenti richiesti. Al contrario, il Governo italiano ha scelto di rimanere tecnologicamente neutrale. Ha fissato obiettivi ambiziosi nella propria Strategia Energetica Nazionale, ma lasciando la libertà di raggiungerli”.

DESCALZI: “LA RICERCA È UNA PRIORITÀ”

Anche Descalzi, pur rilevando le differenze che distinguono Fca e Eni, ha salutato con favore l’accordo, perché entrambe le società “fanno della ricerca scientifica una priorità. Lavoriamo insieme da tempo sulla mobilità alternativa e l’intesa si inserisce nel solco della strategia energetica nazionale presentata dal Governo”.

(MARCHIONNE E DESCALZI FIRMANO L’INTESA A PALAZZO CHIGI CON GENTILONI. LE FOTO)

Claudio Descalzi, Paolo Gentiloni, Sergio Marchionne

Eni e Fca, ecco perché il governo ha benedetto l'accordo per spingere l'auto a biogas

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