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È cominciata la corsa elettorale per Nicolás Maduro. Mentre la comunità internazionale continua a insistere sulla necessità di posticipare le elezioni presidenziali del 22 aprile in Venezuela, il presidente venezuelano ha risposto alle petizioni con la formalizzazione della sua candidatura. Martedì sera sarà presentata l’iscrizione alla Giunta Nazionale Elettorale.

LOTTA CONTRO IL CAPITALISMO

Sul sito del ministero per le Comunicazioni venezuelano sono state sottolineate alcune frasi del discorso di Nicolás Maduro al momento di accettare la candidatura: “Oggi stiamo ratificando l’impegno dei comunisti nella lotta del popolo contro l’imperialismo. […] Il Venezuela svolge un ruolo fondamentale nella lotta contro il capitalismo, e il Partito Comunista del Venezuela è consapevole ed è disposto a giocarsi la propria esistenza a favore della difesa del popolo”.

PIANO DELLA PATRIA 2019-2021

In un atto ufficiale al Teatro Cantaclaro, nel centro di Caracas, il Partito Comunista del Venezuela (PCV) invitò ai suoi membri “e al popolo venezuelano a votare per Maduro. […] Invitiamo i venezuelani e le venezuelane patriotici, onesti, rivoluzionari, chavisti e bolivariani ad accompagnare Maduro all’iscrizione della sua candidatura a favore della patria”. Con l’iscrizione nel Consiglio Nazionale Elettorale, Maduro dovrà presentare anche il programma di governo. Il presidente venezuelano ha scelto di presentare il Piano della Patria 2019-2021 elaborato dall’ex presidente Hugo Chávez.

LE CONTESTAZIONI

L’opposizione venezuelana e la comunità internazionale hanno criticato la convocazione delle elezioni presidenziali perché è stata decisa dall’Assemblea Nazionale Costituente, scavalcando il Parlamento; perché non sono state ascoltate le osservazioni dell’opposizione durante i negoziati a Santo Domingo e per la mancata parità di condizioni per svolgere la campagna elettorale. Inoltre, restano ancora i dubbi sull’efficacia del sistema elettronico di votazione con le macchine Smartmatic.

LA PETIZIONE DELL’OSA

L’Organizzazione degli stati americani (Osa) ha approvato venerdì un documento nel quale chiede al governo di Maduro la revisione del calendario elettorale a favore di “elezioni libere, giuste e credibili con la partecipazione di tutti gli attori politici, con osservatori internazionali indipendenti e un Consiglio nazionale elettorale autonomo”. Hanno firmato Argentina, Bahamas, Barbados, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Stati Unti, Guayana, Guatemala, Honduras, Giamaica, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay e Santa Lucia.

GLI ALTRI CANDIDATI

La vittoria di Maduro sembra essere già scritta, già che non ce sono altri candidati. L’ex governatore dello stato Lara, Henry Falcon, ha più  volte annunciato l’intenzione di candidarsi, ma ancora non ha presentato l’iscrizione. Nemmeno il pastore evangelico Javier Bertucci ha formalizzato la candidatura. La coalizione dell’opposizione, Mesa de la Unidad Democrática, ha confermato che non si presenterà perché non ci sono garanzie di equità e trasparenza nel processo elettorale. Comunque, il Consiglio Nazionale Elettorale aveva vietato la candidatura della Mud perché un unico candidato dall’opposizione non rispetterebbe il divieto di doppia militanza.

Dalla parte chavista, invece, è stata presentata la candidatura dell’ingegnere Reinaldo Quinaja, candidato del Partito Unità Politica Popolare, fazione secessionista del Partito Socialista Unico del Venezuela (Psuv). Quijada è difensore del “processo rivoluzionario del presidente Chávez” e spera di poter risolvere il caos generale nel Paese con il programma “La via per uscire dalla crisi”.

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