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Dopo averlo comunicato al Parlamento il 15 gennaio, ora il governo ha comunicato ufficialmente anche agli alleati della coalizione anti Isis il quasi dimezzamento del contingente in Iraq che oggi è di 1.500 unità e che dovrebbe calare di 700. Il vertice dei ministri della Difesa tenutosi a Villa Madama a Roma ha riunito 15 Paesi (Italia, Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Iraq e Turchia) ed stato co-presieduto dal ministro Roberta Pinotti e dal segretario della Difesa americano, James Mattis, poche ore dopo il loro incontro bilaterale.

La sconfitta militare in Siria e Iraq delle milizie del Califfato da qualche mese sta costringendo i governi occidentali a ragionare sulle mosse da compiere mentre, parallelamente, cresce l’impegno antiterrorismo delle polizie e delle agenzie di intelligence per prevenire iniziative di foreign fighter in fuga. Il ministro Pinotti, infatti, nel vertice ha detto che “è il momento di avviare una riflessione di respiro politico e strategico sul futuro della nostra lotta al terrorismo jihadista” e che ora “per molti aspetti si apre una nuova fase che richiederà sforzi diversi, ma non meno impegnativi”. Ricostruire e stabilizzare quelle aree sarà un compito molto complicato, ma nel frattempo il rappresentante iracheno ha ringraziato la coalizione per il sostegno e soprattutto l’Italia per la formazione dei militari e delle forze di polizia a Bagdad, Erbil e Mosul.

Il cambiamento della situazione sul terreno è alla base della decisione italiana di dimezzare il contingente, pur non venendo meno l’impegno nella coalizione. Si sa che l’Italia vuole concentrarsi nell’area del cosiddetto Mediterraneo allargato e, per esempio, l’impegno di 470 unità su base annua per il Niger sarà possibile anche riducendo i contingenti in Iraq e in Afghanistan.

Contemporaneamente a Kuwait City si è tenuta la riunione dei ministri degli Esteri dei 74 Paesi della coalizione. Il titolare della Farnesina, Angelino Alfano, ha insistito tra l’altro sulla necessità di un maggiore scambio di informazioni di intelligence, sulla riduzione delle forme di finanziamento al terrorismo e sulla massima collaborazione per impedire l’uso del web a fini di propaganda.

 

 

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