Skip to main content

In autunno le cose sembravano terribili per Angela Merkel. Lo shock della Brexit era ancora fresco e Donald Trump aveva appena vinto le elezioni negli Stati Uniti. Mentre alcuni osservatori la proclamavano “nuovo leader del mondo libero”, Merkel era in realtà ben lontana dall’essere una figura di riferimento. Per la prima volta in più di un decennio, infatti, l’intoccabile Cancelliera si è trovata seriamente indebolita.

Il fenomeno Merkel, ovvero la sua abilità di anticipare e assorbire i nuovi trend politici che potrebbero potenzialmente metterla in pericolo, le si è ritorto contro. Sia in Germania sia in Europa ha affrontato una forte opposizione relativa alla gestione della crisi dei rifugiati, mentre il sostegno alla Wilkommenskultur (la cultura dell’accoglienza tedesca, ndr) stava crollando.

Con l’ascesa del partito di estrema destra, l’Afd e l’emergere di voci interne al suo stesso partito, la Cdu, che hanno iniziato a mettere in discussione la sua leadership, sono cresciute le pressioni per un progressivo abbandono delle posizioni liberali, a favore di un più tradizionale conservatorismo.

Con la nomina di Martin Schulz a candidato socialdemocratico per le elezioni di settembre c’è stato un inaspettato aumento delle posizioni dell’Spd nei sondaggi e si è diffusa l’idea che Merkel potesse avere i giorni contati. Eppure, il sogno di chi ha visto in questo declino la conclusione della carriera politica della Cancelliera, si è trasformato, in realtà, nel peggiore degli incubi. Otto mesi fa, la leader tedesca sembrava essere dal lato sbagliato della storia. Ma oggi la sua posizione in Europa, in Germania e nel suo stesso partito è più forte che mai. Con Trump e la Brexit percepiti come fonti di caos e instabilità e lo sbiadirsi della crisi dei rifugiati, il fenomeno Merkel sta funzionando con la stessa efficienza di sempre. Dopo una serie di sconfitte elettorali a livello regionale, l’impennata di Schulz nei sondaggi si è interrotta con la stessa rapidità della sua inaspettata ascesa. Mentre l’Spd cercava disperatamente di riprendere consensi, la Cancelliera è tornata a fare ciò che meglio le riesce: anticipare e imitare le mosse dei suoi avversari. Il fenomeno Merkel ha già raggiunto un’ulteriore dimensione. Oggi più che mai, la sua strategia è in grado di trovare un collega- mento tra la politica internazionale, quella europea e quella tedesca.

Mostrando apertamente il suo sostegno al nuovo, giovane ed europeista presidente francese Emmanuel Macron, Angela Merkel si è reinventata come paladina di una Ue forte e in grado di affrontare la Brexit e Trump. Si è dimostrata aperta nei confronti delle riforme dell’eurozona proposte da Macron, pur restando sufficientemente vaga per non spaventare gli elettori tedeschi che temono qualsiasi cosa possa avvicinarsi agli eurobond. Tutto ciò che resta all’Spd è provare a supportare i piani di Macron in modo più esplicito. Ma agli occhi di molti elettori questa scelta farebbe apparire Schulz come un sostenitore dell’inefficiente Stato francese a spesa dei contribuenti tedeschi. Merkel ha usato un approccio simile nell’affrontare Trump. Invocando un’Europa più indipendente, ha mostrato una forte posizione contro gli Stati Uniti e si è preclusa le critiche dell’Spd. Le sue parole hanno riportato alla memoria il “no” dell’ex Cancelliere dell’Spd, Gerhard Schröder, alla guerra in Iraq – decisione che contribuì alla sua rielezione. L’unica via rimasta all’Spd è stato il tentativo, considerato da alcuni come disperato ed esagerato, di condannare Trump ancor più di quanto fatto da Merkel.

Seguendo questa linea, la Cancelliera si è allontanata cautamente da due ortodossie centrali del conservatorismo tedesco: una convinta resistenza a qualsiasi riforma dell’eurozona che possa andare contro l’ordoliberalismo di Schäuble e un indiscusso atlantismo. Al contrario, con Macron, Merkel rappresenta la rinascita di una collaborazione franco-tedesca per rendere l’Europa nuovamente forte. Con il suo atteggiamento nei confronti di Trump, è diventata il simbolo della diffusa volontà, tedesca ed europea, di emancipazione dagli Stati Uniti.

L’apertura verso un approccio più keynesiano riguardo l’eurozona e il rigido atteggiamento verso gli Usa, sono tradizionalmente considerate posizioni di sinistra. Ora non appartengono più né alla destra né alla sinistra. Sono semplicemente incarnate in Angela Merkel. Ne risulta che, mentre i socialdemocratici tornano ai livelli pre- Schulz nei sondaggi, la Cancelliera appare, ancora una volta, come un leader forte e stabile in un mondo dominato da instabilità e cambiamento. Anche i suoi più acerrimi avversari devono ammettere che non c’è nessun politico in grado di capire con la sua stessa maestria come gestire le politiche domestiche, europee e internazionali, ormai interconnesse. In definitiva, forse, l’unica persona che può veramente ostacolare il fenomeno Merkel, è Merkel stessa.

Traduzione di Francesco Ressa e Valeria Serpentini

merkel

Ecco le prossime sfide di Angela Merkel

Di Julian Gopffarth

In autunno le cose sembravano terribili per Angela Merkel. Lo shock della Brexit era ancora fresco e Donald Trump aveva appena vinto le elezioni negli Stati Uniti. Mentre alcuni osservatori la proclamavano “nuovo leader del mondo libero”, Merkel era in realtà ben lontana dall’essere una figura di riferimento. Per la prima volta in più di un decennio, infatti, l’intoccabile Cancelliera…

coalizione

Pregi e difetti del merkelismo

Di Federico Niglia

Nei recenti summit internazionali, Angela Merkel è apparsa come l’anello di collegamento tra la vecchia generazione dei leader europei (e non solo) e quella nuova. Per coloro che temono la cosiddetta deriva populista, Merkel ha rappresentato, fino all’elezione di Macron, l’unico e ultimo baluardo contro il nazionalismo ottuso e l’euroscetticismo. Per i suoi detrattori, Merkel è il simbolo di un’Europa…

Schulz, germania, Saarland

Tutti i passi falsi di Martin Schulz nella corsa contro Angela Merkel

Il voto in Germania del prossimo 24 settembre rappresenta l’appuntamento elettorale più importante del 2017. Secondo i maggiori istituiti demoscopici, i due principali partiti, la Cdu e l’Spd, conquisteranno complessivamente i due terzi dei voti, rendendo assai probabile una riedizione della grosse koalition. A guidarla, ancora una volta, dovrebbe essere Angela Merkel, in vantaggio di oltre 15 punti sull’avversario Martin…

merkel

Angela Merkel riuscirà a raggiungere il record di Kohl?

È vero che gli uomini (e le donne) fanno la storia nei confini delle circostanze, degli incidenti, delle opportunità loro offerte, ma è altrettanto vero che da soli, né gli uomini né le donne sono in grado di fare molta strada e di uscire dai confini iniziali. Probabilmente per le sue origini, sicuramente per le modalità della sua carriera politica,…

Le promesse di Macron, le concessioni di Berlino e lo sguardo a est

Di Charles Grant

L’alleanza tra Germania e Francia è sempre stata centrale nello sviluppo della storia europea. I due Paesi hanno delle visioni fondamentalmente diverse su molte questioni e in questo secolo il tandem ha perso la sua forza. L’allargamento europeo a est ha ridotto il peso relativo di Germania e Francia e la recente debolezza dell’economia francese, aggiunta alla passività del presidente…

Il bimillenario ovidiano

I Fasti furono scritti da Ovidio in un periodo di relativa pace per ossequiare l’imperatore Augusto. Si tratta di un’opera magnifica che andrebbe letta più volte per poterne gustare i tanti livelli di conoscenza che vi sono custoditi. Dietro la cornice del calendario di cui è data descrizione, il poeta - maestro di tutti gli innamorati - ha costruito un…

Deutsche Bank, bund

Tutte le sfide (impossibili?) del G20 ad Amburgo

Di Riccardo Pilat

Nel cuore dell’Europa industrializzata due giorni dedicati al G20. Una leggenda metropolitana che riconosce ai potenti del mondo un dialogo e una speranza risolutiva nei confronti dei grandi temi del XXI secolo e che vede nel padrone di casa, Angela Merkel, una chiara, anche se incongruente, figura risolutrice di perplessità ormai consolidate: dai rapporti con gli Stati Uniti e la…

Ivanka sostituisce il padre al tavolo, e un tweet malizioso partito dalla Russia innesca la polemica

Sabato 8 luglio, durante la sessione conclusiva del G20 di Amburgo, il presidente americano Donald Trump ha lasciato il tavolo principale (per un altro incontro) durante un intervento del boss della Banca Mondiale su immigrazione, salute e Africa. Una volta che Trump si è alzato, il suo posto, tra la premier inglese Theresa May e il presidente cinese Xi Jinping,…

L'Italia può chiudere i porti alle navi delle ong. Parla Franco Frattini

"Le navi private delle ong non hanno nessuna legittimazione ad obbligare i porti italiani all’accoglienza". Parola di Franco Frattini, attualmente presidente della Sioi, è stato ministro degli Esteri dal 2002 al 2004 e dal 2008 al 2011, entrambe le volte con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Dal 2004 al 2008 è stato inoltre commissario europeo per la giustizia, la libertà e…

Che cosa cela l'arresto in Italia di un ceceno legato a Isis

Mentre sui giornali si parla di immigrazione, vertici internazionali e strategie elettorali, l’antiterrorismo continua in silenzio a operare e l’ultima notizia che arriva da Bari è di particolare rilevanza perché sono stati sventati possibili attentati. La Digos e il Gico della Guardia di Finanza del capoluogo pugliese, coordinati dalla procura distrettuale, hanno arrestato un ceceno di 38 anni, Eli Bombataliev,…

×

Iscriviti alla newsletter