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“Scrivere gli ingredienti su una confezione di cibo non è essenziale. La cosa importante è sapere come quel cibo è stato preparato”. Giampaolo Sodano (nella foto), è stato direttore di Raidue, ma nella sua seconda vita fa il produttore di olio e si è messo in testa di combattere chi inganna i consumatori, spacciando per genuini gli alimenti adulterati.

“Facciamo qualche esempio: durante la fase di raffinazione dell’olio di semi viene usato l’esano, che è un solvente chimico tossico. Allora il consumatore deve saperlo, sull’etichetta ci dev’essere scritto. Per rendere più appetibili certi cibi si ricorre a un procedimento di deodorazione. Va bene, ma scriviamolo. E scriviamo anche cosa vuol dire quando ci vendono un gelato al sapore di fragola. Significa che è un sapore derivato da un acero canadese”.

L’ambizione di Sodano è tornare a un’alimentazione di qualità, sana, naturale, priva di manipolazioni. Ed è questo lo scopo con cui nasce il gruppo “Artigiani del cibo”. Oltre a Sodano ne fanno parte medici, agricoltori, giuristi, chef, docenti universitari. “Vogliamo rivoluzionare le regole – dice l’ex direttore di Raidue -. Ci batteremo per far approvare leggi che impongano agli industriali di rendere noto il processo di produzione, ossia tutte le sostanze chimiche che vengono usate nella lavorazione”.

Una delle iniziative che il gruppo si propone è quella di creare un albo professionale di tutti coloro che producono cibo, in modo da offrire assoluta sicurezza riguardo a ciò che mangiamo. Insomma, la gastronomia non dovrebbe essere aperta a tutti: non è materia per dilettanti, i quali non sanno quali ingredienti sono potenzialmente dannosi.

A questo proposito, Sodano e compagni sono molto critici nei confronti dei bar che oltre al cappuccino vendono ormai anche piatti pronti. È cibo precotto, basta un forno a microonde e il gioco è fatto. Ma non sappiamo nulla di cosa contiene quel piatto. Serve un codice degli alimenti, che contenga le indicazioni complete delle caratteristiche di ciascun cibo. Insomma ognuno di noi dovrebbe essere messo in grado di capire cosa gli danno da mangiare, perché il cibo, se non è sano, può essere una pistola.

Il messaggio è chiaro: se vogliamo mangiare cibo buono e sicuro occorre puntare su quello che offrono i piccoli produttori artigiani, i quali lavorano seguendo le regole della tradizione e della natura. “L’artigiano – spiega il professor Mario Pacelli, esperto – ci mette la faccia, con una lavorazione fondata sulla paziente opera dell’uomo e con ingredienti naturali non frutto della ricerca del laboratorio chimico”.

Artigiani e piccole imprese sono legati al territorio, hanno rispetto per l’ambiente, per la salute dei consumatori e rappresentano l’eccellenza del made in Italy. “Nei supermercati – dice ancora Sodano – si trovano sezioni dedicate ai vegani, ai celiaci e a prodotti legati a mode passeggere. Noi vogliamo offrire un’alternativa: creeremo un canale di distribuzione del cibo artigianale, sano,  nutriente, un prodotto di qualità che ha effetti positivi sulla salute e deve tornare al centro delle logiche di consumo. Fa parte della nostra storia e della nostra civiltà. Abbiamo l’ambizione di far riscoprire i buoni sapori, rieducare i palati e dar vita a un mercato parallelo diverso, distinto da quello industriale”.

Vi racconto cosa facciamo noi "Artigiani del cibo”. Parla Sodano

Di Marco Nese

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