Skip to main content

Da alcune settimane la polemica sul caso Ong occupa le prime pagine dei giornali e arroventa la politica. Tutto è iniziato quando il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha avanzato il sospetto che alcune Ong siano finanziate dai trafficanti di vite umane. Tra le organizzazioni nel mirino del giudice rientrava anche Sea-Watch, Ong tedesca nata nel maggio 2015 che questo mercoledì era stata sentita dalla commissione difesa al Senato. Giovedì notte una delle sue imbarcazioni impegnata in un salvataggio ha avuto uno spiacevole incontro con una nave militare libica che ha rischiato di farla affondare con una manovra pericolosissima. Per capire se si è trattato solo di un incidente abbiamo raggiunto al telefono in mare Theresa Leisgang, la responsabile media di Sea-Watch.

Theresa, ci racconti cosa è successo l’altra sera alla vostra imbarcazione?

All’alba eravamo stati avvisati dal MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) che c’era una grossa barca di legno con dei migranti vicino alla nostra posizione e che dovevamo cambiare rotta. Arrivati sul posto per fare il salvataggio abbiamo messo i giubbotti salva-vita nelle nostre piccole scialuppe e tre dei nostri sono andati a controllare come stessero le persone. Il nostro dottore ha chiesto se stessero bene e loro hanno risposto che c’erano dei feriti, di solito queste barche hanno una stanza del motore e quelli che si trovano lì sono spesso privi di coscienza per il caldo. Questa è l’unica cosa che abbiamo potuto controllare perché in quel momento esatto la nave libica che poco prima, con una manovra, aveva rischiato di farci affondare è tornata indietro. Al MRCC di Roma ci hanno detto che le navi militari libiche hanno il comando, quindi siamo tornati indietro con le scialuppe e siamo rimasti a guardare cosa avrebbero fatto. Il nostro capitano ha provato a chiamarli sul canale 16, che è il canale di emergenza in mare e deve sempre essere ascoltato, ma non hanno risposto: in un attimo hanno caricato quelle persone sulla loro nave e sono andati via.

Dove hanno portato i migranti?

È difficile dirlo. Li hanno portati via senza che potessimo fare nulla. Non è la prima volta che vediamo questo tipo di operazione in cui vengono portati indietro, un’operazione del tutto illegale perché ci trovavamo a 19 miglia dalla costa. Eravamo molto preoccupati. Una settimana fa abbiamo salvato più di 700 persone e alcune di queste sono rimaste sulla nostra barca per 6-7 ore. Molti di loro erano troppo traumatizzati per parlare, altri hanno condannato le atrocità subite nei campi libici: le donne raccontavano come venivano stuprate tutte le mattine, gli uomini ci mostravano le cicatrici che si erano procurati. Ai libici non importa delle vite umane, li trattano come merci.

Vi è capitato di vedere altre navi libiche fare lo stesso tipo di operazione?

L’ultima volta era successo a ottobre: le guardie libiche sono arrivate e si sono scontrate con la barca dei migranti esattamente nel punto in cui stava perdendo aria, molte persone sono finite in acqua e almeno 30-40 di loro sono morti. Allora abbiamo dovuto assistere allo spettacolo delle persone che annegavano, questa volta siamo riusciti a evitarlo. Noi vogliamo assolutamente collaborare con i militari libici, ma non è questa la collaborazione che ci aspettiamo. Non sappiamo chi siano né quali siano le loro intenzioni. Noi ci siamo documentati: anche se loro dicono di doverli portare indietro, sappiamo che non hanno nessun diritto di riportarli in Libia.

Chi sono questi militari libici? Stiamo parlando di guardie costiere della zona controllata dal governo di al-Sarraj o di Khalifa Haftar?

Questo è il problema, non ce lo hanno mai detto, le loro navi hanno semplicemente una bandiera libica. Quel che sappiamo è che non rispondono alle nostre chiamate radio, non seguono le regole delle operazioni in mare, le poche volte che ci hanno chiamato lo hanno fatto in modo molto poco professionale, e l’altra sera hanno quasi affondato la nostra e la loro nave. Non credo che si trattasse di un incidente, avevano un reporter tedesco a bordo e sapevano che l’episodio sarebbe finito su tutti i notiziari. Queste cose le andremo a chiedere a una corte investigativa indipendente, perché vogliamo sapere da chi prendono ordini. Vogliamo soprattutto capire come funziona la catena di comando dell’UE. Se fosse l’UE a chiedere alle guardie libiche di riprenderli e portarli indietro sarebbe uno scandalo.

E le navi UE di Frontex e EunavForMed le avete mai viste?

In questi anni c’è stato un drastico calo della loro attività. Nel week-end di Pasqua abbiamo dovuto portare aiuto alle navi di due Ong tedesche amiche perché da sole non ce la facevano a soccorrere tutti i migranti.

Mercoledì a Roma alcuni esponenti della vostra Ong sono stati sentiti dalla Commissione Difesa del Senato. Cosa pensate di questo presunto scandalo delle Ong finanziate dai trafficanti? È vero che gli scafisti hanno il vostro numero di cellulare?

No, noi non abbiamo mai ricevuto una chiamata dai trafficanti né abbiamo alcuna intenzione di parlare con loro. Pattugliamo la zona di mare compresa tra le 12 e le 24 miglia dalla costa libica e prima di intervenire aspettiamo sempre il mandato dal MRCC, anche perché spesso loro possono mandare aeroplani in ricognizione. In questo stesso momento mi trovo in mare e posso dirti che il week end scorso è stato veramente faticoso: c’erano 23 barche piene di persone in acqua e insieme a noi c’era solo un’altra Ong a salvarle.

Marina Militare, Ong

Ong e migranti, vi racconto lo strano caso di alcune navi libiche

Da alcune settimane la polemica sul caso Ong occupa le prime pagine dei giornali e arroventa la politica. Tutto è iniziato quando il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha avanzato il sospetto che alcune Ong siano finanziate dai trafficanti di vite umane. Tra le organizzazioni nel mirino del giudice rientrava anche Sea-Watch, Ong tedesca nata nel maggio 2015 che questo…

Etichette

Etichette energetiche, perché l'Ue vuole la rivoluzione 2.0

La classificazione dei consumi degli elettrodomestici si appresta a entrare nell'era 2.0: la nuova etichetta energetica europea approvata in via informale da Europarlamento e Consiglio Ue farà sparire tutte le classificazioni con il “+” e passerà a una scala univoca da A a G - A la classe più efficiente, G la più energivora. Verrà anche predisposto un database dettagliato e…

Cosa faranno Raynair, EasyJet e Vueling con un'Alitalia dimagrita. Parla il prof. Ponti

Se come nel Risiko ogni compagnia aerea dovesse mettere una bandierina su ogni aeroporto in cui risultasse principale operatore, Alitalia conterebbe appena 8 vessilli sul totale dei 40 scali italiani. Se poi la classifica riguardasse soltanto i 16 aeroporti classificati come di primo livello, quelli considerati strategici perché inseriti nella rete Transeuropea, il bottino verrebbe dimezzato. L'AVANZATA DI RYANAIR A…

Come si stimola la memoria col progetto ViTA della Fondazione IBM Italia

La memoria è un pezzo fondamentale del nostro vivere. Ci ricorda la nostra identità, ci supporta nelle attività lavorative e ci aiuta a superare momenti di difficoltà grazie all’esperienza che è racchiusa in sé. Chi è affetto da patologie che colpiscono la memoria, o chi più semplicemente ha difficoltà nel tenere a mente attività a breve termine, potrebbe avere presto…

Perché Marion Le Pen dice adieu alla politica

Marion Le Pen dice addio alla politica. Dopo la sconfitta della zia Marine Le Pen alle elezioni presidenziali in Francia, la più giovane deputata del Parlamento francese e consigliere regionale di Provenza-Alpi-Costa Azzurra si ritira dalla scena per dedicarsi alla vita privata e alla famiglia. L’annuncio ufficiale ci sarà il prossimo mercoledì. Mamma divorziata, Marion ha una bambina di due…

macron, rifugiati, migranti

Tre ragioni per non coccolarsi troppo con la vittoria di Macron

Ci sono almeno tre illusioni con le quali sarebbe meglio non coccolarsi dopo l'entusiasmante cavalcata di Emmanuel Macron verso l'Eliseo. Illudersi di aver ri-trovato nell'europeismo una sorta di antidoto ai cosiddetti populismi (sempre ammesso che sia corretto definirli tali, ma non vuol essere questa la sede per approfondire questo aspetto). Illudersi che la cura Macron possa bastare per guarire la…

assegno

Vi spiego le novità (anche per Berlusconi) su assegni e divorzio. Parla Bernardini De Pace

Con una sentenza, la Cassazione ha stabilito nuovi parametri in materia di assegno di divorzio: conta il criterio dell’indipendenza o autosufficienza economica, non il tenore di vita goduto nel corso delle nozze per assegnare l’assegno divorzile al coniuge che lo richiede. Il matrimonio cessa così di essere “sistemazione definitiva”: sposarsi, scrive la Corte, è un “atto di libertà e autoresponsabilità”.…

Cosa pensa Accredia di Trump e Brexit

Chi ha paura di Donald Trump o Theresa May? Ovvero del neoprotezionismo a stelle e strisce o della Brexit? Per rispondere a questa domanda, tutt’altro che banale, Accredia, l'ente pubblico incaricato di certificare imprese e Pubblica amministrazione (qui un focus di Formiche.net), ha organizzato ieri una tavola rotonda nella cornice del tempio di Adriano, a due passi dalla Camera dei…

GIUSEPPE ROTELLI

Vi racconto gli interminabili pranzi con Giuseppe Rotelli

Giuseppe Rotelli, un importante imprenditore della sanità lombarda, aveva il pallino dell'editoria, e vagheggiava che una rivoluzione liberale potesse scaturire da un'eccellenza giornalistica e culturale. Si illudeva. Comprò generosamente azioni della casa editrice anche per impedire che all'uscio si presentassero "furbetti del quartierino" come Stefano Ricucci, peraltro sdoganati da altri azionisti paludati della stessa RCS. Rotelli è morto nel 2014.…

La lezione (dimenticata?) della Banca Romana

C'è un filo rosso che lungo che corre lungo 150 anni di storia bancaria italiana. Il filo dello scandalo, dalla Banca Romana alla banca privata di Michele Sindona, passando per il crack dell'Ambrosiano di Roberto Calvi fino al dramma delle quattro banche nel 2015 e di Mps. E, come sempre accade, passato lo scandalo rimane sempre qualche cono d'ombra da…

×

Iscriviti alla newsletter