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La Sen. Dem Monica Cirinnà ha rilasciato una bella intervista all’Espresso in cui dice, con l’onestà e la schiettezza che le sono proprie, che Matteo Renzi è stato un pessimo segretario e che sosterrà Andrea Orlando alla corsa alla segreteria del Partito Democratico perché “trasformi il partito dell’io in quello del noi”.

E dopotutto, come darle torto? Matteo Renzi ha volutamente lasciato il partito a se stesso. Anzi, ne ha depresso ogni organo elettivo: penso all’Assemblea Nazionale, per esempio, di cui ero membro. Ce lo ha detto in modo chiaro, in una delle occasioni in cui l’Assemblea si riunì: io non mi voglio occupare del PD, ma dell’Italia. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi basta partire dal nome della mozione che lo sostiene oggi: Renzi-Martina. La domanda è la seguente: ma chi tra i due si candida alla Segreteria del Partito? Matteo Renzi o Maurizio Martina?

In Germania, per esempio,  esiste la possibilità di avere una doppia-dirigenza. Il partito dei Verdi lo fa, come Die Linke, ma sapete perché? Affinché ci siano un uomo e una donna all’apice della struttura. In questo caso è evidente che la logica è tutt’altra. Quale? Semplice: Matteo Renzi ci ribadisce che lui non intende occuparsi del Partito, non lo vuole fare, non è in grado di farlo, non è proprio nella sua indole curare una comunità politica, tenerla insieme. Matteo Renzi semplicemente spacca. Lui vuole il potere, vuole sedere sullo scranno più alto del governo, quello della presidenza del consiglio. Non ha altro interesse se non questo. Del partito se ne occuperà, in caso, Maurizio Martina. Uomo con una storia assai diversa dalla sua, che in questo caso serve per attirare quel consenso territoriale che lui non ha, specie nelle aree più a sinistra, di quelle rimaste in questo partito.

Tornando all’intervista di Monica Cirinnà, quindi, niente di sconcertante od offensivo: la senatrice ha detto semplicemente la verità. Quel che è sotto gli occhi di tutti. Ma qual è realmente il problema? La dichiarazione di Cirinnà oppure c’è dell’altro? Ebbene, diamo una lettura veloce ad alcuni dei commenti pubblicati da quelli che io chiamo turbo-renziani da tastiera. Che per me sono esattamente al livello dei turbo-grillini o i trolls come li chiamo i turbo-renziani da tastiera. Insomma, che casino: si chiamano a vicenda con nomi diversi, ma in sostanza son la stessa cosa…

Comunque:

“Voltagabbana”

“Che delusione (…). Deprimente questo benaltrismo inconcludente”

“Armonia + Cin Cin = Monica Cirinnà”

“Non ho parole per commentare la Cirinnà. Fosse impazzita o ha sposato le tesi dell’espresso contro Renzi?”

“ho capito che che non ti devo votare parole al vento che non contano nulla”

“Fortuna che voi che sostenete Orlando, volete unire il PD! A me sembra che siete interessati soltanto ad attaccare Matteo Renzi, poi se qualche renziano si permette di dire qualche cosa contro di voi ne montate un caso mediatico infinito (…)”

“ma va che fino a qualche mese fa gli portavi l’acqua con e orecchie. non se ne salva uno. nessuno nel pd che ha un minimo di coerenza e dignità”

“E’ assolutamente legittimo sostenere un altro candidato, non è altrettanto legittimo descrivere in questi termini una persona senza la quale Lei, Senatrice, sarebbe stata consegnata alla storia come l’ennesima parlamentare di passaggio.”

 “Che tristezza ,pero ti faceva comodo per dove sei ora”

“Mamma mia quanta acidità prima vi fanno diventare qualcuno e poi vi viene il rigetto .Curi la sua acidità”

“Cirinna pensavo che fosse una donna coerente ma mi sono sbagliato e solo una piccola opportunista”

“ingrata”

“la riconoscenza questa sconosciuta”

“hai voltato le spalle a Renzi”

Fonte: https://www.facebook.com/pg/monicacirinna.it/posts/?ref=page_internal

***

Potrei continuare ancora a lungo perché ci sono circa 300 commenti, ma mi fermo qua. Facciamo una breve analisi dei contenuti. Il core della critica è che Cirinnà avrebbe voltato le spalle a Matteo Renzi, dimostrando ingratitudine e opportunismo. Poi arrivano le ironie, le offese velate, le accuse di ogni sorta.

Il valore politico di una senatrice che ha lavorato in Parlamento, assieme a Sergio Lo Giudice e tante/i colleghe/i , per realizzare una riforma importante, che però è stata menomata da una parte del PD stesso (i cattodem come la Di Giorgi o la Fattorini, con il silenzio di Renzi, che ricordo essere stato, ai tempi della Margherita, un frequentatore del Family-Day) cade improvvisamente quando la sua posizione non è più quella che uno si aspettava o desiderava. Il riconoscimento del suo valore politico è subalterno alla manifestazione di fedeltà al capo. Ecco, questa è la degenerazione politica a cui abbiamo assistito in questi anni, sempre più visibile e drammatica.

La domanda che ora elettrici ed elettori del PD devono porsi è se questo è il partito che si augurano, che desiderano, per cui sono pronti a combattere per le elezioni ad ogni livello. Vogliamo davvero un partito che crea e distrugge eroi sulla base del grado di fedeltà e obbedienza al leader di turno piuttosto che alle idee e ai valori che dovrebbero rappresentarci?

Il 30 aprile si decide molto più di un Segretario: si decide il senso di questo partito. Cosa sarà, cosa potrà fare, come lo vorrà fare. Gli attacchi alla Cirinnà sono solo un aspetto del problema. Osannata nella misura in cui è fedele al capo, infangata, quando afferma una sua idea che non combacia con le aspettative di alcuni (spero pochi…).

C’è da riscoprire il valore del rispetto, dell’essere comunità politica, dello stare insieme nelle differenze, nel riconoscersi a vicenda, al di là delle appartenenze. Questo è lo spirito che Orlando segue, ed ogni giorno a dimostrare la differenza dello stile e a dirci il futuro alternativo che sarà, se lui vince le primarie, sono anche queste vicende quotidiane.

Voglio un partito che sia tale, comunità, che sia plurale e non settario, che rispetti e che non offenda, che sia realmente democratico e inclusivo, non che risponda alla logica dell’obbedienza a questo o a quello.

Solidarietà a Monica Cirinnà e a tutte/i quelle/i che si impegnano per cambiare le cose, in meglio, che ci provano, e che seguono solo i loro ideali e i loro valori.

 

 

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