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La giornata di confronto tenutasi ieri “sull’amministrazione fiscale che cambia” tra MEF, Agenzia delle Entrate, consumatori e associazioni di categoria ha chiarito in maniera definitiva che qualcosa non va ed che i conti non tornano.

A far saltare dalla sedia partecipanti ed operatori è stato un dato dichiarato dall’Agenzia delle Entrate che avrebbe stimato il TOTAL TAX RATE per le imprese al 17,37%, addirittura più basso di quasi 7 punti percentuali dell’aliquota IRES del 24%, tutto questo grazie agli incentivi introdotti negli ultimi anni.

La proiezione dall’Agenzia si baserebbe su una ipotetica impresa capace di utilizzare congiuntamente tutti gli incentivi fiscali disponibili, senza considerare ovviamente che molti sono settoriali, ed al contempo senza AVERE, questione “involontariamente” omessa nel calcolo, costi indeducibili.

Sono proprio i costi totalmente o parzialmente indeducibili, come ad esempio l’IMU o quelli connessi alle autovetture, che fanno lievitare il carico fiscale complessivo e che sono ben noti non solo a tutti gli imprenditori ma anche alla CORTE DEI CONTI ed all’OCSE che appena un mese fa, ad inizio aprile, avevano puntato il dito proprio sul TOTAL TAX RATE nel nostro paese, definendolo eccessivo e quantificandolo al 64,8% quasi il quadruplo di quello indicato nell’idilliaca proiezione di ieri.

La stima dell’Agenzia riguarderebbe quindi un caso limite, estremo e praticamente irrealizzabile e viene quindi da chiedersi se si tratta di pura propaganda, di una trovata pubblicitaria o, cosa preoccupante, se il distacco delle istituzioni dalla realtà sia diventato così netto da diventare a questo punto incolmabile.

ROSSELLA ORLANDI

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