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Un mese fa su Formiche.net Francesco Damato scriveva uno dei suoi “graffi” titolato così: “Chi chiederà scusa al magistrato Zuccaro sulle ong”? Una domanda che oggi ritorna attuale e forse urgente, all’indomani del sequestro nel porto di Lampedusa della nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet.

IL VIDEO

L’ordine è arrivato dal gip Emanuele Cersosimo, al termine di 10 mesi di indagini della squadra mobile di Trapani e della Sco, iniziate nell’ottobre del 2016, che avrebbero portato alla luce una collusione fra i volontari tedeschi e i trafficanti di vite umane (qui il video della Polizia di Stato). Dalla procura di Trapani il vice procuratore Ambrogio Cartosio ha specificato che l’operazione non è in alcun modo legata al rifiuto della ong di firmare il codice di condotta studiato dal ministro dell’Interno Marco Minniti.

LE ACCUSE

L’accusa, per la prima volta nei confronti di una ong, è dunque di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Fra le 147 pagine del decreto di sequestro preventivo firmato da Cersosimo, diverse foto, scattate negli ultimi mesi anche da un agente imbarcato sotto copertura su una nave di Save the Children, inchiodano l’equipaggio della Iuventa mentre interagisce con degli scafisti, permettendo loro di allontanarsi dal gommone con i migranti portando via il motore, con tanto di saluti cordiali vicendevoli. Il quadro delineato dalle indagini rivela uno scenario inquietante: la Jugend Rettet si sarebbe frequentemente spinta fino a 1,3 miglia dalla costa libica (il massimo consentito è di 12 miglia, cioè fino alla linea del mare territoriale), per caricare a bordo i migranti partiti per uno dei tanti “viaggi della speranza”.

LA REPLICA

Per ora l’ong si è limitata a scrivere sul suo sito online che “si tratta di un’accusa molto grave, alla quale ribatteremo punto per punto” e che qualora emergano responsabilità personali, “non saremo certo noi a minimizzare”. Ora non solo gli occhi della procura di Trapani, ma anche quelli dei media internazionali sono puntati sui volontari tedeschi, sulla storia della loro ong, e soprattutto sulla trasparenza finanziaria, uno dei punti su cui il codice del Viminale insiste di più.

LE ORIGINI

Jugend Rettet, il cui nome sta per “la Gioventù Salva”, è stata fondata il 3 ottobre del 2015 a Berlino da due studenti di filosofia, il giovanissimo Jakob Schoen (oggi ha 21 anni) e Lena Waldhoff (24 anni). Il coordinatore è Titus Molkenbur (nella foto). L’attività della Ong si è propagata con un passaparola che ha velocemente coinvolto diversi studenti tedeschi tra i 20 e i 30 anni. E un foundraising di 290 mila euro che ha portato all’acquisto della nave olandese Iuventa, che ha lasciato il porto di Emden alla volta di Malta il 30 giugno del 2016 per iniziare le operazioni di Search and Rescue (SAR). 33 metri di lunghezza, una capienza di 200 persone e un equipaggio di 11 volontari: tanto è bastato per dare inizio a una storia che sembrava avere del fiabesco, fatta di interviste, documentari, e di un entusiasmo crescente fra i giovani berlinesi.

I GIOVANI

C’è addirittura un documentarista romano, Michele Cinque, che sta montando un film sull’esperienza da lui vissuta a bordo della Iuventa, l’imbarcazione con la quale l’ong tedesca dichiara di aver salvato ad oggi 6526 persone dalla morte nel Mediterraneo. Ma, lasciato a parte l’alone fiabesco che circonda i giovani borghesi di Berlino che hanno deciso di “fare quello che i governi non riescono a fare”, c’è un’altra faccia della medaglia: quella di una profonda diffidenza e talvolta aperta ostilità alla collaborazione con le autorità italiane ed europee.

LO SBERLEFFO

Un atteggiamento che precede di gran lunga il codice delle ong di Minniti, che Jugend Rettet non ha firmato perché, ha spiegato il coordinatore della Iuventa Titus Molkenbur, “non segue i principi umanitari della nostra ong”. Basti pensare che da mesi sulla prua della Iuventa è ben visibile un cartello con su scritto “Fuck Imrcc”, un messaggio rivolto al centro di coordinamento per le operazioni SAR di Roma.

I NUMERI

Per quanto riguarda la parte finanziaria, Jugend Rettet specifica sul suo sito, nella sezione “trasparenza”, che tutte le persone coinvolte nelle attività dell’ong (11 membri dell’equipaggio e 70 collaboratori in Germania) “danno il loro contributo senza ricevere un salario”. L’ong garantisce poi che l’unica fonte di finanziamento è costituita da donazioni private (nel 2017 i privati ad oggi hanno finanziato 11 missioni su 15). Il rapporto sulle spese del 2015, l’ultimo disponibile, segnala un bilancio (modesto) che si è chiuso con un attivo di 18.000 euro, a fronte di 21.650 euro di spese.

L’ATTIVITA’

Tra i sostenitori ci sono anche personaggi del mondo dello spettacolo come gli attori Maria Furtwaengler e Jan Liefers. Ma l’unico donatore che riesce a fornire più del 10% dei finanziamenti totali è la Kreuzberger Kinderstiftung, una fondazione con sede a Berlino che si batte per l’uguaglianza in materia di istruzione finanziando dal 2004 borse di studio e progetti per gli studenti meritevoli. Sul sito della fondazione si legge: “La nostra organizzazione è composta da due parti: la Kreuzberger Kinderstiftungsenza scopo di lucro (fondamento giuridico della legge civile) implementa i nostri progetti sul posto e è responsabile del programma di sostegno “Kinder- und Jugendengagement in Deutschland”. Il Kreuzberger Kinderstiftung gemeinnützige Aktiengesellschaft (GAG) sostiene i programmi di finanziamento “Jugendhilfe und Geflüchtete” e “Progetti giovanili in Grecia” nonché i programmi di borse di studio”.

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