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Ultimo giro di boa per il decreto Mezzogiorno che ieri ha avuto il disco verde al Senato e ora passa alla Camera per il via libera definitivo che deve arrivare entro il 19 agosto. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è del 20 giugno scorso. A Palazzo Madama il provvedimento – su cui è stata posta la fiducia – ha ricevuto 154 sì, 117 no e nessuna astensione. Il decreto – necessario per “l’urgenza di superare il divario economico con il resto del Paese” e per “sostenere la crescita economica e occupazionale” al Sud si legge nella premessa secondo il dicastero retto da Claudio De Vincenti (nella foto) – si divide in quattro capi: misure di sostegno alla nascita e alla crescita delle imprese nel Mezzogiorno; zone economiche speciali; semplificazioni; ulteriori interventi per il Mezzogiorno e per la coesione territoriale.

“RESTO AL SUD”

Tra le misure per sostenere le imprese, spicca quella a favore dei giovani tra i 18 e i 35 anni residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e chiamata “Resto al Sud”. Ciascun richiedente riceve un finanziamento fino a un massimo di 40 mila euro e nel caso in cui l’istanza sia presentata da più soggetti già costituiti, o che intendano costituirsi, in forma societaria, l’importo massimo erogabile è di 40 mila euro per socio. Il finanziamento è fornito per il 35% quale contributo a fondo perduto e per il 65% sotto forma di prestito a tasso zero. A disposizione complessivamente fino a 1.250 milioni di euro, da ripartire in importi annuali massimi fino a 36 milioni di euro per il 2017; 280 milioni di euro per il 2018; 462 milioni di euro per il 2019; 308,5 milioni di euro per il 2020; 92 milioni di euro per il 2021; 22,5 milioni di euro per il 2022; 18 milioni di euro per il 2023; 14 milioni di euro per il 2024; 17 milioni di euro per il 2025. Qualche differenza nelle agevolazioni è riservata a favore dell’imprenditoria giovanile in agricoltura e di promozione delle filiere.

BANCA DELLE TERRE ABBANDONATE O INCOLTE

Sempre al primo capo riguardano le misure che istituiscono la banca per valorizzare i terreni abbandonati o incolti e i beni immobili in stato di abbandono. La concessione può essere data – una sola volta e per un periodo non superiore ai nove anni – a giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni. I Comuni sono chiamati a identificare le zone – di cui sono titolari – da “affidare” alla cura dei giovani tra: terreni agricoli su cui non sia stata esercitata attività agricola minima da almeno dieci anni; terreni oggetto di rimboschimento artificiale o in cui sono insediate formazioni arbustive e arboree, con esclusione di quelli considerati bosco; aree edificate a uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo, che risultino in stato di abbandono da almeno quindici anni.

LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI

Le zone economiche speciali (Zes) – che devono comprendere almeno un’area portuale – vengono istituite dietro presentazione di una proposta da parte delle Regioni meno sviluppate e in transizione. Le Zes godono di benefici economici e fiscali per complessivi 206,45 milioni di euro (25 milioni di euro nel 2018, 31,25 milioni di euro nel 2019 e 150,2 milioni di euro nel 2020) provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione programmazione 2014-2020.

SEMPLIFICAZIONI

In questo capo – comprendente gli articoli dal 6 al 9 – si prevedono semplificazioni per valorizzare sia i Patti per lo sviluppo nelle Regioni del Mezzogiorno (avviati un anno fa con la delibera del Cipe) sia i Contratti istituzionali di sviluppo (istituiti con il decreto legislativo 88 del 2011), che accelerano i tempi e riducono gli oneri a carico delle amministrazioni centrali. Rispetto al testo pubblicato in Gazzetta ufficiale, a Palazzo Madama sono entrate anche misure di semplificazione per realizzare interventi urgenti previsti per Matera “Capitale europea della cultura 2019”.

INTERVENTI PER LA COESIONE TERRITORIALE

L’ultimo capo prevede misure per favorire l’occupazione, con il versamento all’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) di 40 milioni fra il 2017 e il 2018 in modo da ricollocare i lavoratori espulsi dai processi produttivi nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e interventi per contrastare la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica al Sud. Un articolo è poi dedicato alle università, e in particolare alla definizione del costo standard per studente, e un altro ad alcune situazioni di particolare degrado nelle aree di Manfredonia (provincia di Foggia), San Ferdinando (provincia di Reggio Calabria) e Castel Volturno (provincia di Caserta). Per queste zone, in cui c’è una “massiva concentrazione di cittadini stranieri”, si possono istituire, con decreto del presidente del Consiglio, uno o più commissari straordinari nominati tra i prefetti, anche in quiescenza. Autorizzata per il 2018 la spesa di 150 milioni di euro a favore di questi Comuni per i servizi e le attività che svolgono per accogliere e integrare i migranti. Infine, il dl Mezzogiorno prevede che in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, le Prefetture forniscano agli enti locali di riferimento un supporto tecnico e amministrativo.

Claudio De Vincenti

Tutte le novità del decreto De Vincenti sul Mezzogiorno

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