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La Russia sembra aver schierato forze speciali in una base aerea in Egitto occidentale, vicino al confine con la Libia. Lo riportano fonti militari e diplomatiche americane e egiziane che hanno parlato in forma anonima con la Reuters.

Se dovesse trovare altre conferme, si tratterebbe di un livello ulteriore sul coinvolgimento russo nella crisi libica. Mosca ha piazzato il proprio peso diplomatico alle spalle del principale oppositore del processo di riunificazione politica appoggiato dall’Onu, il generale Khalifa Haftar. Una posizione che l’ha informalmente portata sul lato opposto di sé stessa, essendo parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Anche per tale ragione la scorsa settimana Fayez Serraj, il premier incaricato per costruire il progetto onusiano, è stato invitato a Mosca.

Secondo i funzionari sentiti dalla Reuters, lo schieramento serve come supporto da remoto per le forze di Haftar, che nei giorni scorsi hanno improvvisamente perso il controllo delle istallazioni petrolifere dopo un contrattacco dei miliziani ribelli di Bengasi (che Haftar vorrebbe diventasse la capitale del suo regno, ma che in realtà non è nemmeno, ancora dopo anni, in grado di controllare completamente). Martedì Haftar e la sua milizia hanno dichiarato di aver riconquistato due terminal petroliferi (mentre nuove tensioni sono in atto a Tripoli).

Mosca ha smentito la presenza dei suoi operatori in Egitto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che la Russia “non ha nessun piano”, ma “se necessario” può tenere contatti con le parti in causa in Libia. “Non c’è nessun soldato stranieri provenienti da qualsiasi paese straniero sul suolo egiziano. Questa è una questione di sovranità” ha commentato il portavoce dell’esercito egiziano.

I funzionari degli Stati Uniti dicono invece all’agenzia britannica di aver osservato quelle che sembravano essere forze russe e droni nella zona di Sidi Barrani, a circa 100 km dal confine con l’Egitto e Libia. Sidi Barrani è il luogo in cui la vulgata popolare ha già piazzato una base russa sul genere di Tartus, in Siria: quelle ricostruzioni dicono che Il Cairo avrebbe concesso lo scalo mediterraneo a Mosca in cambio di un impegno dietro, davanti, al fianco, di Haftar. Si tratta di ricostruzioni, appunto, perché i rapporti tra egiziani e il generale si sono un po’ raffreddati, e soprattutto perché l’impegno russo in Libia ora è da vedere più come una salvaguardia per i propri interessi. Un piano molto ampio di stabilizzazione del Mediterraneo potrebbe essere stato pensato al Cremlino che passa anche da un bell’investimento sul petrolio libico da parte della controllata statale Rosneft e coinvolge vari, forti attori regionali come l’Italia, il Qatar, e l’Egitto appunto.

Le fonti dalla sicurezza egiziana hanno dato informazioni più dettagliate: poco più di venti membri di un’unità d’élite delle forze speciali russe (potrebbero essere Spetsnaz, o forse membri della Zaslon, supposizioni, ndr), però si sono rifiutate di discutere la sua missione. Questo genere di team di elementi per operazioni speciali, a cavallo tra Intelligence e consulenza militare, sono stati visti in Libia sotto varie bandiere: francese, italiana, americana, inglese, giordana. La fonte egiziana aggiunge che la base di Marsa Matrouh all’inizio di febbraio è stata già usata con compiti analoghi dai russi. Da qualche mese girano anche rumors a proposito di un piccolo gruppo di tecnici aeronautici russi che si trovano in Egitto: il loro compito fornire assistenza ai pezzi, datati, dell’aviazione haftarista (a proposito: dieci giorni fa circolavano foto di un Mig-23 d’epoca sovietica apparso misteriosamente in un hangar di Haftar)

libia

Forze speciali della Russia in Egitto con un occhio alla Libia?

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