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Niente nuove tasse, dice il governo presentando il Def, ma è davvero così? E di quanto saranno i tagli alla spesa pubblica? Forse di 600 milioni. Ma l’esecutivo allarga al contempo i cordoni della borsa sbloccando il turn over per i comuni e stanziando risorse per gli statali. Ecco numeri, previsioni e piccoli bluff.

IL NODO TASSE

“Conti in ordine senza aumentare le tasse”, sintetizza il premier Paolo Gentiloni presentando il Documento di economia e finanza approvato ieri dal consiglio dei ministri.

Eppure è previsto lo split payment, che è una vera e propria tassa sulla liquidità delle imprese, da cui verrà circa 1 miliardo; 4-500 milioni verranno da altre tasse sui giochi; e altri 200 milioni verranno molto probabilmente da quelle che vengono chiamate “rimodulazioni” delle accise sui tabacchi (aumentano i prezzi delle sigarette, in sostanza).

LA SINTESI DEL GOVERNO

Crescita del Pil un po’ più sostenuta, all’1,1%. Debito che si stabilizza sui livelli dello scorso anno. E deficit che si dovrebbe assestare sul 2,1% per il 2017 grazie alla manovra che non è “depressiva” ma contiene misure per il rilancio dell’economia.

LE PAROLE DI GENTILONI

Al termine di due ore di riunione del Consiglio dei ministri il premier Paolo Gentiloni sintetizza le scelte adottate dal governo tra documento programmatico, il Def, e decreto di correzione chiesto dalla Ue, sottolineando che l’Italia prosegue nel percorso di riforme per sostenere la crescita e si presenta a Bruxelles con “i conti in ordine ma senza aumentare le tasse”. Anzi, possibilmente continuando a ridurre il peso ancora “eccessivo” del fisco.

L’ESULTANZA DEI RENZIANI

“Avanti, insieme, senza nuove tasse. Rottamare il modello fiscale ‘Dracula’ è possibile e il Pd lo sta dimostrando”, è la sintesi dei risultati ottenuti del renzianissimo Edoardo Fanucci. Il percorso per la cessione di quote delle società pubbliche, ha ribadito il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è però confermato nel Def, con l’obiettivo però di ricavare non più lo 0,5% ma lo 0,3% del Pil (circa 5 miliardi anziché 8 l’anno) da destinare all’abbattimento del debito che “finalmente si è stabilizzato”.

LE PREVISIONI DI PADOAN

Il Pil crescerà dell’1,0% nel 2018 e altrettanto nel 2019, “con u’impennata poi nel 2020”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del Cdm sul Def, parlando di “previsioni conservative che auspicabilmente saranno riviste verso l’alto”. “Avremo sorprese positive, questa è la mia convinzione”, ha aggiunto, spiegando che i numeri sono quelli attuali per una “stance politica fiscale molto stringente”. “La manovra di aggiustamento dell’0,2% è un aggiustamento pienamente strutturale che realizza 3,4 miliardi di euro per il 2017 con un beneficio di aggiustamento nei prossimi, ottenuto con l’efficientamento della gestione tributaria, con misure di lotta all’evasione validate dall’Ue e con misure solo in parte di tagli di spesa”. “Il rapporto debito-Pil si stabilizza attorno al valore dell’anno scorso, i numeri saranno disponibili domani”. Si tratta, ha aggiunto Padoan, di “un risultato molto importante, ottenuto anche in assenza di inflazione”. “Approfitto per dissipare ogni dubbio che era girato nelle scorse ore: il governo mantiene tutti gli impegni presi inclusi i contratti con la P.a”.

PRIVATIZZAZIONI

“I numeri sulle privatizzazioni sono confermati, troveremo modo e canali anche originali per gestire questo aspetto che dà molteplici benefici non solo per la riduzione del debito ma anche per un aumento dell’efficienza” delle società pubbliche. A una domanda su un possibile ruolo di Cdp il ministro si è limitato a dire che “nel Def c’è l’impegno, sugli strumenti nuovi” sono state scambiate delle idee “con obiettivo di tornarci a breve sopra con l’impegno di prendere eventualmente decisioni concrete”.

SBLOCCO TURN OVER PER I COMUNI

Le misure per gli enti locali approvate in cdm puntano a “favorire gli investimenti di Province e città metropolitane” destinando 100 milioni alla viabilità e prevedendo una spinta agli investimenti nell’edilizia scolastica. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, annunciando anche “lo sblocco del turnover fino al 75% per il personale dei Comuni”. Recepito anche l’accordo Stato-Regioni.

LE RISORSE PER GLI STATALI

Il Documento di economia e finanza prevede altri 2,8 miliardi di euro da stanziare per il pubblico impiego, settore statale e non statale, per arrivare ad un aumento contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 2016-2018. E’ quanto stabilisce una prima bozza del Def, che così considera l’accordo del 30 novembre tra Madia e sindacati per le stime ‘a politiche invariate’. Si fa anche una previsione degli eventuali oneri per di un prossimo rinnovo: 2,3 miliardi per il 2019 e 4,6 per il 2020.

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