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Ipotesi “spacchettamento” del gruppo, profilo internazionale e difesa europea. Ha toccato tutti i temi caldi del momento Alessandro Profumo, al suo primo intervento pubblico in qualità di amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica. Il manager ha partecipato questa mattina alla parte pubblica dell’assemblea generale della Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), presieduta da Guido Crosetto. Insieme a lui, hanno partecipato all’evento, tra gli altri, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il capo di Stato maggiore della Marina Valter Girardelli e l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono. Il battesimo del fuoco per Profumo era già avvenuto due settimane fa al salone parigino di Le Bourget. L’attesa per oggi era però alta, visto che allora il nuovo ad non aveva rilasciato dichiarazioni.

IL DEBUTTO E I CONSIGLI NON RICHIESTI

“Vi chiedo scusa: oggi sono sette settimane che faccio questo mestiere e quindi non potrò essere che abbastanza generico”, ha esordito l’ex banchiere, già ad di Unicredit e presidente del Monte dei Paschi di Siena. In realtà, Profumo non ha rinunciato a mandare messaggi molto chiari su alcune questioni (e alcuni dubbi) emersi dal momento della sua nomina da parte del governo. “A sessant’anni ho avuto l’interessante esperienza di tornare in prima elementare e ripartire da zero nell’apprendimento di quello di cui mi dovevo occupare, tranne portare un po’ di competenza manageriale che penso di avere”, ha detto. In queste settimane, “ho ricevuto più suggerimento dell’allenatore della nazionale di calcio: un fenomeno estremamente interessante”, ha detto lanciando una stilettata.

SPACCHETTAMENTO DEL GRUPPO?

Altro sassolino: “Ho letto che sarei stato mandato in Leonardo per fare uno spezzatino. Darò delle grosse delusioni a chi ha scritto questo”. Certamente però, “voglio che Leonardo identifichi le tecnologie, e le aree di business basate su tecnologie, nelle quali abbiamo dei vantaggi competitivi”. Spezzatino no dunque, ma focus sì. E ciò vale non per la sola ex Finmeccanica, ma per tutto il comparto nazionale che inevitabilmente è legato al gigante. “Leonardo ha tanti, troppi, settori di attività”, ha ammesso Profumo. “Alcuni di essi hanno un ritorno sul capitale investito a doppia cifra, altre sono a zero o sono negative”. L’azienda “lavorerà su questo insieme ai fornitori – che però non devono percepire Leonardo come una vacca da mungere – per costruire insieme dei percorsi di crescita”. In altre parole, “lavoreremo per capire quali sono quei segmenti di attività in cui il valore aggiunto è più alto e dove insieme possiamo crescere, e dove focalizzare gli sforzi per poter essere competitivi”. E “i fornitori, in particolare quelli strategici, devono avere la capacità di aumentare la propria dimensione per essere in grado di stare sul mercato indipendentemente da noi”.

IL GIUDIZIO SUL SETTORE

Il comparto della difesa e aerospazio è “un settore che da finanziatore mi preoccuperebbe parecchio: perché ha un ciclo produttivo estremamente lungo, ha un’intensità del capitale molto alta, che si finanzia essenzialmente con i fornitori, avendo una leva molto più alta delle aziende americane, nostri principali competitor”. È inoltre un settore “composto da aziende medie e piccole – e noi siamo medie aziende se guardiamo nel panorama globale – nel quale le cosiddette Pmi contribuiscono alle spese di ricerca per il 6%”. Ciò “significa che i cosiddetti medi e grandi fanno tutto il resto”, avendo però un ritorno dell’investimento molto minore rispetto ai piccoli: “Cosa anomala” secondo Profumo. Insomma, “un settore su cui dobbiamo lavorare tantissimo”, ha ammesso il nuovo ad di Leonardo di fronte a una platea di aziende del comparto riunitesi per l’assemblea dell’Aiad.

LE SFIDE INTERNAZIONALI

Ma Profumo ha parlato anche delle sfide globali, “di eventi che cambieranno il nostro scenario”. D’altronde, come più volte ribadito dal ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, l’ex banchiere è stato scelto proprio in virtù del proprio profilo internazionale. Prima di tutto la Brexit, un’opportunità più che un pericolo. “Abbiamo una forte presenza nel Regno Unito, un Paese militarmente forte ma non solo”. Si tratta, ha spiegato Profumo, “di un Paese che ha alcuni mercati di riferimento e noi dovremo avere la capacità di sfruttare la nostra presenza in Uk per aumentare la capacità di penetrazione proprio in quei mercati”. Certo, resta da capire come il Regno Unito “si interfaccerà ai programmi europei”, vera novità dell’attuale contesto della difesa.

Ci sono poi le economie emergenti, con la Cina in testa. “Stanno investendo in maniera molto consistente in settori in cui operiamo e non ci regaleranno niente”, ha avvertito Profumo. La sfida “è capire come restare avanti e mantenere un vantaggio competitivo”. Eppure, tra le incognite c’è anche l’alleato d’oltreoceano. “Non è chiarissimo cosa accadrà con la nuova presidenza americana”, e anche per questo, “il tema europeo è il nostro punto di riferimento”. Ma, ha avvertito, “dobbiamo avere consapevolezza delle necessità di avere un coordinamento europeo e la capacità di fare programmi che siano veramente europei senza moltiplicare le spese”. Per arrivarci preparati, ha aggiunto il nuovo ad, “la veloce approvazione del Libro bianco della Difesa, con la pianificazione delle risorse, è fondamentale”.

IL RIFERIMENTO A MBDA

Nel contesto dell’integrazione europea, Leonardo è stata tra le aziende che hanno anticipato i tempi. Il gigante missilistico europeo MBDA (Leonardo 25%, BAE Systems 37,5%, Airbus Group 37,5%) è “una forma di aggregazione estremamente interessante, perché consente di mantenere la dimensione nazionale avendo comunque un coordinamento europeo”, ha detto Profumo. Il riferimento alla joint venture è sembrato un altro chiaro messaggio: no a ipotesi di vendita della quota di Leonardo.

Leonardo-Finmeccanica, ecco tutte le idee di Profumo su spezzatini, Cina, Europa e Mbda

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