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Non c’è pace per il cancelliere tedesco, Angela Merkel, che si prepara a una difficile elezione il prossimo settembre, dove una parte dei problemi battono bandiera turca e sono incarnati dal sempre più bizzoso presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, quanto mai determinato a rendere la vita impossibile alla leader della Cdu.

Turchia e Germania hanno più di un contenzioso in essere, con Berlino che agisce sapendo di avere la spada di Damocle per eccellenza che pende sulla testa, ossia l’accordo firmato sui migranti e che vede proprio la Germania come uno dei principali beneficiari.

Questa settimana Erdogan sarà ad Amburgo, dove il 7 e l’8 luglio si terrà il G20. Anche questa volta ha chiesto di poter tenere un comizio pubblico e anche questa volta dalle autorità di Berlino gli è arrivato un secco no, che ricorda molto quello ai comizi dei suoi ministri in occasione del referendum costituzionale, divieto che però si trasformò in una mossa a favore del leader islamico. Il comizio, che Erdogan vorrebbe all’aperto, in modo tale da raccogliere il più alto numero di partecipanti, cade nel primo anniversario del golpe del 15 luglio 2016. In Germania risiede la comunità turca più numerosa d’Europa, con oltre tre milioni di persone.

Erdogan ha più volte accusato la Germania di sostenere Fethullah Gulen, l’ex imam in autoesilio negli Usa, a capo di una corrente della destra islamica opposta alla sua e accusato di essere proprio il mandate del golpe, e i terroristi separatisti del Pkk.

A completare l’opera mancava solo l’exploit di un artista tedesco, che nei giorni scorsi ha posteggiato una Mercedes di fronte all’ambasciata turca nella capitale tedesca con su scritto “vuoi questa macchina? Uccidi i dittatatori”, con tanto di foto del presidente della Mezzaluna sul cruscotto. Ankara ha convocato l’ambasciatore teutonico e Berlino si prepara a una due giorni che si annuncia di fuoco.

“Se la Germania mi impedisce di parlare firma il suo suicidio politico”, ha dichiarato Erdogan al Die Zeit, facendo capire che la polemica che ne seguirà è nulla rispetto a quella scoppiata nei mesi scorsi. Berlino per il momento si dimostra risoluta. Sigmar Gabriel, ministro degli Esteri tedesco, ha detto che un discorso pubblico di Erdogan “non è una buona idea”. I parlamentari della Cdu stanno facendo pressione su Angela Merkel perché continui con la linea della fermezza.

Darla vinta al presidente turco, vorrebbe dire dare un segnale all’elettorato tedesco su una maggioranza non più forte e alle altre comunità turche in Europa che Erdogan può fare quello che vuole. Dall’altra parte, però c’è il rischio che un atteggiamento di chiusura irriti e radicalizzi decine di migliaia di musulmani che vivono in Europa, per i quali Erdogan è un punto di riferimento, già irritati per le polemiche contro i flussi di migranti.

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Vi racconto le ultime tensioni fra Erdogan e Merkel

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