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Lunedì il neo presidente francese Emmanuel Macron ha ospitato l’omologo russo Vladimir Putin. Macron è stato eletto da poche settimane, e quello con Putin è stato uno dei primi bilaterali organizzati finora in Francia, e segna l’interessamento di Macron nel costruire rapporti con la Russia. L’incontro si è svolto alla reggia di Versailles, e su una cosa concordano la gran parte dei giornalisti presenti: c’era molta tensione. Perché al di là delle linea, il francese ha sottolineato all’omologo russo i lati bui della sua azione politica.

IL CLIMA

Certamente sul clima hanno pesato sia l’aperto appoggio fornito dalla Russia a Marine Le Pen, avversaria di Macron al ballottaggio, sia gli attacchi informatici subiti dal comitato elettorale dell’attuale presidente durante la campagna. In particolare uno la sera del silenzio elettorale, il venerdì prima del primo turno di voto, era sembrato del tutto analogo a quelli che avevano colpito la campagna elettorale della Democratica americana Hillary Clinton, e sulla base di analogie e prove circostanziali, alcuni analisti lo avevano attribuito agli stessi gruppi hacker, considerati delle branche operative clandestine dei servizi segreti russi. Coincidenza: parecchi degli account Twitter pro-Trump, che hanno anche condiviso le informazioni rubate a Clinton 2016, si erano messi al lavoro contro En Marche!, il movimento politico di Macron.

L’INTERVISTA

Macron in un’intervista rilasciata domenica al Journal de Dimanche aveva spiegato che non è sua intenzione piegarsi davanti a nessuno. Parlava del modo in cui aveva stretto la mano al presidente Donald Trump a Parigi nei giorni scorsi – Trump è famoso per usare il saluto con un modo pseudo machista come a far capire ‘qui comando io’ – ma ha fatto riferimento anche ad altri capi di stato: “Trump, il presidente turco o il presidente russo stanno in una logica di rapporti di forza, e la cosa non mi spaventa”.

L’ATTACCO AI MEDIA DEL CREMLINO

Durante la conferenza stampa congiunta il presidente francese ha fatto un’uscita che nessuno mai prima di lui aveva fatto davanti a Putin: a una domanda sul perché alle sue iniziative pubbliche elettorali non aveva fornito l’accredito ai giornalisti di Russia Today e Sputnik, due media outlet internazionali finanziati dal Cremlino, Macron ha risposto chiaramente perché sono “organi di pressione che hanno detto molte controverità sulla mia persona”, e ancora ” (sono) strumenti di interferenza, c’è stata un’ingerenza grave durante il processo elettorale di un paese democratico”.

LA SIRIA

Più avanti, sempre davanti ai giornalisti, ha poi ammonito Mosca sulla Siria: cerchiamo di lavorare insieme per il bene del popolo siriano, ha detto Macron, ma se ci saranno altri attacchi chimici aspettatevi che la Francia prenderà iniziativa militare in modo indipendente contro il regime di Bashar el Assad.

PERCHÉ È IMPORTANTE

Sono due affermazioni toste, a maggior ragione se inserite in un contesto istituzionalmente formale come dovrebbe essere una conferenza stampa a margine di un incontro tra capi di stato. Sono dichiarazioni importanti soprattutto perché attaccano due punti controversi quanto centrali dell’azione di politica estera russa. Le campagne di guerra informativa spinte da RT e Sputinik sono parte integrante delle misure attive con cui Mosca cerca di giocare influenza all’interno degli altri paesi, anche solo seminando il caos con la disinformazione. La Siria, inoltre, è un punto chiave dei foreign affairs russi, perché col coinvolgimento al fianco del regime, Mosca ha piantato un piede in Medio Oriente e sul Mediterraneo, mandando un chiaro messaggio sulla proiezione militare internazionale.

PERCHÉ CI INTERESSA

Lunedì, Jason Horowitz, il corrispondente da Roma del New York Times, ha scritto un articolo in cui spiegava come la distanza che si è creata tra paesi europei e Trump, potrebbe essere riempita dalla Russia: nel pezzo è ovviamente riportato l’esempio italiano. L’allontanamento tra UE e Casa Bianca lato Trump è diventato più evidente negli ultimi giorni, quando la Cancelliera tedesca prima, e il suo ministro degli Esteri poi, hanno ribadito la necessità per l’UE di muoversi indipendentemente dall’America (di Trump, la chiosa). Macron è considerato l’asse ideale al fianco della Germania. Berlino è stato un paese che ha tenuto sempre aperta la porta europea alla Russia, ma è in corso un’erosione del rapporto personale tra i due capi di stato (conseguenze anche della crisi ucraina).

(Foto: Sito ufficiale del Cremlino)

macron

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