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Salvo clamorose sorprese, il prossimo segretario generale della Nato sarà Mark Rutte, da 14 anni primo ministro dei Paesi Bassi. La candidatura potrebbe essere ufficializzata da una riunione degli ambasciatori accreditati presso la Nato o al summit di Washington di luglio. Rutte entrerà in carica il primo di ottobre. 

La notizia arriva dopo che l’ultimo altro candidato in corsa, il presidente della Romania, Klaus Iohannis, si è ritirato, invitando il governo rumeno a sostenere la candidatura di Rutte. L’ultimo step precedente al ritiro della candidatura del presidente rumeno, e forse più importante, è stato l’accordo trovato da Rutte col primo ministro ungherese Viktor Orban, che ha rimosso il suo veto (tra Rutte e Orban i rapporti non erano buoni)  in cambio di un’assicurazione sul fatto che il personale ungherese non dovrà prendere parte ad attività Nato in Ucraina (assicurazione puramente politica, in quanto la Nato non ha il potere di disporre del personale di nessun alleato) e sul fatto che fondi ungheresi non saranno usati per supportare Kyiv.

Mark Rutte è, dal 2010, il leader del partito liberale olandese (Vvd) che ha governato ininterrottamente ad Amsterdam, anche se spesso attraverso governi di minoranza. Austero, quasi modesto, nella vita privata, è diventato noto in Italia proprio per la sua austerity, che lo ha reso preminente all’interno dei cosiddetti Paesi frugali. Più recentemente, è stato uno dei più forti sostenitori di Kyiv, in quanto leader del primo Paese a fornire F-16 all’Ucraina. In patria lo dipingono come un abile negoziatore, anche in virtù della sua abilità di rimanere al governo attraverso accordi politici con forze anche assai diverse tra loro. 

Rutte lascia Amsterdam dopo che il partito di estrema destra (Pvv) di Geert Wilders è risultato essere la prima forza alle elezioni del 2023. È stato recentemente siglato un accordo di governo tra Pvv, Vvd, il partito centrista e il partito populista degli agricoltori. In virtù di tale accordo, Rutte lascerà il 2 luglio per fare spazio a Dick Schoof, funzionario pubblico apicale di lungo corso.

Il nuovo Segretario generale arriva un anno dopo la naturale scadenza della carica di Jens Stoltenberg. Non si era voluto cambiare la posizione apicale della Nato in un momento così geopoliticamente delicato. Tra i possibili nomi che nel tempo si sono susseguiti per la guida dell’Alleanza ci sono stati l’ex primo ministro finlandese Kaja Kallas, il ministro degli Esteri lettone Krisjanis Karins, e anche gli italiani Matteo Renzi e Mario Draghi

Si conferma la trazione nordica della Nato. Nella storia dell’Alleanza, vi sono stati solo un Segretario generale italiano (Manlio Brosio, 1964-1971) ed uno spagnolo (Javier Solana, 1995-1999) – per il resto tre britannici, due belgi, due scandinavi, un tedesco e, con Rutte, ben quattro olandesi. Al di là del particolare ruolo dell’atlantista Amsterdam, questo significa che la Nato mantiene il suo corso, fatto di attenzione preponderante al fronte est (e, per estensione, nord). L’Italia avrà un ruolo più operativo: l’ammiraglio Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Difesa sarà il prossimo Chairman del Comitato militare della Nato.

Olanda

Chi è Mark Rutte, il prossimo Segretario generale della Nato

Dopo il ritiro della candidatura rumena e la rimozione del veto ungherese, manca solo l’ufficialità per la nomina a segretario generale della Nato per il premier olandese Mark Rutte. Finisce la lunga era di Jens Stoltenberg quale numero uno dell’Alleanza. Ad assisterlo ci sarà l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che guiderà il Comitato militare Nato

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