Skip to main content

L’indice Dow Jones è in crescita e continua a stare sopra ai 19mila punti. Gli investitori spingono l’acquisto di titoli legati all’industria tradizionale e mineraria. È l’effetto Donald Trump alla Casa Bianca? Senza alcun pregiudizio vediamo cosa farà dal 20 gennaio prossimo.

Non c’è dubbio che i produttori Usa di carbone, petrolio e gas abbiano trovato in Donald Trump l’uomo della provvidenza. Lui è un convinto sostenitore della produzione intensiva delle fonti fossili? Non crede al cambiamento climatico? È scettico sulle energie rinnovabili? Tre sì e andiamo a capo. Le sue scelte in materia energetica sembrano segnate. Eppure ora non sarà semplice per il nuovo presidente prendere decisioni a senso unico.

Cominciamo col carbone, la più inquinante delle fonti fossili. Guardiamo agli Stati Uniti e vediamo che detengono le riserve di carbone più vaste al mondo e ne sono ovviamente anche il più grande produttore. Fino a due anni fa, il carbone generava quasi il 50% dell’elettricità statunitense, poi la percentuale è crollata a poco più del 30%: non tanto per motivi ambientali, quanto per la crescita esponenziale dello sfruttamento, grazie ai bassi costi, dello shale gas. Se Trump vorrà accontentare i produttori di queste due fonti finirà per mettere gli uni contro gli altri. E ci perderanno entrambi.

E il petrolio? Il nuovo presidente intende limitare il fracking, la tecnica di estrazione dello shale, oppure no? Tutto lascia pensare che cercherà di sostenerne la produzione con accorgimenti fiscali e l’eliminazione di vincoli ambientali, puntando a un ritorno alla crescita delle estrazioni sul suolo americano. Ma sarà un gioco simile alla corsa a ostacoli. Il boom della produzione Usa di greggio fino al 2015 è stato il fattore principale del crollo globale del suo prezzo. Rispetto a una domanda che cresce poco rispetto a una produzione che continua a superarla, i produttori di qualunque Paese soffrono e hanno atteso speranzosi l’accordo dell’Opec dello scorso dicembre.

Il vertice dei 14 Paesi Opec del 30 novembre scorso a Vienna ha sugellato l’accordo sul taglio di produzione (dopo 8 anni). La Russia, terzo produttore mondiale, ha convenuto al taglio. Alcuni principali osservatori e protagonisti rimangono perplessi sul congelamento della produzione. Il principale motivo è di non fare regali a Paesi che hanno costi di produzione più alti e che solo grazie a tagli dell’Opec potrebbero continuare a produrre senza rimetterci. E chi è il principale di questi Paesi? La risposta è scontata: ancora gli Stati Uniti. Congelando la produzione, l’Opec potrebbe far risalire i prezzi del greggio, consentendo agli Usa di produrre di più. E gli altri grandi esclusi da questo conclave oltre agli Usa come il Brasile, Cina, Canada cosa faranno? Questo scenario sempre globale e mobile è un elemento ulteriore a favore della prospettiva di una possibile instabilità dei prezzi nel 2017, alimentato sia da sovrapproduzione sia dallo scarso coordinamento dell’Opec e degli altri produttori? Trump ha di fronte un bel gioco su cui cimentarsi. Che però è anche un dilemma, perché molte società americane che producono petrolio da shale non sopravvivrebbero a prezzi troppo bassi.

Il gioco non cambia se prendiamo in esame le fonti rinnovabili, soprattutto biocarburanti ed energia solare. Gli Stati Uniti producono quasi il 60% dell’etanolo mondiale – di gran lunga biocarburante– continuando in un boom che non sarebbe stato possibile senza le protezioni garantite dalle amministrazioni, sia repubblicane sia democratiche, agli agricoltori. Sussidi legati non tanto a uno spirito ambientalista, ma a crudi motivi economici: senza la produzione di biocarburanti, gran parte degli agricoltori americani sarebbe fallita, vista la caduta dei prezzi delle produzioni tradizionali, a partire dal mais.

E chi sono gli agricoltori statunitensi? L’America della Corn Belt – l’area del mais, cereale di cui gli Usa sono i più grandi produttori mondiali – che comprende gli Stati del midwest. In ordine di volumi produttivi: Iowa, Nebraska, Illinois, Minnesota, South Dakota, Indiana, Michigan, Kansas e Missouri. A cui aggiungere l’Ohio. Con le sole eccezioni di Illinois e Minnesota, si tratta di Stati dove i farmer hanno votato in massa per Trump. Sarà quindi difficile per il presidente voltare le spalle a questa America tradizionalista e rurale che tira avanti grazie all’opportunità offerta dalla produzione di biocarburanti.

Quanto all’energia solare, e in particolare a quella fotovoltaica, gli Stati Uniti hanno conquistato negli ultimi anni sia la leadership tecnologica mondiale, sia la leadership nei costi. Senza che i più se ne siano accorti, il fotovoltaico – quando adottato in grandi centrali di produzione – ha conquistato la cosiddetta parity grid nelle aree ad alta insolazione, cioè una sostanziale parità di costo rispetto alla media delle altre fonti di energia. Nei prossimi anni, il continuo avanzare della tecnologia e l’abbattimento ulteriore dei costi renderanno i più importanti produttori americani potenziali protagonisti di un’espansione mondiale che difficilmente potrà essere contrastata da altri Paesi. La Cina, che sembrava destinata a dominare i mercati grazie a costi stracciati, sta pagando il prezzo di una tecnologia più vetusta e di un eccesso di capacità produttiva, che rischia di mandare a gambe all’aria molti produttori della prima tigre asiatica. Anche in questo caso, non sarà un gioco facile per Trump chiudere gli occhi di fronte a un primato a stelle e strisce.

Insomma, sarà facile per Trump mandare in soffitta il cambiamento climatico, l’iper-regolazione, e le preoccupazioni ambientali che hanno accompagnato lo sviluppo dei temi energetici negli ultimi anni. Ma non gli sarà facile confrontarsi da chief commander con le dure leggi dell’economia che renderanno ogni scelta in tema di energia piena di trappole ed effetti boomerang. E tra le leggi dell’economia derivate dalla matematica ce n’è una che studia le diverse condizioni che si presentano nel momento in cui si debbano compiere scelte strategiche individuali, quando cioè un risultato non dipende solamente dalle proprie scelte. Forse è il caso che un “gambler” come Donald Trump dia una ripassatina alla “Teoria dei giochi”.

Trump

Ecco piani e incognite di Donald Trump sull'energia

L’indice Dow Jones è in crescita e continua a stare sopra ai 19mila punti. Gli investitori spingono l'acquisto di titoli legati all'industria tradizionale e mineraria. È l'effetto Donald Trump alla Casa Bianca? Senza alcun pregiudizio vediamo cosa farà dal 20 gennaio prossimo. Non c'è dubbio che i produttori Usa di carbone, petrolio e gas abbiano trovato in Donald Trump l'uomo della provvidenza. Lui…

L’aberrante gioco antropologico della maternità surrogata

Se c’è una cosa che colpisce veramente nel nostro tempo è vedere l’indifferenza con cui socialmente, privatamente e personalmente si lascino correre, magari dopo furibondi dibattiti momentanei, derive antropologiche i cui risvolti sono veramente difficili da immaginare. L’ultima trovata, sottolineata poco e soltanto con molto coraggio – dati i tempi che corrono – da Eugenia Roccella su L’Occidentale, è il…

Obama

Vi racconto il colpo di coda di Obama in Europa con la Nato

Mentre alla casa Bianca stanno imballando gli ultimi effetti personali della famiglia Obama, nel porto di Bremerhaven in Bassa Sassonia sembra di assistere a un nuovo sbarco in Normandia. In queste ore i carri armati, i mezzi logistici e gli equipaggiamenti della Terza Brigata Corazzata della Quarta Divisione di Fanteria USA di stanza a Fort Carson, Colorado, stanno rombando giù…

Il caos dell'Europa fa risorgere il nazionalismo. Report Global Trends di Clapper

"La crisi esistenziale dell'Europa è destinata a continuare almeno per i prossimi anni", dice il report "Global Trends" che l'ufficio del Director della National Intelligence (DNI) James Clapper rilascia annualmente come valutazione dei rischi strategici e opportunità per il mondo nei prossimi 20 anni. Quello di quest'anno è uno degli ultimi passaggi di Clapper: l'uomo che ha fatto da referente in ultimo…

Vaticano e Ordine di Malta, ecco le ultime tensioni

Volano gli stracci tra Aventino e Colle Vaticano. Panni lavati in pubblico, nel bel mezzo del Tevere che separa la sede dell'Ordine di Malta da San Pietro. Una questione che, se non è rottura, sa tanto di crisi diplomatica tra il più antico ordine cavalleresco di Santa Romana Chiesa e la Chiesa. BOTTE DIPLOMATICHE È consuetudine che il giorno seguente…

referendum

Voucher, ecco gli effetti del referendum della Cgil approvato dalla Corte costituzionale

"Volete voi l'abrogazione degli artt. 48, 49 (come modificato al suo terzo comma dal d. lgs. n. 185/2016) e 50 del d. lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante "Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'art. 1 comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183 (voucher)"?". È questo il quesito…

Gianluca Comin: il vero innovatore mette in pratica la sua idea

Spesso si definisce un'organizzazione o un'azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell'offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro. Persone che…

Westlands Securities, ecco conti e attività della società di Giulio Occhionero

Di Michele Arnese ed Emanuele Rossi

Martedì mattina Giulio Occhionero e sua sorella Francesca Maria sono stati arrestati nell'ambito di un'operazione contro "una centrale di cyberspionaggio". L'accusa è di avere raccolto dati sensibili di politici, funzionari statali, personalità e istituzioni tramite azioni di pirateria informatica. Tra i nomi illustri dei dossierati dai fratelli Occhionero anche l'ex premier Matteo Renzi, il governatore della Bce Mario Draghi, diversi politici, alcuni…

centenario, europeista, Legge elettorale, Vitalizi, casaleggio, voucher san valentino, Cazzola, inps, pensioni

Perché sono ineccepibili i verdetti della Consulta sui referendum promossi dalla Cgil

In attesa di conoscere le motivazioni, consideriamo ineccepibili i verdetti della Consulta sui quesiti referendari promossi dalla Cgil. Soprattutto per quanto riguardava la questione più delicata – il quesito in materia di licenziamenti individuali – i giudici costituzionali, dichiarandone l’inammissibilità, si sono attenuti ad una giurisprudenza consolidata, senza avventurarsi nella ricerca di "precedenti’’ (in realtà caratterizzati da profili giuridici differenti)…

Spionaggio, Occhionero e Polizia postale. Le domande di Enrico Mentana

Cambia il capo della Polizia postale alla luce dell'inchiesta sul cyberspionaggio che ha fatto emergere come siano stati violati account e quindi dati personali di politici e figure istituzionali come l'ex premier Renzi, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. E' questa la novità della giornata dopo l'arresto ieri di Giulio e Francesca Occhionero accusati di spionaggio politico,…

×

Iscriviti alla newsletter