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“C’è tanto bisogno di sindacato, di politica industriale, di azioni di tutela sociale”. È quanto emerso dalla seconda giornata dei lavori della Conferenza di Organizzazione Uilm tenuta a Pesaro. Ieri, tra i tanti interventi dei delegati, sono risaltate le parole di Carmelo Barbagallo e Rocco Palombella (nella foto) rispettivamente leader della Uil confederale e del sindacato metalmeccanico della medesima confederazione.  Il primo dei due ha riconosciuto il valore dell’intesa per il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici e ha invitato la Uilm a vigilare sulla gestione del contratto, per evitare in futuro che possa esserci qualsiasi ulteriore tentativo ad eliminare il contratto nazionale. Il segretario generale della Uil si è rivolto alla platea dei delegati sindacali e ha ricordato proprio il ruolo fondamentale giocato dalla categoria e da tutta l’Organizzazione per evitare che fosse scardinato il contratto nazionale.

IL CONTRATTO, LA PREVIDENZA E L’IMMIGRAZIONE SECONDO BARBAGALLO

“Dobbiamo continuare lungo questa strada: salvaguardare la contrattazione nazionale e rilanciare quella aziendale detassata”. A questo proposito,  Carmelo Barbagallo ha colto l’occasione per fare i complimenti anche alla categoria dei tessili: “Proprio la sera del 21 febbraio, è stato siglato un rinnovo contrattuale importante che consente a circa mezzo milione di lavoratori di incrementare il proprio potere d’acquisto e di accrescere le proprie tutele sociali”. E il leader della Uil, dunque, ha mandato un messaggio all’indirizzo di viale dell’Astronomia: “In questo quadro positivo, i ritardi di Confindustria sono incomprensibili: mentre tutte le associazioni datoriali firmano i contratti, nulla si muove sul fronte della riforma del sistema contrattuale. È tempo di iniziare una trattativa serrata. Confindustria riavvii il tavolo: noi siamo pronti. Dobbiamo puntare a un modello di sviluppo. Persino gli analisti tedeschi del centro di ricerche Diw di Berlino hanno confermato che le politiche di austerità hanno fatto male al nostro Paese. Noi possiamo fare la nostra parte: creiamo un modello contrattuale che dia un contributo alla ripresa economica. Avremo più forza e più autorevolezza  per chiedere al nostro Governo e all’Europa di cambiare verso, abbandonando l’austerità e creando occasioni di sviluppo”. Barbagallo ha fatto riferimento anche alla  fase della trattativa col governo dedicata, in particolare, alla costruzione di un modello previdenziale per i giovani. “Siamo pronti – ha detto – a proseguire il percorso iniziato lo scorso anno – ha dichiarato Barbagallo – per dare risposte e tutele ai giovani spesso costretti a lavori discontinui: peraltro, vista la particolare situazione politica, bisogna accelerare la discussione. Occorre anche rivedere alcuni aspetti relativi alla prima parte e, inoltre, affrontare la questione degli ammortizzatori sociali”. Infine, ha ricordato, l’accordo di Lampedusa sottoscritto lo scorso 2 febbraio con i sindacati dei paesi del Mediterraneo. “Come è noto – ha ricordato il leader della Uil – in quel documento chiediamo che venga istituita una sorta di “8 per mille” europeo per finanziare progetti di sviluppo e occupazione nei Paesi dai quali partono i flussi migratori che attraversano il nostro Mediterraneo. Inoltre, abbiamo rappresentato al Presidente la necessità che si giunga a un´armonizzazione delle politiche fiscali, che si costruisca il secondo pilastro dei diritti sociali e che si pervenga alla revisione della direttiva distacco. A quest´ultimo proposito, riteniamo infatti che sia inaccettabile che i lavoratori provenienti da altri Paesi europei abbiano trattamenti contrattuali o previdenziali diversi da quelli applicati ai lavoratori del luogo in cui operano. Occorre non una contrapposizione, ma un governo dei processi in un contesto di maggiore integrazione europea”.

PALOMBELLA E LA POLITICA INDUSTRIALE

Rocco Palombella, che oggi interverrà a un convegno presso il palazzo della cultura di Catania, organizzato dalla Uil confederale (presente Enzo Bianco, sindaco della città etnea) in cui verrà approfondito il tema dell’Industria 4.0. Già nel corso della “due giorni” di dibattito tenuto a Pesaro il segretario generale della Uilm aveva battuto il tasto su questo punto. “È incomprensibile – aveva ribadito – come l’Italia sia ancora in una fase primordiale quando da anni negli altri Paesi si ragiona su come indirizzare le risorse per lo sviluppo sostenibile. In questi anni è mancato un vero progetto di politica industriale da parte del governo. Si è accumulato un notevole ritardo sui problemi dell’industria innovativa. Il pensiero su ciò che il sindacato può fare rispetto all’industria del futuro è soprattutto, in questa fase di generare momenti di confronto con tutte le parti coinvolte. “Occorre vigilare – ha più volte sottolineato il leader sindacale – affinchè le risorse economiche pubbliche non vengano ancora una volta disperse; è necessario partecipare al recupero delle competenze per le complesse figure professionali attraverso la formazione;  bisogna favorire le discussioni che riguarderanno la stesura di una nuova ed eventuale legge sull’orario di lavoro; è fondamentale tutelare la professionalità dei lavoratori prevedendo un nuovo sistema di inquadramento a fronte delle nuove mansioni che verranno assegnate contemporaneamente ai lavoratori; è bene  costruire e proporre un nuovo modello di relazioni industriali che salvaguardi i lavoratori nel nuovo contesto di sviluppo.

Per il sindacato, insomma, si prospetta una missione fatta di impegni molteplici e innovati. Per chi si occupa di industria, come la Uilm, è l’imperativo categorico che è risaltato con vigore dalle parole di Rocco Palombella nella Conferenza  conclusa ieri a Pesaro.

barbagallo e palombella

Che cosa chiede la Uilm su politica industriale e lavoro

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