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Diminiuscono le risorse economiche ma aumentano i membri del Consiglio di sovrintendenza dello Ior. E’ un cda della banca vaticana che non parla più italiano quello dell’Istituto per le opere di religione: con le tre nuove nomine di Scott C. Malpass, Javier Marín Romano e Georg Freiherr von Boeselager il Consiglio passa dai cinque da statuto, poi sei in deroga, a sette componenti. E’ un board che, secondo alcune ricostruzioni, rispecchia un nuovo equilibrio tra Opus Dei, Ordine di Malta e Cavalieri di Colombo.

OPERAZIONE VALCHIRIA AL TORRIONE

Tedesco, di nobile famiglia, George Freiherr Von Boeselager ha lavorato per diversi anni in qualità di private banker e attualmente ricopre la carica di head of supervisory board della Merck Finck & Privatbankiers AG di Monaco di Baviera. Membro dell’Ordine di Malta, è il fratello di Albert, ex Gran Cancelliere dell’Ordine, sospeso nei giorni scorsi dal suo gran maestro e dal cardinale patrono, l’americano Raymond Leo Burke. La sua famiglia ha giocato un ruolo nella storia della Germania: il padre Philipp e lo zio George hanno partecipato al fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, noto come “operazione Valchiria”. Vatican Insider gli attribuisce una conoscenza con il cardinale di Vienna Cristoph Schönborn.

DALL’INDIANA A ROMA

Lo statunitense Scott C. Malpass è vice presidente e responsabile degli investimenti presso l’Università di Notre Dame, Indiana, una delle più importanti università cattoliche del mondo, con un capitale di oltre dieci miliardi di dollari. Nel 2014 ha contribuito a fondare Catholic Investment Services, organizzazione senza scopo di lucro che offre soluzioni di investimento per le organizzazioni cattoliche che seguono le linee guida fornite dalla Conferenza episcopale Usa. In un ritratto, Forbes gli attribuisce questa frase: “Non siamo speculatori o commercianti. Siamo investitori alla ricerca di valore, economicità ed efficienza”.

SANTANDER TIENE BANCO

Secondo il giornalista Gianni Valente, lo spagnolo Javier Marín Romano è vicino al presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza della banca, il cardinale Santos Abril y Castello. Il bollettino della Sala Stampa vaticana così lo tratteggia: “Munito di una grande esperienza nel campo bancario, in particolare ha ricoperto varie cariche per il Banco Santander”. Infatti ne è stato Chief Executive Officer e Head of Private Banking, Asset Management and Insurance Division. Per El Confidencial la proposta di entrare nel Consiglio era arrivata già due anni fa. Marín rifiutò l’invito per motivi professionali, consigliando un collega. Dal gruppo Santander proviene infatti anche un altro membro laico dello Ior, nominato nel 2014, Mauricio Larraín direttore Esterno del Banco Santander Cile, nonché direttore Generale della ESE Business School dell’Università Los Andes del Cile. Entrambi sarebbero vicini all’Opus Dei. Legato al Banco Santander anche Ettore Gotti Tedeschi, chiamato alla presidenza dello Ior nel settembre del 2009 e da lì estromesso nel 2012 con una procedura da lui definita “ingiusta e brutale”.

GLI ALTRI MEMBRI

Siede nel board laico della banca vaticana anche Sir Michael Hintze, miliardario anglo-australiano, euroscettico, pro Brexit finanziatore del partito conservatore britannico e diffidente delle tesi sul riscaldamento globale. Ex ufficiale dell’esercito australiano, è molto vicino al “ministro” dell’Economia vaticana, il cardinale George Pell. Nel consiglio c’è poi l’americana Mary Ann Glendon, accademica, già ambasciatrice Usa presso la Santa Sede. Convinta pro-life, nel 2009 rifiutò una onorificenza della Notre Dame University in polemica con la presenza del presidente Barack Obama. È data in quota ai Cavalieri di Colombo.
Al timone, come presidente del Consiglio di sovrintendenza, rimane il francese Jean-Baptiste Douville de Franssu (a sinistra nella foto). Giunto al comando nel 2014, è il terzo leader in pochi anni (dopo la presidenza Gotti Tedeschi e il breve mandato del tedesco Ernst von Freyberg).

UNA BANCA PARTICOLARE

Le tre nuove nomine arrivano dopo che in maggio due membri, Clemens Börsig e Carlo Salvatori, si erano dimessi dal Consiglio. Una scelta, disse l’allora portavoce vaticano Federico Lombardi, che va compresa “nel quadro delle legittime riflessioni e opinioni circa la gestione di un Istituto di natura e finalità così particolari come lo Ior”. Pochi giorni prima, il Papa aveva bocciato il progetto del Consiglio di costituire da parte dello Ior un fondo di investimento a capitale variabile in Lussemburgo.

Ecco come cambiano gli equilibri nello Ior

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