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L’IranAir, la compagnia di bandiera di Teheran, ha siglato ieri un contratto da 16,6 miliardi di dollari con Boeing per la fornitura di 80 aerei destinati al trasporto passeggeri. Per la firma con Airbus sarebbe questioni di giorni.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Come annunciato dal costruttore statunitense, l’accordo prevede 50 velivoli a fusoliera stretta 737 MAX 8, e 30 wide-body 777, equamente divisi tra le versioni 300ER e 9. La prima consegna è attesa per il 2018. Il contratto firmato da IranAir rappresenta per Teheran il più rilevante accordo siglato con una compagnia occidentale dalla Rivoluzione islamica del 1979. Un funzionario iraniano ha assicurato a Reuters che IranAir sarebbe al “very final stage” per la formalizzazione di un intese anche con Airbus. La commessa potrebbe essere conclusa nei prossimi giorni, coinvolgendo tra i 50 e i 60 aerei. Proprio il costruttore europeo era stato tra le prime società europee a tornare in Iran quando, lo scorso gennaio, erano state rimosse le prime sanzioni e aveva siglato un accordo provvisorio per 118 velivoli.

LE POSSIBILITA’ SENZA LE SANZIONI

Boeing, nella nota rilasciata, ha sottolineato che l’accordo è stato raggiunto nel pieno rispetto delle condizioni poste dal governo di Washington lo scorso settembre. Tra esse, soprattutto la garanzia di 100mila nuovi posti di lavoro nel settore aerospaziale statunitense scaturiti dal contratto con IranAir. Il costruttore statunitense non vendeva aerei a Teheran dal 1977. La rimozione delle sanzioni era stata accolta con favore da produttori del settore occidentali, i quali intravedevano opportunità commerciali importanti proprio per l’esigenza iraniana di aggiornamento della flotta. Anche ATR, già a febbraio, aveva beneficiato della rimozione delle sanzioni, firmando un major agreement per la fornitura di 40 aerei, nel rispetto dei numeri previsti da Washington. Le sanzioni americane erano viste anche da molti analisti ed esperti come un ostacolo ai produttori americani soprattutto rispetto ai competitor europei. “L’Iran è un mercato fondamentale per Boeing nella sua competizione con Airbus”, ha detto a Bloomberg Loren Thompson, analista del Lexington Institute. “Boeing non può competere con Airbus se non può vendere a Paese come Iran e Cina. Vendere in Iran è un imperativo di business per Boeing”, ha aggiunto la Thompson.

PRIMA PROVA PER TRUMP

Eppure, nota ancora Reuters, il contratto potrebbe essere minacciato dalla nuova presidenza americana. La valenza decennale dell’accordo rischia, infatti, di rendere necessarie successive licenze governative, le quali potrebbero non arrivare qualora Trump confermasse quanto affermato in campagna elettorale: la revisione completa dell’accordo nucleare e il ritorno al regime delle sanzioni. Un’ipotesi difficile, vista la natura internazionale dell’accordo e la mentalità da businessman di Trump, ma comunque possibile. Recentemente, il Congresso americano ha approvato l’Iran Sanction Extension Act (qui l’articolo di Formiche.net), una legge quadro che regola le sanzioni imposte dagli Stati Uniti nei confronti dell’Iran dal 1996 e che ne permetterebbe la proroga. L’accordo tra IranAir e Boeing rappresenta dunque un primo test per la presidenza Trump, che dovrà decidere se dare seguito agli annunci dei mesi passati o se sostenere gli interessi dell’industria nazionale, altra priorità del programma del magnate. La solidità del contratto ed eventuali nuovi accordi con società occidentali saranno però anche un test per il presidente iraniano Hassan Rouhani. Le prossime elezioni presidenziali saranno a maggio 2017 e il moderato Rouhani si giocherà molto sugli effetti dell’accordo nucleare da lui sostenuto.

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