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Pubblichiamo un estratto dal Rapporto Banche 2016 elaborato dal Centro Europa Ricerche (Cer) e presentato il 21 marzo dal presidente del Cer Vladimiro Giacché

La tavola 4 presenta i dati del conto economico del sistema bancario italiano. Si ricorda che nel 2015 il sistema ha registrato profitti dopo quattro anni consecutivi di perdite. Questo risultato positivo non sarà replicato, secondo le nostre previsioni, nel 2016. Sul risultato dell’anno appena trascorso, infatti, andranno a scaricarsi molte poste straordinarie, legate sia alla pulizia dei bilanci dai crediti deteriorati sia a svalutazioni di valori non più coerenti con il quadro attuale. Per questo motivo, nonostante una ripresa degli altri ricavi che bilancia il calo del margine di interesse, il peso degli accantonamenti, voce all’interno della quale troviamo anche svalutazioni e poste straordinarie, porterà in negativo l’ultima riga del bilancio.

conto economico

A partire dal 2017 la situazione è prevista cambiare in meglio, nonostante un livello ancora alto degli accantonamenti, con il ritorno all’utile. Il margine di interesse dovrebbe stabilizzarsi nell’anno in corso perché i tassi sono ormai giunti a livelli minimi, perché il totale degli impieghi dovrebbe invertire l’andamento e perché nella raccolta continuerà il ribilanciamento a favore di forme tecniche me no costose. Tutti questi accorgimenti permetteranno al sistema di far risalire il
margine di interesse nell’ultimo biennio di previsione, in concomitanza con l’aumento dello spread dei tassi visto in precedenza. Gli altri ricavi sono previsti in crescita. Confermiamo la tendenza delle banche ad estrarre valore dalla relazione con la clientela focalizzandosi su ricavi da commissioni e da consulenze. Questo cambiamento è in parte indotto dalla riduzione del margine di interesse e in parte legato alla trasformazione del mercato che chiede alle banche più servizi rispetto al passato. Quindi, per migliorare la redditività le banche si focalizzeranno su nuove voci di entrata. In crescita anche i dividendi, che seguiranno l’andamento dell’economia, e gli altri ricavi.

I costi rappresenteranno un’altra variabile che le banche utilizzeranno per migliorare i risultati di bilancio. Il processo di razionalizzazione delle sedi e di efficientamento sistemico diventerà più marcato nel 2017. Questo cambiamento farà sentire i suoi effetti in modo leggermente ritardato perché i processi di ristrutturazione nella loro prima fase comportano alcuni costi straordinari che limitano l’impatto positivo sui conti. Inoltre, non sono da trascurare i costi per conformarsi alle future richieste regolamentari. Per questo motivo, pur in riduzione nel tempo, gli effetti di tale processo saranno più marcati nel periodo finale di previsione anche grazie alla costante riduzione del numero di dipendenti. Queste dinamiche di margini e costi si riverbereranno positivamente sul risultato di gestione che crescerà nel periodo di previsione, con un miglioramento più evidente a partire dal 2018.

Gli accantonamenti operati dal settore bancario nel corso del 2015 sono stati 13 miliardi più bassi di quelli registrati nel 2014. Questa decisa riduzione aveva permesso al sistema di mostrare un utile di esercizio più corposo rispetto a quanto si poteva prevedere. L’attuale previsione inverte nel 2016 questa tendenza, facendo aumentare nuovamente gli accantonamenti, per le motivazioni esposte in precedenza. A partire dal 2017 si nota nuovamente una riduzione di tale posta del bilancio e ciò andrà a beneficio delle ultime righe del conto economico. Come anticipato, nel 2016 la previsione mostra una nuova perdita di esercizio. Dal 2017 ci sarà un ritorno all’utile. L’insieme di tutti gli andamenti sopra indicati e cioè, tenuta del margine di interesse, focus sugli altri ricavi, costi e accantonamenti in riduzione, darà la possibilità al sistema di incrementare l’utile nel corso del biennio 2018-2019.I profitti lordi supereranno i 20 miliardi nel 2019, con un anno di ritardo rispetto alla precedente previsione.

In conclusione, questo Rapporto sottolinea come per il 2016 è possibile aspettarsi un dato finale negativo, con una nuova perdita per il sistema bancario italiano a causa di poste straordinarie. Questi interventi, però, dovrebbero finalmente liberare i bilanci dai crediti problematici, risolvere le situazioni più critiche e permettere al sistema di ritornare all’utile già nel 2017.

Si passano ora in rassegna i grafici che analizzano più nel dettaglio alcune voci e ratios del Conto Economico. Il primo grafico, grafico 60, mostra il rapporto tra ricavi bancari, rappresentati dal margine di intermediazione, e il Pil. La discesa dell’indicatore, iniziata con la crisi, ha toccato il punto di minimo nel 2011. A partire dal 2012 si è registrata una ripresa dell’indice. Nei primi due anni di previsione, 2016-2017, l’indicatore è previsto in discesa per poi ritornare a crescere nel 2018-2019. Questa dinamica è legata all’andamento del margine di interesse che nei primi due anni andrà a rendere l’aumento del numeratore più lento di quello del denominatore. A fine periodo i ricavi bancari sul Pil saranno poco al di sotto della soglia del 5 per cento, un valore in linea con la media di lungo periodo.

conto economico 2 e 3

Il cost-income ratio, grafico 61, è uno dei grafici che mostra il cambiamento che caratterizzerà le banche. Infatti, si nota come questo indicatore tenda a calare strutturalmente al di sotto della media di lungo periodo. Questo risultato è dovuto ad una ripresa dei ricavi, ma anche ad un andamento flettente dei costi. La portata delle riorganizzazioni aziendali, con riduzione di sportelli e personale, è pienamente visibile in questo indicatore che tra 2011 e 2019, secondo le nostre previsioni, calerà di quasi 20 punti. Ciò evidenzia lo sforzo del settore bancario nell’azione di contenimento dei costi. Nel 2015 la risalita dell’indicatore è stata collegata ad oneri straordinari pari a 2,3 miliardi legati al salvataggio di 4 banche nel novembre 2015.

Gli accantonamenti rapportati al risultato di gestione sono raffigurati nel grafico 62. Come preannunciato, dopo il pronunciato calo del 2015, si prevede una nuova risalita dell’indicatore nel 2016, per poi mostrare un graduale calo nel periodo previsivo. La tendenza è quella di scendere verso la media di lungo periodo, lasciandosi alle spalle i picchi registrati negli ultimi anni. La previsione rimane comunque prudente in quanto nel 2019 il peso degli accantonamenti sarà quasi pari al 50 per cento del risultato di gestione, valore rivisto al rialzo rispetto al precedente Rapporto Banche.

conto economico 4 e 5

La conclusione del quadro economico e bancario descritto in queste pagine è riassunta nel grafico 63, dedicato alla redditività del sistema. Dopo quattro anni di perdite in bilancio tra 2011 e 2014, nel 2015 il sistema aveva ritrovato l’utile. Nel 2016, come più volte ripetuto, prevediamo un ritorno del segno meno, e, quindi, gli indicatori torneranno in territorio negativo. A partire dal 2017 si osserva un graduale miglioramento del ROE che, tuttavia, non toccherà valori elevati. Infatti, nel 2019 è previsto che questo indicatore di redditività si vada a posizionare in prossimità del 3,5 per cento, meno della metà dei valori registrati prima dell’avvio della crisi. Si tenga presente che tale basso valore è condizionato anche da un denominatore, cioè l’equity, che sarà più elevato rispetto al periodo pre-crisi.

Diversa la situazione del rapporto tra utile netto e costi operativi. In questo caso, dopo il calo del 2016, la crescita dell’indicatore riprenderà dal 2017 e proseguirà spedita nel periodo di previsione perché ad un graduale aumento del numeratore si affiancherà la riduzione del denominatore. L’azione di contenimento dei costi permetterà all’indicatore di crescere fino ad arrivare nel 2019 a valori decisamente elevati nel confronto storico.

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