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La stagione elettorale del Vecchio Continente si avvicina e promette di portare nuovi sconvolgimenti su Ue ed Eurozona. Soprattutto per l’ascesa dei partiti anti-euro: dal Pvv in Olanda; al Front National in Francia, dove le presidenziali sono fissate per il 23 aprile; fino all’AdF tedesco, dove si vota il 24 settembre. In nessuno dei tre Paesi questi partiti sono dati per favoriti e mentre in Olanda e in Francia rappresentano i veri antagonisti della maggioranza in carica, in Germania la minaccia ad Angela Merkel arriva semmai da Martin Shultz (in foto) e dallo Spd, mentre AdF resta un partito ai margini. Ma, in ogni caso, i mercati tremano. Perché gli eventi dell’ultimo anno hanno mostrato come non mai quanto eventi inaspettati possano verificarsi (vedi Brexit e Trump) e sparigliare le carte sul tavolo.

GLI INDICI SIREN DI DEUTSCHE BANK CHE MISURANO LA SALUTE DELL’ECONOMIA EUROPEA

Intanto, come sta reagendo l’economia dell’Ue? Ci sono due indici che Deutsche Bank ha cerato per monitorare la situazione dell’Europa. E sono il Siren Momentum e il Siren Surprise: li ha lanciati ormai un anno e mezzo fa, per catturare sia il momentum dell’economia del’Ue sia le prospettive di crescita, mettendo insieme tutti i dati rilevanti che ogni mese vengono rilasciati su ciascuna delle 19 economie oggetto del monitoraggio. Entrambi, si legge nell’ultimo report di aggiornamento della banca tedesca, “sono ampiamente stabili a dicembre, mostrando che i dati rilasciati dalle diverse economie, pur in chiaroscuro, si bilanciano”. I dati a cui gli analisti fanno riferimento sono innanzitutto quelli della produzione industriale che a dicembre è diminuita per tutti “gli Emu4 – Germania, Francia, Spagna e Italia – ad eccezione dell’Italia. La Germania in particolare ha visto un caso mese su mese del 3%, il che mette a rischio il Pil di fine anno, anche se gli ordini manifatturieri sono balzati del 5,2% (partendo però da un dato negativo a novembre).

PIL 2017 A 1,6%: LA ICE POTREBBE ANTICIPARE IL TAPERING

Il Siren continua a segnalare una crescita del Pil europeo nell’ordine del 2% in termini manualizzati; mentre il Siren surprise che misura le prospettive future della crescita “rimane in territorio positivo ma segnala un calo dal picco di metà gennaio. In ogni caso – continuano gli analisti di Deutsche Bank – le attese sono di una crescita del Pil 2017 dell1,6% rispetto all1,4% di due mesi fa”. Le incognite sul tappeto, che potrebbero condizionare questi numeri, sono la tornata elettorale europea che è partita il 15 marzo con l’Olanda e prosegue il 23 aprile con la Francia per culminare il 24 settembre con la Germania e l’atteso tapering che potrebbe essere anticipato a giugno, invece che essere annunciato a settembre come previsto da Deutsche Bank. I dati economici muoveranno la mano della Ice che pure aveva annunciato un approccio paziente e filtrato dall’andamento dell’inflazione, dopo aver ridotto il Qe a 60 miliardi al mese, ma allungandolo di nove mesi.

Il Siren dell’ultimo trimestre dell’anno cattura lo slancio macro e le sorprese in termini di produzione industriale: “Il Pil di Eurolandia è cresciuto dello 0,5% nel trimestre – scrive Deutsche Bank – in linea con le nostre aspettative ed è probabile che il consumo interno sia stato un fattore di crescita forte, pur non avendo ancora lo spaccato Paese per Paese. Ci aspettiamo per un +0,5% per la Germania nel trimestre e un +0,3% per l’Italia”. Anche per il primo trimestre del 2017 l’Indice PMI composite mostra una crescita del PIL dello 0,5% rispetto alle previsioni più modeste di Deutsche Bank, allo 0,3%.

Marine Le Pen

Le elezioni in Francia e Germania viste da Deutsche Bank

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