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Roma è diventata la capitale della cyber-sicurezza per la due giorni di Cybertech, il più grande evento dedicato al settore digitale, organizzato in collaborazione con Leonardo. A La Nuvola, esperti, aziende, start up provenienti da tutto il mondo avranno modo di confrontarsi e aggiornarsi sullo scenario attuale della sicurezza informatica, oggi più che mai prioritario nel nuovo scenario dell’era digitale. Dalle infrastrutture critiche allo spazio, passando per il cruciale comparto della Difesa, fino alle nuove innovazioni dell’IA, del quantum computing e del cloud, il dominio digitale è ormai pervasivo e abilitante per ogni settore della società, e assicurare la protezione e la tutela di reti, dati e informazioni è indispensabile per assicurare lo sviluppo e il funzionamento del Paese, e non solo.

Ad aprire i lavori dell’edizione 2024 è stato oggi l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, che ha sottolineato come “tutti i principali eventi internazionali occorsi nell’ultimo anno sono stati caratterizzati dalle nuove tecnologie, dall’uso dei droni all’impiego di attacchi cyber”. Per questo per il numero uno di piazza Monte Grappa “dobbiamo cambiare il modo di pensare da un concetto di difesa tradizionale a uno di sicurezza globale”. In questo nuovo scenario globale, però, la tecnologia non è solamente un elemento di preoccupazione, ma anche un’opportunità, che Leonardo intende sfruttare appieno. Come ha sottolineato l’ad, l’azienda si aspetta di crescere a doppia cifra nel mercato cyber, evolvendo da una struttura multi-divisione, con ciascuna che opera in compartimenti stagni, a una strutturata che opera in un continuum di multi-dominio. L’obiettivo è produrre piattaforme sicure by design “aeromobili, elicotteri, sistemi militari e spaziali, tutte dovrebbero essere cyber-sicure fin dalla progettazione”. Tutto questo, ha però riconosciuto Cingolani, non può essere fatto dai singoli Paesi da soli. “L’Europa deve accelerare nelle collaborazioni e ridurre le sue frammentazioni, con un sistema di difesa e sicurezza che deve diventare veramente continentale”.

La sicurezza digitale è fondamentale per la sicurezza e lo sviluppo del Paese, ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha registrato come “la crescente digitalizzazione delle nostre vite fornisce agli attacchi cyber effetti fuori dal campo di battaglia, prima possibili solo con costose operazioni militari”. Mantovano ha ricordato gli attacchi ransomware che hanno bloccato negli anni scorsi i servizi sanitari essenziali in Italia, in Europa e nel mondo, così come il caso dell’hacker di 24 anni arrestato pochi giorni fa per aver esfiltrato dati sensibili dal ministero della Giustizia. A questi attacchi con obiettivi criminali, si aggiunge un crescente numero di attacchi cyber da parte di attori “che hanno legami diretti o indiretti con governi o gruppi che si muovono nell’agone geopolitico” e la crescente instabilità geopolitica “ha trasformato la dimensione cyber da una questione di resilienza a una di sicurezza nazionale, e questo richiede una strategia articolata, non solo per combattere gli incidenti, ma per prevenire e migliorare la sicurezza delle nostre infrastrutture”.

Un approccio, quello al cyber, che non può prescindere la dimensione internazionale ed europea, come ha ricordato il direttore della rappresentanza in Italia del Parlamento europeo, Carlo Corazza: “A giugno abbiamo eletto i rappresentati dei milioni di europei, in un momento critico, con l’invasione di un grande Paese europeo e il conflitto nel Medio Oriente”. Come ricordato da Corazza, non è la prima volta che l’Europa affronta una crisi, ma queste aggressioni “erano dirette ai nostri valori, la sicurezza deve diventare una priorità dell’Ue”. Per il rappresentante dell’Europarlamento, “dobbiamo riconoscere che c’è un’alleanza tra regimi autoritari, a partire da Russia, Iran Cina e forse altri, che mirano a danneggiare i nostri sistemi democratici attraverso la disinformazione”. Per proteggere i cittadini, le infrastrutture e i nostri valori democratici “dobbiamo essere consapevoli che i sistemi interconnessi sono un’opportunità, ma anche piattaforme da proteggere”. L’Unione europea deve rafforzare le proprie capacità: “Ammettiamolo, finora non siamo stati in grado di fornire una risposta efficace” e invece è il momento di dotarsi di questi strumenti, come dimostrato dalla nomina di un Commissario per la Difesa e lo spazio. Proprio dal settore spaziale arriva un esempio positivo: “Non abbiamo ventiquattro sistemi Galileo o Copernicus diversi per ciascun Paese. Anche nella sicurezza e difesa abbiamo bisogno di un budget unico, di cento miliardi. Non possiamo tardare oltre”.

Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha evidenziato come “l’Italia continua a registrare un elevato numero di attacchi informatici, ma bisogna anche rivelare la crescita per ritmo e capacità di resilienza del Paese”. Infatti, “in questi mesi, durante i quali il nostro Paese ha ospitato decine di eventi di rilevanza internazionale, organizzati nell’ambito del G7 a guida italiana, che hanno riscosso l’interesse di molti attori malevoli, si sono svolti senza alcuna turbativa informatica”. Per il direttore dell’Acn, una vetrina internazionale come questa “non avrebbe potuto non richiamare l’attenzione di attori malintenzionati, il cui obiettivo era turbare le manifestazioni internazionali per macchiare la reputazione del Paese”. Il fatto che invece tutto si sia svolto senza problemi è stato il frutto “del lavoro accurato e preciso di prevenzione e protezione dei servizi digitali nazionali”.

Quello che emerge è che la cyber-sicurezza, da una disciplina verticale, per specialisti, è diventata già oggi “un fattore cruciale per la trasformazione digitale della società”, come ha sottolineato l’amministratore delegato di Accenture Italia, Teodoro Lio, segnalando la “convergenza sempre più spinta di diverse ondate di tecnologia, dall’intelligenza artificiale alla robotica, dal quantum computing al cloud”. La sfida, allora, diventa anche un’opportunità per aumentare la postura di sicurezza e abilitare la fruizione sicura dei nuovi servizi digitali per i cittadini e le società, “dal voto elettronico, all’identità europea, fino all’euro digitale”. In questo contesto, la tecnologia al centro del dibattito è senza dubbio l’intelligenza artificiale, con il suo aspetto più dirompente dell’IA generativa, “sempre più human by design, cioè sempre più simile all’intelligenza umana e più intuitiva da utilizzare”. I dati stimano che in futuro, il 40% delle ore attualmente lavorate saranno impattate in qualche modo dall’IA, con nove milioni di nuovi talenti formati solo in Italia, figure che passeranno da essere semplici controllori a progettisti della sicurezza. “Il fattore umano non sarà meno importante – ha garantito Lio – anzi, lo sarà di più, con un allargamento del contenuto e dello spettro della sua azione”.

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