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Se lo spazio è la nuova via della seta, la collaborazione con la Cina è un passaggio obbligato. È quanto emerge dai due accordi che il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston e il numero uno di Leonardo Mauro Moretti hanno siglato a Pechino in occasione della visita di Stato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

LA NUOVA COLLABORAZIONE

Nel giorno in cui la Nasa ha svelato la scoperta di tre pianeti potenzialmente abitabili, lo spazio italiano avanza in Cina. Il numero uno dell’Asi ha infatti firmato un accordo di collaborazione con la controparte cinese, la China manned space agency (Cmsa), rappresentata dal direttore generale Wang Zhaoyao. “Lo spazio è una nuova via della seta senza confini, e la collaborazione internazionale è un elemento fondamentale, sia dal punto di vista scientifico che da quello dello sviluppo tecnologico”, ha spiegato Roberto Battiston.

La nuova partnership si occuperà nello specifico della collaborazione scientifica su missioni di lunga durata con astronauti, con particolare riferimento agli aspetti di biomedicina, fisiologia e relative tecnologie. In questo ambito, si inseriranno nuove sperimentazioni scientifiche a bordo della nuova Stazione spaziale cinese che dovrebbe partire nel 2018. “Con la Cina abbiamo da anni eccellenti relazioni scientifiche in diversi settori”, ha rimarcato il numero uno dell’Asi. “Questo accordo è importante per tutta la comunità scientifica europea e internazionale in preparazione delle future missioni di esplorazione umana del sistema solare. Solo un patrimonio comune di conoscenze può farci progredire con successo nell’esplorazione spaziale”.

LE SPECIFICHE DELL’ACCORDO

Difatti, l’accordo prevede la costituzione da parte delle due agenzie di un Joint cooperation committee che si riunirà almeno una volta l’anno per stabilire le modalità della partnership, che in ogni caso dovrebbe prevedere accesso ai dati scientifici, pubblicazioni congiunte, scambio di personale e partecipazione a technical review sul volo umano. “Le ricadute potenziali di questo accordo sono estremamente significative”, fa sapere l’Agenzia italiana. La collaborazione segna infatti l’incontro tra la leadership che l’Italia ha ormai raggiunto nel settore del volo umano nell’ambito della realizzazione e dello sfruttamento della Stazione spaziale internazionale (Iss), e la crescita esponenziale del programma di volo umano che la Cina sta sviluppando soprattutto attraverso il programma della stazione spaziale Tiangong-3.

E-GEOS E MORETTI A PECHINO

Solo qualche giorno fa, è arrivata la notizia della firma dell’accordo tra e-Geos, joint-venture tra Telespazio (80%) e Asi (20%), e la società cinese Vastitude Technology per la commercializzazione dei dati di Cosmo-SkyMed, il programma italiano di osservazione della Terra finanziato da Asi, Miur e Difesa. In base a tale accordo, e-Geos fornirà, attraverso una stazione di terra (Cut: commercial user terminal) che verrà installata nel Paese, i dati satellitari a Vastitude Technology, società già attiva nel settore del telerilevamento e della geo-informazione e suo rivenditore esclusivo in Cina. Si prevede anche che l’azienda italiana, in collaborazione con il partner locale, sviluppi servizi a valore aggiunto per usi civili quali il monitoraggio del territorio cinese e della sua stabilità.

Tale accordo è stato confermato ieri dal Memorandum of Understanding (MoU) che l’ad di Leonardo Mauro Moretti ha siglato con la stessa Vastitude Technology. Il numero uno del gruppo di piazza Monte Grappa, titolare del 67% di Telespazio (il restante 33% è in mano alla francese Thales), è giunto a Pechino nell’ambito del 4° Business forum Italia-Cina, anche lui in occasione della visita di Stato del presidente Mattarella. Moretti ha firmato, in rappresentanza proprio di e-Geos, una partnership che riguarderà lo sviluppo congiunto, attraverso un gruppo di lavoro dedicato, di soluzioni nel settore della geo-informazione, con particolare riguardo ai prodotti interferometrici per il monitoraggio e la gestione del territorio e alle possibili applicazioni per la sicurezza marittima derivanti dall’utilizzo e integrazione dei dati satellitari.

LA CORSA ALLO SPAZIO CINESE

Gli accordi siglati da Battiston e Moretti dimostrano che, al netto della commercializzazione dello spazio e della convinta affermazione di imprenditori multimiliardari come Jeff Bezos e Elon Musk, tra gli attori istituzionali la Cina resta quello in più rapida ascesa. Il 2016 spaziale di Pechino è stato sorprendente. A tredici anni dalla missione Shenzhou 5 che portò in orbita Yang Liwei, il primo uomo cinese nello spazio, l’Agenzia spaziale cinese (Cnsa) ha lanciato il suo secondo Palazzo celeste, la Tiangong 2. Poco dopo, la missione Shenzhou 11 vi ha portato a bordo gli astronauti Jing Haipeng e Chen Dong, tornati sulla Terra dopo oltre un mese. L’obiettivo resta la fase tre: il lancio di una stazione spaziale costantemente abitata, la Tiangong 3, previsto per il 2018. Lo scorso anno, hanno debuttato anche i nuovi lanciatori pesanti Chang Zheng (Lunga marcia) 7 e 5, inaugurando tra l’altro la base di Wenchang, sull’isola di Hainan lungo la costa sud del Paese.

Intanto prosegue lo sviluppo del numero 9, il modello super pesante della famiglia Lunga marcia, pensato per l’esplorazione interplanetaria. A settembre è stato invece inaugurato nel bacino naturale della contea di Pingtang, nella provincia del Guizhou, il Five hundred meter aperture spherical telescope (Fast), il telescopio radio più grande e sensibile al mondo. Intanto, assicurato l’accesso allo spazio, la priorità esplorativa resta la Luna. Nel 2013, la missione Chang’e 3 condusse sulla superficie lunare un rover in grado, nonostante i problemi di mobilità, di operare per 31 mesi. Le missioni successive sono ambiziose: nel 2018 dovrebbe partire Chang’e 4 diretto, il primo in assoluto, sul lato lontano della Luna; ancora prima (nel 2017) si prevede il lancio della missione Chang’e 5 per l’esplorazione robotica, la raccolta di campioni del suolo e il loro trasporto a Terra. L’obiettivo è completo: accesso autonomo allo spazio e capacità scientifiche, anche esplorative, paragonabili a quelle delle potenze occidentali. In questo contesto si inserisce l’accordo con l’Italia, la sesta potenza spaziale al mondo.

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