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Criticato, osteggiato, deriso ed emarginato. Eppure ancora oggi tutti i sondaggi lo danno in vantaggio sui suoi avversari, pronto a fare il bis a Palazzo San Giacomo e a lanciare da Napoli un nuovo movimento con l’ambizione di occupare lo spazio (piuttosto vuoto a livello di leadership e di idee) dell’alternativa antirenziana da sinistra. Che Luigi De Magistris sia un cavallo pazzo della politica italiana, lo si era già capito da un pezzo. Adesso però, dopo 5 anni di (mal?) governo a Napoli, si è ormai trasformato in un cavallo di razza della politica e si appresta a replicare l’esperienza di governo locale, complice la debolezza e la divisione delle opposizioni all’ombra del Vesuvio. Lui se la ride, insulta Matteo Renzi (col quale, peraltro, aveva stabilito un buon rapporto quando il premier era soltanto primo cittadino di Firenze), gli piace fare la vittima dei poteri forti, il cane sciolto libero da tutto e da tutti, il sindaco di strada che nemmeno la magistratura riesce a disarcionare.

CERCASI PROGRAMMA

Volete sapere cosa farà De Magistris nei prossimi 5 anni di governo a Napoli, nel caso venga rieletto? Non è così semplice saperlo, perché trovare qualche pagina di programma elettorale sui diversi portali riconducibili alla sua candidatura non è un gioco da ragazzi. Ci si deve accontentare del “giornalone” (così l’hanno ribattezzato dal suo staff, eccolo qui) nel quale c’è scritto che “in 5 anni Napoli è rimasta autonoma, non ha ceduto al compromesso morale. Non abbiamo lobby, partiti forti, soldi, siamo accerchiati istituzionalmente da molto tempo, a cominciare dal commissariamento su Bagnoli”. E in effetti proprio quelle accuse di isolamento che gli sono state rivolte, De Magistris la ha ribaltate trasformandole in una medaglia al merito politico, in un elemento essenziale della sua specificità. Non isolato, bensì accerchiato; solo e unico paladino dei diritti dei più poveri e della sua città – questa è la narrazione ‘demagistrisiana’ – contro Regione, Governo e Unione Europea. Il vero programma del sindaco ricandidato, dunque, è quel che lui dice di aver già fatto: ci mette dentro il reddito di cittadinanza, approvato in extremis e con qualche dubbio sulle coperture finanziarie, la consegna delle case popolari a Scampia, l’estensione del sistema porta a porta nella raccolta dei rifiuti, l’assunzione di 370 maestre a tempo indeterminato, la promessa di nuovi autobus. Ovviamente si dimentica di tante cose, dal rischio di dissesto finanziario del Comune ai pasticci nelle società municipalizzate fino al record di assessori cambiati e di deleghe assunte da lui in prima persona. Ma tant’è, d’altronde siamo pur sempre in campagna elettorale.

LA COALIZIONE DELL’EX PM: UN MELTING POT

Chiuso il tira e molla con la commissione elettorale e la giustizia amministrativa, alla fine De Magistris si ritrova con circa 550 candidati in meno tra Comune e Municipalità azzoppati dai rilievi formali degli organi deputati al controllo di sottoscrizioni e presentazioni. In ogni caso, saranno 12 le liste in suo sostegno (qui l’elenco completo e aggiornato fatto da Repubblica). Dentro c’è un po’ di tutto: ci sono i meridionalisti del Partito del Sud (qui la ricostruzione di Formiche.net su questa singolare alleanza), di Mo! Unione mediterranea e dei Meridionalisti Napoli Capitale. Quindi la lista di sinistra Napoli in Comune, dove sono confluiti gli esponenti di Sinistra Italiana (ex Sel) e pure delle sigle post-comuniste, Bene Comune, i Verdi, la rediviva Italia dei Valori. C’è spazio anche per i centristi (ebbene sì, l’ex pm conta pure sull’appoggio di ambienti di scuola diccì) nella lista La Città per De Magistris orchestrata dal presidente uscente del consiglio comunale Raimondo Pasquino, già candidato sindaco del Terzo Polo nel 2011. Tra i candidati di questa forza moderata spunta il consigliere comunale uscente David Lebro, ex Udc. Infine, ma non certo per importanza, le liste più vicine al sindaco: innanzitutto Dema, espressione della sua associazione DemA (che significa Democrazia e Autonomia ma anche De Magistris) e guidata dall’assessora Alessandra Clemente, quindi la lista De Magistris sindaco. Chiudono il cerchio i Repubblicani democratici e Ce simme sfasteriate. Grande esclusa, la lista Solo Napoli del vicesindaco Raffaele Del Giudice che non è stata riammessa nemmeno dal Consiglio di Stato.

IL RUOLO DEL FRATELLO CLAUDIO

A dirigere e organizzare l’intera campagna elettorale c’è il fratello minore Claudio De Magistris, vero alter ego del sindaco e suo spin doctor personale. Già consulente del Comune di Napoli (a titolo gratuito, ha sempre garantito), De Magistris jr è l’anima dell’associazione DemA poi trasformata in lista nonché l’ispiratore di molte mosse mediatiche e propagandistiche del fratello maggiore. Ha organizzato importanti concerti a Napoli con l’amministrazione comunale dell’ex pm, ed è proprio di questi giorni la notizia rilanciata da Fanpage sui redditi di De Magistris jr che nel 2014 e 2015 ha dichiarato 0 euro, scatenando così le polemiche del centrodestra (è intervenuto l’eurodeputato di Fi Fulvio Martusciello) mentre il diretto interessato si definisce uno dei tanti precari.

L’ANTIRENZISMO ISPIRATO A PODEMOS

De Magistris cerca il bis a Napoli, ma il suo vero obiettivo è Roma. Con una sinistra antirenziana priva di leadership sia dentro che fuori il Pd (il governatore Michele Emiliano sta rientrando nei ranghi renziani, quello toscano Enrico Rossi non è abbastanza di rottura), l’ex pm ha davanti a sé una strada spianata da percorrere per lanciare la sfida a Renzi in chiave nazionale. Lo vuole fare con l’appoggio di alcuni partiti (da cui l’accordo con Sinistra Italiana e altri) ma senza che siano loro ad avere il pallino del gioco, convinto com’è di dover lanciare da Napoli un modello di autogoverno e un nuovo movimento dal basso ispirato alle esperienze spagnole di Podemos e di Barcelona en Comù, che dai municipi sono arrivati ai piani alti della politica iberica e con le quali si è confrontato proprio alcuni giorni fa.

(foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale di Luigi De Magistris)

Ecco come Luigi De Magistris tenta il bis a Napoli

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