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Ministro Enrico Costa, ma gliel’hanno detto che sotto il suo naso la cosiddetta Commissione dei Sei, commissione che dal suo dicastero pur dipende, oggi si riunisce a Bolzano per dare le indicazioni su come fare piazza pulita dei nomi italiani dell’Alto Adige?

L’hanno informata della colossale presa in giro, per cui un’altra commissione del Consiglio provinciale di Bolzano è già stata convocata in parallelo e in seduta a oltranza il 29 settembre, con un testo della Svp già depositato per fare la nuova legge che seppellirà per sempre il bilinguismo dei nomi italiano-tedeschi dell’Alto Adige? E che tale testo già depositato magari riporterà – guarda che coincidenza – proprio i criteri che la Commissione dei Sei oggi indicherà, e che diventeranno a stretto giro criteri di una norma d’attuazione costituzionale? Per cui la legge provinciale in ebollizione farà riferimento alla norma d’attuazione e con ciò il governo nazionale non potrà più impugnare, un domani, la violazione della Costituzione che si prospetta a Bolzano?

Per caso sa, ministro Costa, che il 4 ottobre la Corte Costituzionale si appresta a giudicare l’abominio giuridico di una legge provinciale sulla toponomastica che fa strame della storica dizione italiana, e che fu perciò impugnata dal governo-Monti?

Ecco l’operazione perfetta: Lorsignori ritirano il contenzioso dalla Consulta, per evitare, così, la bocciatura certa della legge anti-italiana. In cambio di ciò, già preparano una nuova legge per cancellare gran parte del patrimonio italiano in modo meno rude e rumoroso, blindandola coi riferimenti alla norma d’attuazione che proprio quest’oggi sforneranno alla Commissione dei Sei sotto il suo naso.
Rare volte capita di assistere “in diretta” a una così grave violazione della Costituzione e dell’obbligo del bilinguismo italiano-tedesco in Alto Adige all’insaputa (o nell’indifferenza) dei ministri che pur dovrebbero vigilare e difendere la nostra Carta e la nostra lingua italiana in tutto il territorio della Repubblica.

Ministro Costa, prenda esempio da suo padre, che è stato, come lei, ministro per gli Affari regionali, sempre consapevole e fermo nel salvaguardare la dizione italiana dei toponimi bilingui in Alto Adige. Dica “Nein, danke!”, dica dignitosamente di “no” a chi vuole sradicare il futuro italiano della memoria. Intervenga subito, rinviando i lavori della Commissione dei Sei finché la Corte Costituzionale non avrà deciso, il prossimo 4 ottobre, come si dovrà applicare il bilinguismo italiano-tedesco in Alto Adige.

Ministro, oggi lei è chiamato a scegliere: può far finta di niente, naturalmente. Oppure può frenare sul nascere il tentativo politico e pubblico, tante volte addirittura rivendicato, di calpestare e cancellare cent’anni di storia e di tradizione italiane che vivono anche attraverso i toponimi. E che rappresentano un intoccabile diritto alla libertà d’espressione: il diritto che gli italiani possano continuare a usare la secolare dizione italiana dei nomi di luogo bilingui, in Italia.

Ministro Costa, che cosa aspetta a intervenire in Alto Adige?

Ministro Enrico Costa, ma gliel’hanno detto che sotto il suo naso la cosiddetta Commissione dei Sei, commissione che dal suo dicastero pur dipende, oggi si riunisce a Bolzano per dare le indicazioni su come fare piazza pulita dei nomi italiani dell’Alto Adige? L’hanno informata della colossale presa in giro, per cui un’altra commissione del Consiglio provinciale di Bolzano è già…

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