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L’addio alle auto a benzina e diesel è stato un errore ideologico di chi non sa che il monopolio delle batterie è in mano alla Cina, ma il nuovo Parlamento europeo, dice a Formiche.net Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, avrà una nuova maggioranza trainata da FI che potrà cambiare le cose. L’esponete azzurro inoltre analizza le prospettive popolari, la crisi di leadership franco tedesca e la possibilità che il nuovo presidente della Commissione europea sia un popolare.

Quale l’obiettivo di Forza Italia alle prossime europee?

Rafforzare l’area popolare e consentire al Ppe di poter guidare ulteriormente i processi del Parlamento. Non dimentichiamoci che, secondo i trattati, il partito che prende più voti in qualche maniera indica al Consiglio europeo il presidente della Commissione, quindi la procedura è po’ farraginosa: prevede appunto che il Consiglio riceva l’indicazione del partito che ha vinto le elezioni e la trasmette al Parlamento europeo. Il nostro obiettivo è di avere un popolare a capo della Commissione, grazie all’apporto di Forza Italia.

Crede sarà possibile cambiare la maggioranza nel Parlamento europeo, replicando lo schema del centrodestra italiano?

Il problema è dato dal fatto che il gruppo a cui aderisce la Lega presenta partiti che non condividono i valori europei, per cui vedo complicato avere una maggioranza che contempli anche soggetti del genere. Non dimentichiamoci ciò che è accaduto nel 2019 quando l’Italia elesse 76 europarlamentari, 30 della Lega e 14 dei Cinquestelle. Ebbene ve ne furono anche 44 nel cosiddetto freezer, cioè erano classificati come antieuropei, addirittura i Cinquestelle erano nel gruppo di non iscritti. Ogni volta che si presentava un emendamento automaticamente veniva respinto. Oggi occorre votare e scegliere parlamentari che aderiscono a gruppi che sicuramente saranno in maggioranza: Forza Italia sarà sicuramente la maggioranza che garantirà all’Italia di essere più forte e competitiva.

L’addio alle auto a benzina e diesel, sommato alla riqualificazione energetica delle abitazioni che impatto avrà su un Paese come l’Italia?

Si tratta di uno di quei provvedimenti che noi immaginiamo di voler cambiare, è il frutto di quella grande follia che ha preso la Commissione attraverso il suo commissario, poi sonoramente sconfitto in Olanda alle politiche e che ha segnato l’ultimo tratto dei lavori del Parlamento. Non è possibile immaginare che si passi all’elettrico nel 2035 regalando alla Cina il monopolio del mercato autovetture, perché ricordiamoci che il monopolio delle batterie è in mano alla Cina che ha conquistato i giacimenti di litio. In questo modo Pechino sarà in grado di condizionare il settore dell’automotive anche per un paese come il nostro che vive di automotive. Non possiamo permettercelo.

A proposito di Cina, l’ex sottosegretaria Liuzzi dei Cinquestelle è diventata consulente strategico di Huawei. Che ne pensa?

Noi dobbiamo essere competitivi con la Cina, ponendo regole chiare. Non mi preoccupa il lavoro che fanno i singoli membri del Governo quando smettono di farlo, il problema tocca il sistema di regole di un paese come l’Italia, come alzare le barriere e affrontare la concorrenza illegale da parte della Cina. Il tema vero è come costruire la capacità di far valere i nostri prodotti e dobbiamo, rispetto alla Cina, essere determinati nel voler fare realmente una battaglia politica ed economica rispetto alle loro scorrettezze.

In questo momento la Francia di Macron è in crisi da un punto di vista dei sondaggi, la Germania di Scholz che sconta il noviziato al governo dei Verdi, la Spagna di Sanchez alle prese con scandalo della moglie del premier: l’Italia può essere l’unico Paese in Europa dotato di una stabilità non solo politica ma anche leaderistica?

La Francia paga una debolezza dei popolari e una ricerca di interlocutori, perché Macron si è spostato verso il centro destra e i popolari francesi hanno fatto il grande errore di rincorrerlo. Oggi inevitabilmente c’è una difficoltà del quadro politico dovuto alla mancanza di centro in Francia. Diciamocelo francamente, Macron è un modello che sta andando a finire e l’alternativa è nebulosa ancora, perché, come sempre, l’unica alternativa per i francesi diventa la Le Pen. E questo naturalmente è un problema per la democrazia. In Germania si sapeva che il governo rosso verde non avrebbe prodotto nulla per i tedeschi, era ovvio che presto o tardi sarebbe andato in crisi. Quindi di fronte a queste difficoltà vedo un’Italia dotata di una stabilità straordinaria, dovuta anche alla presenza nel governo di un uomo come Antonio Tajani che ha un’esperienza tale da poter reggere tutti gli urti che da ogni parte possono arrivare.

Con Macron a fine corsa e Scholz in crisi l'Italia può essere faro in Ue. Parla Martusciello (FI)

Conversazione con il capodelegazione di FI al Parlamento europeo: “Il nostro obiettivo è di avere un popolare a capo della Commissione, grazie all’apporto di Forza Italia. Emmanuel Macron? A fine ciclo. Italia campione di stabilità europea, anche grazie ad Antonio Tajani”

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