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La crescita economica certo, ma soprattutto la rivoluzione – digitale e non solo – che sta trasformando tutti gli aspetti della nostra società, dall’economia all’informazione. Dibattito scoppietante – ieri a Roma – in occasione della presentazione del libro scritto dal direttore delle relazioni esterne dell’Antitrust, il giornalista e saggista Roberto Sommella, dal titolo “Sboom. Sappiamo ancora sostenere il cambiamento?“. A fare gli onori di casa – oltre all’autore – anche il presidente dell’associazione La Scossa Michelangelo Suigo e il Chief Strategy Officer dell’Universitas Mercatorum (nella cui sede si è tenuto l’appuntamento) Nicola Formichella.

LA VERSIONE DI RIZZO

Di fronte a un nutrito gruppo di studenti dello storico liceo romano Mamiani, il direttore dell’Huffington Post Italia Lucia Annunziata e la firma della Corriere della Sera Sergio Rizzo hanno raccontato il loro diverso modo di vedere il passato e il presente dell’Italia. L’autore de La Casta – il libro scritto nel 2007 insieme al collega Gian Antonio Stella – ha ricordato come tra il 2001 e il 2011 sia aumentata di 62 miliardi di euro la spesa pubblica in assistenza ma come, al contrario, sia diminuita di 8 miliardi quella destinata alla formazione e alla scuola. “Abbiamo investito sugli anziani e non sui giovani“, ha commentato Rizzo, prima di aggiungere che queste scelte sono state il frutto “dell’egoismo delle generazioni nate a cavallo del ’68, che si sono attribuite privilegi senza pensare a chi sarebbe venuto dopo“.

LA REPLICA DI ANNUNZIATA

Considerazione che Annunziata ha bollato come “populismo“. “Prima di quella generazione l’Italia era un Paese fortemente arrretrato, mentre dopo è diventata ciò che è adesso, addirittura in una certa fase la quinta potenza del mondo“, ha evidenziato la conduttrice di In Mezz’Ora. Un’impostazione del genere – ha continuato – rischia di legittimare la tentazione di tagliare le pensioni o, comunque, di scaricare sui cittadini i costi della crisi. “Non sono loro che devono pagare la recessione“, ha detto ancora.  Per invertire la rotta – ha aggiunto – “servono gli investimenti che però mancano sia in Italia che nel resto d’Europa“.

L’ESEMPIO DELL’EDITORIA

Esemplare in questo senso è quanto sta accadendo nel mondo dell’informazione. “Quasi nessuno investe sui nuovi media e su internet, che però rappresentano l’unico mezzo in crescita“, ha commentato. Dall’altra parte – secondo Annunziata – c’è invece “un fortino assediato“, costituito dalla carta stampata, in cui tutti si affannano per ottenere anche il minimo risparmio e “conservare così il passato“. “La divisione” – nel settore dell’informazione così come negli altri – “è filosofica“, ha osservato ancora: “Da una parte c’è chi ritiene che con il cambiamento qualcosa sia venuto meno mentre, dall’altro lato, chi vede tutto questo come un’opportunità“. Questo non vuol dire, ovviamente, che tutto sia rose e fiori, anzi. “Il cambiamento e la caduta dell’ordine esistente comportano inevitabilmente dolore“, ha sottolineato Annunziata, che ha ricordato come ciò sia tradizionalmente accaduto anche nelle rivoluzioni del passato, da quella americana a quella francese.

LA RIVOLUZIONE SECONDO BOCCIA

Che quella che stiamo vivendo sia un’autentica rivoluzione, non c’è dubbio. Ne è convinto il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia, peraltro autore della prefazione al libro di Sommella. “E’ l’ennesima rivoluzione straordinaria del capitalismo“, ha commentato, salvo poi aggiungere che adesso spetti alla politica l’arduo compito di gestirla e indirizzarla nel migliore dei modi. L’Italia del passato, di certo, non è la stessa di oggi. Boccia lo ha detto chiaramente quando ha confidato cosa ripeta spesso a Paolo Cirino Pomicino, uno dei suoi più illustri predecessori nel ruolo di presidente della commissione Bilancio di Montecitorio. “Gli dico spesso che la differenza tra di noi sta nel fatto che lui mediava rispetto alla distribuzione delle risorse mentre io medio rispetto alla distribuzione dei tagli“, ha raccontato.

LA RIVOLUZIONE DEI DATI

Una rivoluzione che – nell’impostazione di Boccia – sembra essere caratterizzata in modo principale dalla supremazia di un elemento: i dati. Per spiegarlo, l’esponente Pd ha citato il caso AirBnb, il portale online per affittare stanze o appartamenti per brevi periodi di tempo in tutto il mondo. “Ha un valore complessivo di 21 miliardi di euro“, ha commentato Boccia, che ha messo inoltre in evidenza come AirBnb – senza neppure un’immobile di valore – valga molto di più di una società di alberghi come, ad esempio, Marriot, proprietaria però di migliaia di immobili in tutto il pianeta. “In estrema sintesi è questa la rivoluzione: i dati contano di più degli immobili“, ha concluso.

Tutti i battibecchi tra Sergio Rizzo e Lucia Annunziata

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