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Primo: sono stati sconfitti i concorrenti francesi che pure erano ritenuti favoriti da molti osservatori per ragioni commerciali. Secondo: il sistema Italia ha funzionato, ovvero la collaborazione tra governo e imprese in un’operazione di sistema è stata vincente. Terzo: la commessa vinta dischiude nuovi e fruttuosi scenari per le aziende vincitrici. Sono tre delle conclusioni da trarre dopo la firma del contratto da parte di Fincantieri e ministero della Difesa del Qatar. Ecco fatti, numeri e commenti.

IL CONTRATTO

Fincantieri e il ministero della Difesa del Qatar hanno firmato ieri a Roma un contratto per la realizzazione di sette unità di nuova generazione inserite nel programma di acquisizione navale nazionale per un valore di circa 4 miliardi di euro.

LA FIRMA

La firma è avvenuta tra il comandante delle Forze Navali dell’Emirato del Qatar, Staff Major General Mohammed Nasser Al Mohannadi, e l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, alla presenza dei ministri della Difesa dei due Paesi, Khalid bin Mohammed Al Attiyah Roberta Pinotti.

I DETTAGLI

Il contratto, che per Fincantieri vale quasi 4 miliardi di euro, prevede la fornitura di sette navi di superficie, di cui quattro corvette della lunghezza di oltre 100 metri, una nave anfibia (LPD – Landing Platform Dock) e due pattugliatori (OPV-Offshore Patrol Vessel) e dei servizi di supporto in Qatar per ulteriori 15 anni dopo la consegna delle unità. Tutte le unità verranno interamente costruite nei cantieri italiani del gruppo a partire dal 2018, assicurando 6 anni di lavoro e una ricaduta importante sulle principali società della difesa italiane, dice il vertice di Fincantieri.

COSA FARA’ FINMECCANICA

Nell’ambito dell’accordo tra i governi italiano e qatarino per il piano di ammodernamento della Marina militare del Qatar, Leonardo-Finmeccanica fornirà a Fincantieri sistemi e sensori navali di ultima generazione per le 7 nuove navi destinate alla Qatar Emiri Naval Forces. Le 7 unità (di cui 4 corvette, 1 Landing Platform Deck e 2 Off-shore Patrol Vessel) saranno impiegate per compiti di sorveglianza e pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva. Leonardo – sottolinea una nota del gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Mauro Moretti – “avrà la responsabilità della fornitura integrata del sistema di combattimento delle nuove unità navali, i principali radar e sensori di bordo e sottosistemi di difesa, incluso i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 e di piccolo calibro da 30 mm, il sistema di protezione anti-siluro, il mine avoidance sonar Thesan, e, in collaborazione con MBDA, il sistema missilistico. La fornitura comprende inoltre attività di supporto logistico integrato di lungo periodo”.

GLI SCONFITTI

Fincantieri ha prevalso su altri costruttori di navi militari “grazie ad un progetto ritenuto in assoluto il più avanzato e innovativo, sottolinea il gruppo presieduto da Giampiero Massolo e guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Bono. Tale risultato – si legge in un comunicato del gruppo – “è stato raggiunto anche grazie all’esperienza maturata da Fincantieri nella costruzione di navi hi-tech per alcune fra le più prestigiose Marine estere”. I gruppi italiani hanno sconfitto il gruppo francese Dncs, ha sottolineato anche Les Echos. “Per arrivare a stipulare l’accordo con Doha, l’Italia ha dovuto guerreggiare a lungo con la Francia che, assieme a Usa e Inghilterra, ha una lunga tradizione di forniture militari ai paesi del Golfo”, ha scritto il Fatto Quotidiano. “Se la Francia non avesse venduto nel 2015 una portaerei e alcune navi da guerra all’Egitto – grazie ai finanziamenti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti al Cairo in bolletta – probabilmente l’Italia non avrebbe concluso l’affare. La fornitura francese al regime di Al-Sisi ha indispettito (per usare un eufemismo) il giovane emiro Tamin Al-Thani che guida il Qatar”, ha aggiunto il quotidiano.

IL COMMENTO DI BONO

“Per Fincantieri questo è un giorno da ricordare, perché vincere la concorrenza mondiale per un programma di tale portata era tutt’altro che semplice – ha detto l’ad di Fincantieri -. Abbiamo realizzato un’impresa eccezionale, che consente alla società di acquisire anche nel settore militare, così come in quello delle crociere e dell’offshore, una leadership mondiale. Con questo contratto Fincantieri realizza una vera partnership con le Forze Navali dell’Emirato del Qatar, che si pongono così tecnologicamente all’avanguardia. L’incremento del backlog assicurerà lavoro per almeno una decina d’anni, garantendo continuità delle attività nei cantieri e creando così le condizioni per concorrere alla crescita del Paese e aumentare il valore per gli azionisti”.

IL COMMENTO DI MORETTI

“Il grado di eccellenza raggiunto della nostra offerta – ha detto l’ad di Finmeccanica, Moretti – ha registrato un ulteriore importante successo che assume una duplice valenza. Da un lato è colto in un’area geografica dal fondamentale valore strategico, in termini di opportunità di business e dello sviluppo di collaborazioni; dall’altro rafforza il nostro posizionamento sui mercati internazionali confermando come i clienti comprendano il valore delle nostre proposte tecnologiche nel settore navale. L’accordo siglato testimonia il grande impegno delle istituzioni e in particolare del Ministro della Difesa Roberta Pinotti e rafforza la collaborazione con Fincantieri, segnando una considerevole affermazione del nostro sistema Paese”.

Ecco come Fincantieri e Finmeccanica hanno sconfitto i francesi in Qatar

Primo: sono stati sconfitti i concorrenti francesi che pure erano ritenuti favoriti da molti osservatori per ragioni commerciali. Secondo: il sistema Italia ha funzionato, ovvero la collaborazione tra governo e imprese in un’operazione di sistema è stata vincente. Terzo: la commessa vinta dischiude nuovi e fruttuosi scenari per le aziende vincitrici. Sono tre delle conclusioni da trarre dopo la firma…

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