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Incontri, musica, teatro e cinema si intrecciano in un percorso affascinante per illuminare il compositore torinese Alfredo Casella con un festival dedicato alla sua figura dal titolo “Alfredo Casella. L’arte italiana di un musicista internazionale” dall’11 al 24 aprile. Il festival racconterà in 30 appuntamenti uno dei personaggi cardine del Novecento musicale: compositore, pianista e direttore d’orchestra, saggista e animatore culturale. Per restituire la complessità e ricchezza di Casella, per la prima volta si è realizzata la convergenza delle principali istituzioni culturali torinesi, che hanno dato vita a un progetto unitario a partire dalla Città di Torino con il Teatro Regio, la Filarmonica Teatro Regio Torino, l’Accademia Corale Stefano Tempia, l’Unione Musicale, la De Sono Associazione per la Musica, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Associazione Concertante – Progetto Arte&Musica, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e il Museo Nazionale del Cinema.

Nell’ambito del Festival Casella, il Teatro Regio offre una variegata panoramica di appuntamenti che prevede: un mostra fotografica dal titolo Casella intimo (11-24) a cura di Simone Solinas con la consulenza di Fiamma Nicolodi; l’opera La donna serpente (14-24), diretta da Gianandrea Noseda in prima esecuzione a Torino; tre incontri: il convegno Il tempo e la musica di Alfredo Casella, a cura di Giorgio Pestelli, la conferenza La donna serpente. Intellettualismo e fantasia in Alfredo Casella, a cura di Giorgio Pestelli, e la presentazione editoriale Alfredo Casella scrittore moderata da Gastón Fournier-Facio ;un concerto dell’Orchestra del Teatro Regio diretta dal maestro Fabio Luisi e Pirandello Suite, balletto appositamente commissionato al coreografo Massimiliano Volpini, in scena in prima assoluta per il festival.

L’Accademia Corale Stefano Tempia e la Filarmonica Teatro Regio Torino rendono omaggio a Casella con l’opera La favola di Orfeo, diretta da Silvio Gasparella. L’Unione Musicale propone Chez Misia Sert, concerto-spettacolo che ripercorre la vita musicale di Parigi tra Otto e Novecento, interpreti un gruppo di giovani artisti torinesi, il Trio Debussy e l’attrice Olivia Manescalchi. Inoltre la Serenata op. 46 di Casella e L’Histoire du soldat di Stravinskij dirette da Antonio Valentino. La De Sono Associazione per la Musica presenta Omaggio a Casella, un concerto con il Quartetto Maurice e il Trio Casella.

In occasione della pubblicazione in disco dell’integrale delle Sinfonie di Alfredo Casella, all’Atahotel Principi di Piemonte, Gianandrea Noseda e Gastón Fournier-Facio presentano l’incontro Le sinfonie di Casella. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Francesco Angelico, esegue Casella sinfonico, con Introduzione, Aria e Toccata, la Sinfonia n. 1 e il Concerto per violino e orchestra. L’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica, con il soprano Francesca Rotondo e un quintetto di musicisti, propone il concerto Casella da camera. 

Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale porta in scena la fiaba tragicomica La donna serpente di Gozzi in forma di mise en espace con gli attori della propria scuola e la regia di Valter Malosti. Il Museo Nazionale del Cinema partecipa con Pagine di guerra – documentari della Prima Guerra Mondiale su musiche di Casella – e proiezioni di estratti da film con tema La Giara di Pirandello.

Il Regio mette in scena, per la prima volta a Torino La donna serpente. L’Orchestra e il Coro del Regio sono diretti da Gianandrea Noseda, la regia è di Arturo Cirillo. Il cast che darà vita a quest’opera da favola animata da fate, gnomi e coboldi, annovera – tra gli altri – artisti del calibro di Piero Pretti, Carmela Remigio, Erika Grimaldi, Francesca Sassu e Sebastian Catana. La donna serpente sarà il fulcro del festival. Gianandrea Noseda, fervido sostenitore della produzione di Casella, le cui partiture ha diretto e inciso in numerose occasioni, dichiara: “Con La donna serpente Casella ha composto un’opera fuori dagli schemi, mettendo a frutto una fervida fantasia creativa. Casella mette in atto uno strappo analogo a quello che la seconda Scuola di Vienna attua nei confronti dell’espressionismo, con la differenza che la corrente stilistica dalla quale il compositore torinese prende le distanze è il verismo”.

Arturo Cirillo afferma: “Lavorando su La donna serpente mi è venuto in mente Il flauto magico; entrambe le opere-fiaba hanno un sottile velo di crudeltà per la scelta di far passare i protagonisti attraverso l’esperienza purificante del dolore. Per me questa assonanza è motivo di notevole fascino, visto che adoro Mozart. La mia regia per quest’opera vive di musica e per la musica. Non prende le mosse esclusivamente dalla lettura del libretto, che da sola dice poco, ma dall’ascolto consapevole della partitura”.

Il ruolo di Miranda, la protagonista dell’opera La donna serpente sarà affidato a Carmela Remigio, soprano dal timbro chiaro e luminoso, ideale interprete della vocalità creata da Casella. Altidòr, re di Téflis, sposo di Miranda, sarà il tenore Piero Pretti, artista di notevole duttilità, impegnato in impervi passaggi alternati a momenti di pura liricità che la parte richiede. Armilla, sorella del re, sarà il soprano Erika Grimaldi, apprezzata per il suo timbro luminoso, ruolo che fa da contraltare a quello di Farzana, altro soprano dallo spessore lirico più marcato, affidato a Francesca Sassu. Fanno parte del numeroso cast: il baritono Sebastian Catana (Demogorgòn), il mezzosoprano Anna Maria Chiuri (Canzade), il tenore Francesco Marsiglia (Alditrùf), i baritoni Marco Filippo Romano (Albrigòr), Roberto de Candia (Pantùl), Donato Di Gioia (Badur), Emilio Marcucci (primo messo), il tenore Fabrizio Paesano (Tartagìl), il basso Fabrizio Beggi (Tògrul) e il soprano Kate Fruchterman (La fatina Smeraldina).

L’opera, su libretto di Cesare Vico Lodovici, dall’omonima fiaba di Carlo Gozzi, narra le vicende di Miranda, una fata, innamorata di un mortale, Altidòr. Miranda potrà vivere per sempre con il suo amato Altidòr solo se, per nove anni e un giorno, saprà nascondergli la sua vera identità di fata e ottenere da lui il perdono per terribili azioni che fingerà di compiere. Miranda non riesce nell’intento e, in virtù del patto stipulato con Demogorgòn, il re delle fate, viene trasformata in serpente. L’opera ha comunque un lieto fine, con una spettacolare conclusione che vede protagonista proprio Altidòr. La donna serpente tenne occupato Casella dal 1928 al 1931. Tra i modelli che il compositore tenne a mente si segnalano le opere di Mozart, per la perfetta fusione tra musica e azione, l’ultimo Verdi e l’ultimo Puccini, per la declamazione lirica, e Rossini, percepibile in alcuni veloci passi affidati alle maschere. La donna serpente si configura come un bagaglio di reminiscenze musicali che Casella lascia fluire liberamente nella sua partitura, un “mosaico musicale” nel quale il discorso si infittisce, nei passi salienti della vicenda, con armonie futuriste e decisamente moderne. La partitura si struttura in un prologo e tre atti, suddivisi in un numero variabile di scene nelle quali la musica scorre senza soluzione di continuità. L’opera ha una durata di circa due ore e mezza, intervalli esclusi.

Questo allestimento, si avvale dei costumi di Gianluca Falaschi, delle scene di Dario Gessati, della coreografia di Riccardo Olivier e delle luci di Giuseppe Calabrò. Le coreografie sono interpretate dagli artisti della Fattoria Vittadini; il Coro del Regio è istruito da Claudio Fenoglio.

Il Festival Casella sbarca a Torino

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