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L’arsenale unmanned delle forze armate russe continua ad espandersi, e sembra includere un nuovo modello. Pochi giorni fa i media ucraini hanno riferito che il 24 luglio, nei pressi della capitale del Paese, sono stati scoperti i resti di un drone mai impiegato sino a quel momento dai russi; pochi giorni dopo un’unità militare russa che opera con i droni, nota con il nomignolo di “Stalin’s Falcons”, ha pubblicato un video su Telegram con un apparecchio molto simile a quello ritrovato nei pressi di Kyiv. L’unità russa ha chiamato il drone con il nomignolo “Gerbera”, e l’ha definito come la “sorella minore” del Geran, che è il termine russo usato per indicare lo Shahed di progettazione iraniana su cui Mosca ha fatto molto affidamento per colpire l’Ucraina, associata a un caratteristico ronzio quando si avvicina a un obiettivo.

Il Gerbera rinvenuto nei pressi di Kyiv non aveva una testata, e i media ucraini hanno ipotizzato che possa trattarsi di un prototipo di un sistema multifunzionale utilizzato per valutare la portata del nuovo dispositivo. Secondo quanto riportato, potrebbe essere utilizzato anche per la ricognizione o come esca per rilevare le difese aeree quando si attivano, oltre che per colpire gli obiettivi.

Il caso di questo nuovo apparecchio unmanned ha attirato l’attenzione di numerosi esperti ed analisti provenienti dall’Ucraina e dal resto della comunità strategica occidentale. Andriy Cherniak, portavoce dell’agenzia di intelligence militare ucraina Gur, ha dichiarato alla Reuters all’inizio di questo mese che Mosca ha iniziato a utilizzare nuovi ed economici droni a lungo raggio, spesso fatti di plastica espansa o compensato, per individuare le difese aeree dell’Ucraina. Mentre Andriy Kramarov, riservista dell’aeronautica ucraina ed esperto militare, ha dichiarato a Newsweek che la telecamera del drone Gerbera può trasmettere video agli operatori russi, fornendo informazioni per colpire sistemi ucraini di alto valore come il Patriot, il National Advanced Surface-to-Air Missile System (Nasams) o sistemi di difesa aerea più piccoli capaci di intercettare missili e droni russi, e che la testata esplosiva che la macchina è capace di trasportare sia relativamente piccola, proprio perché parte dello spazio disponibile è stato destinato ad ospitare le apparecchiature fotografiche.

Per Samuel Bendett, esperto del Center for Naval Analyses, esiste una tendenza generale verso i droni multifunzionali, confermata dalle caratteristiche del Gerbera, aggiungendo che il costo apparentemente basso e il raggio d’azione relativamente lungo del drone Gerbera potrebbero suggerire un utilizzo su scala più ampia a un certo punto della guerra.

A Bendett fa eco Steve Wright, esperto britannico di droni: “È un drone dall’aspetto molto elegante che non possiede nuove caratteristiche tecnologiche, ma è stato perfezionato per una produzione di massa a basso costo. Tuttavia, questo tipo di drone economico rappresenta un pericolo reale per l’Ucraina” ha affermato Wright, che poi si è soffermato sulle immagini del drone diffuse del drone, sottolineando come esse mostrino schiuma tagliata con frese a filo caldo per consentirne la realizzazione rapida e con strumenti semplici ed economici. “Le uniche superfici di controllo sono gli ‘elevoni’ su ogni ala, che combinano tutte le funzioni necessarie per manovrare il drone con il minor numero di parti. I sistemi all’interno sono la solita rete intricata di sistemi familiare a chiunque improvvisi utilizzando qualsiasi componente a portata di mano” ha detto l’esperto britannico.

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