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Il governo gialloverde che siglò il memorandum di intesa con cui l’Italia aderì alla Belt & Road Initiative fu segnato da una vicenda tragicomica che riguardava l’export delle arance. La visita di Giorgia Meloni in Cina rischia di essere ricordata per qualcosa di più problematico degli agrumi (magari il fotovoltaico?). Tra Pechino e Shangai, tra Xi Jinping e Chen Jining, la presidente del Consiglio ha incontrato personalità attuali e futuribili: ma quali sono stati i risultati? E quali potenziali rischi pesano su di essi?

“Lasciamo da parte per il momento il fatto che alla fine sembra che si sia concluso poco in termini economici in questa visita”, dice subito Francesca Ghiretti, research leader di Rand Europe, tra le massime esperte al mondo su questioni che riguardano la sicurezza economica nel rapporto Cina-Europa.

“Si potrebbe dire che il governo sia nuovamente a caccia di investimenti e collaborazioni senza tenere presente le implicazioni di sicurezza economica che accordi con la Cina e investimenti cinesi portano dietro”. Se si vogliono fare collaborazioni e attirare investimenti in settori notoriamente sensibili come quelli riguardanti le tecnologie verdi e le tecnologie emergenti, spiega Ghiretti, “è importare aver presente che tipo di limiti in termini di collaborazioni, composizione del board, assunzioni sul territorio e origine dei fornitori si vogliono includere”.

Certo, queste non sono cose da discutere nelle headlines di una visita ufficiale, “ma al momento, sebbene l’Italia sia uscita dalla Via della Seta, non sembra aver imparato a gestire i rischi della relazione”. Cosa significa gestire i rischi con Pechino? “Partiamo col dire che di certo non significa in alcun modo recidere la relazione, ma bisogna aver ben chiari quei rischi e scegliere le misure necessarie per mitigarli. E capiamoci, l’Italia non è l’unica”.

Mal comune è giustificativo per un mezzo gaudio? Di questo si è parlato anche in un’analisi sulla pazza settimana apparentemente anti-americana dell’Italia (cui prodest?).

(Questa intervista è tratta dall’edizione di Indo Pacific Salad, la newsletter curata da Emanuele Rossi che oggi si occupa di “Meloni in Cina”. Ci si iscrive qui)

Non rompere la relazione con la Cina, ma l’Italia ha chiari i rischi? Risponde Ghiretti

“Al momento, sebbene l’Italia sia uscita dalla Via della Seta, non sembra aver imparato a gestire i rischi della relazione”, spiega Francesca Ghiretti, research leader di Rand Europe, tra le massime esperte al mondo sul tema della sicurezza economica nel rapporto Cina-Europa

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