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Ancora 24 ore per puntellare i rapporti tra Italia e Argentina, a valle della visita italiana del presidente Javier Milei, tra domenica e lunedì scorsi. Questa sera si terrà a Villa Madama la cena organizzata dalla Farnesina alla quale prenderanno parte alcuni imprenditori sudamericani e i rappresentanti di Simest, la società di Cassa depositi e prestiti incaricata di accompagnare le aziende italiane all’estero. L’occasione, viene raccontato, sarà utile per stringere ancora un po’ i bulloni tra le due economie, forti di un interscambio commerciale di 1,3 miliardi.

L’appuntamento di Villa Madama è stato preceduto dall’importante Forum organizzato da Confindustria, lo scorso martedì, alla presenza di quasi 40 imprenditori argentini e a margine del quale il presidente di Simest, Pasquale Salzano, ha incontrato il ministro degli Esteri argentino, Diana Mondino. Mentre anche domani il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la stessa Mondino. L’esponente del governo Milei, dopo la partenza del El loco, questo il soprannome del presidente, è infatti rimasta in questi giorni a Roma per chiudere il cerchio di incontri e rinsaldare l’asse industriale Roma-Buenos Aires.

Bisogna sempre ricordare che, a livello industriale, attualmente sono oltre 250 le aziende italiane presenti nel Paese, di cui 110 attive nel settore manifatturiero, che impiegano più di 50 mila lavoratori, e nei più disparati settori: da Fiat-Fca, Iveco, Pirelli), energia (Enel, Camuzzi Gas), edilizia, infrastrutture e Oil&Gas (Techint, Ghella, Webuild/Salini Impregilo, Trevi, Mapei, Saipem), settore alimentare e agricolo (Ferrero, Fratelli Branca, Campari, Arneg e Arag), assicurazioni (Generali) e spazio (Telespazio). Morale: i forti rapporti bilaterali tra i due Paesi sono innanzitutto rispecchiati dal grande numero di imprese italiane che operano in Argentina, con una storia spesso centenaria.

Certo, c’é da dire che sulle prospettive dell’economia argentina, tutt’altro che rosee vista l’alta inflazione e la gigantesca esposizione sovrana del Paese con creditori esteri, a cominciare dal Fondo monetario, grava anche il programma ultraliberale di Milei. Il quale prevede la privatizzazione e la messa sul mercato di non meno di 40 imprese argentine. L’elenco comprende la compagnia aerea Aerolineas Argentinas, AySA (l’ente statale per la distribuzione idrica), la banca Nacion, la Casa de la Moneda, la compagnia petrolífera YPF, Ferrocarriles Argentinos, l’agenzia di stampa statale Telam, Correo argentino e Fabricaciones militares. Tutto ancora sulla carta, al punto che il presidente ha scelto di ritirare, momentaneamente, la legge cosiddetta Omnibus che includeva il pacchetto economico, di cui facevano parte anche interventi fiscali, deroghe e moratorie.

L’ottimismo, per fortuna, non manca come spiegato dalla stessa Mondino all’agenzia Nova. “Fin qui, il viaggio è stato un successo. Mercoledì e giovedì andremo avanti. C’è molto interesse por la possibilità delle imprese italiane di investire in Argentina, o di imprese argentine a lavorare in Italia”, ha detto la ministra ricordando che si pensa sempre agli investimenti italiani in Argentina, ma “fortunatamente, anche se sembra strano, ci possono essere anche investimenti argentini qui”.

 

Italia e Argentina, non è finita. La cena a Villa Madama e la carta Giorgetti

Il presidente è ripartito per Bueno Aires, ma gli appuntamenti per rinsaldare l’asse industriale tra i due Paesi non sono finiti. Domani, dopo la serata presso la residenza della Farnesina, l’incontro tra il ministro dell’Economia e il responsabile degli Esteri, Diana Mondino

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