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La fine della pubblicazione delle email che Hillary Clinton mandò da un suo account privato, quand’era segretario di Stato, coincide con il Super Martedì, il giorno in cui una dozzina di Stati, con modalità diverse e in modo asimmetrico tra democratici e repubblicani, si pronunciano sulle nomination alla Casa Bianca.

Gli sviluppi dell’emailgate non dovrebbe molto pesare sull’esito delle consultazioni. I documenti ora rilasciati sono 3800, su un totale di oltre 52 mila mail, di cui circa 2000 giudicate ‘classificate’, anche se spesso in modo retroattivo. Nessuna dell’ultimo lotto è top secret, mentre lo sono 22 già diffuse sul programma della Cia con i droni. Restano esclusi dalla pubblicazione le mail scambiate con il presidente Obama, una ventina in tutto e non classificate. La Clinton ha sempre sostenuto che non trattò dal suo account privato materiale considerato classificato in quel momento.

I due battistrada, la Clinton fra i democratici e Donald Trump fra i repubblicani, vivono da favoriti il Super Martedì e sono già avanti nella conta dei delegati: Trump è impermeabile alle polemiche e agli attacchi che lo investono di continuo.

Fra i repubblicani sono stati assegnati 115 delegati, ne restano da assegnare 2.340, la maggioranza richiesta è 1.237, Trump ne ha 82 (e tre Stati vinti), Ted Cruz 17 (e uno Stato vinto), Marco Rubio 16, John Kasich 6, Ben Carson 4.

Fra i democratici, ne restano da assegnare 4.138, la maggioranza richiesta è 2.382: la Clinton ne ha 544, di cui 91 ottenuti coi voti (tre Stati vinti) e 453 super delegati; Bernie Sanders 85 (65 + 20, uno Stato vinto). I super-delegati sono notabili e figure di spicco del partito che sono delegati di diritto e che possono pronunciarsi quando vogliono. La fonte è il sito uspresidentialelectionnews.com.

Oggi i repubblicani votano in 13 Stati, i democratici in 11, oltre che nel territorio delle Isole Samoa: i delegati in palio sono rispettivamente 595 fra i repubblicani, quasi la metà di quelli necessari, e 865 fra i democratici, oltre un terzo dei necessari. Improbabile, ma non impossibile, che vi siano defezioni di candidati dopo il Super Martedì: Sanders pare intenzionato a restare in corsa almeno fino ad aprile; Kasich almeno fino alle primarie nell’Ohio, il suo Stato, a metà marzo; di tutti, Carson è il più indiziato d’abbandono.

Ecco una guida al voto, seguendo le tracce di siti e agenzie:

Alabama: primarie, delegati in palio 50 per i repubblicani e 60 per i democratici. Nei sondaggi, Hillary guida su Sanders di quasi 30 punti, Trump è davanti a Cruz in doppia cifra.

Alaska: caucus solo repubblicani, 28 delegati. C’è incertezza, ma Trump ha l’endorsement dell’ex governatrice (e candidata vice-presidente nel 2008) Sarah Palin.

Arkansas: primarie, delegati 40 e 37. È lo Stato dei Clinton, Hillary vi vinse nel 2008, confida nel bis. Cruz è davanti a Trump, che è spalla a spalla con Rubio.

Colorado: caucus, delegati 37 e 78 (ma i delegati repubblicani non saranno legati a un candidato e potranno sostenere chi vogliono alla convention).

Georgia: primarie, delegati 76 e 117. La Clinton, favorita dal voto nero (il 70% è per lei), e Trump avanti nei sondaggi.

Massachusetts: primarie, delegati 42 e 116. Testa a testa fra i democratici; Trump, invece, è largamente avanti.

Minnesota: caucus, delegati 38 e 93. È uno degli Stati che Sanders spera di vincere.

Oklahoma: primarie (chiuse), delegati 43 e 42. La Clinton e Trump in vantaggio, ma con margini non rassicuranti.

Tennessee: primarie, delegati 58 e 75. Clinton in testa; Trump doppia Cruz nelle previsioni, anche se questo è uno Stato molto religioso e il senatore spera negli evangelici.

Texas: primarie, delegati 155 e 251. La Clinton vi vinse nel 2008 e dovrebbe ripetersi – qui, il voto dei latinos conta molto, sono un terzo degli elettori); Cruz, che gioca in casa, è avanti nei sondaggi, ma non pare destinato a prendere il 50%, che gli sarebbe tutti i delegati.

Vermont: primarie, delegati 16 e 26. Sanders gioca in casa e dovrebbe imporsi.

Virginia: primarie, delegati 49 e 109. Hillary e Trump vincitori facili, nei sondaggi.

Wyoming: Caucus, solo repubblicani, e senza delegati in palio.

Samoa: caucus, solo democratici, 10 delegati in palio. I 55 mila residenti di queste isole più vicine all’Australia che all’America sono ‘Us national’ ma non ‘Us citizen’: possono quindi mandare delegati alla convention, ma non possono votare alle presidenziali.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

Super Martedì, la mappa completa prima del voto

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