Skip to main content

L’incertezza politica dopo il voto non fa festeggiare i mercati in Spagna.

I NUMERI

La Borsa di Madrid è scivolata dopo le elezioni politiche da cui non emerge una maggioranza di governo. In avvio l’indice Ibex 35 fa uno scivolone del 2,1% mentre lo spread sui titoli di Stato decennali sale all’1,8% ai massimi dal 17 novembre.

L’INCERTEZZA

Dopo 40 anni di stabilità politica granitica garantita da un sistema bipolare Pp-Psoe, la Spagna che esce dalle urne del 20 dicembre con l’irruzione in parlamento di decine di deputati di Podemos e di Ciudadanos, rischia di entrare in una fase di forti turbolenze politiche dopo le elezioni legislative di oggi, vinte ma senza maggioranza dal premier popolare uscente Mariano Rajoy, che si è detto pronto a governare di nuovo. Dopo lo spoglio del 99% delle schede il Pp ottiene il 28,7% dei voti e 122 seggi su 350 nel nuovo Congresso di Madrid. Perde 64 deputati e la maggioranza assoluta rispetto alla legislatura uscente.

I RISULTATI

Il Psoe di Pedro Sanchez arriva secondo con il 22,1% e 91 deputati. Ne perde 20 ma riesce a evitare l’umiliante sorpasso di Podemos grazie soprattutto alla buona tenuta in Andalusia. Il partito post-indignado di Pablo Iglesias, dopo una spettacolare rimonta negli ultimi giorni di campagna, registra un successo storico e sbarca in parlamento con 69 deputati, vincendo in Catalogna e nel Paese Basco. Quarto con il 13,9% e 40 deputati si piazza l’altro partito anti-casta, il centrista Ciudadanos di Albert Rivera, crollato nelle ultime due settimane. Rajoy ha affermato in serata che tenterà di formare un “governo stabile”, aggiungendo che “inizia una tappa non facile”: “sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi”. Anche Sanchez ha riconosciuto che spetta ora al leader Pp tentare di formare il nuovo governo e si è congratulato con lui. Il risultato di queste elezioni ‘storiche’, che pongono fine al bipartitismo che ha governato il paese dalla fine della dittatura di Franco, ma anche alla sua leggendaria stabilità politica, proiettano la Spagna in scenari ‘all’italiana’. Il quadro delineato dal voto è infatti di una difficile governabilità.

GLI SCENARI

Non solo nessun partito ottiene la maggioranza assoluta. Ma anche le coalizioni ‘coerenti’ fra i partiti della ‘vecchia’ politica e quelli del ‘nuovo’, fra Pp e Ciudadanos o fra Psoe e Podemos, ipotizzate dagli analisti prima del voto, restano sotto la sbarra dei 176 seggi nel Congresso. Il risultato del Pp rende difficile anche un governo minoritario di Rajoy. Questa situazione complicata da domani rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare lo spettro di un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi più profonda dell’ultimo mezzo secolo.

CHE GOVERNO SARA’

L’unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una ‘grosse-koalition’ alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilità del paese dall’ex-premier socialista Felipe Gonzalez. Lo stesso Rajoy venerdì per la prima volta non ha escluso categoricamente questa ipotesi. “Semmai ne parleremo lunedì” aveva detto. La formazione del nuovo governo di Madrid sarà con ogni probabilità lunga e laboriosa. Le ipotetiche coalizione di centro-destra Pp-Ciudadanos o di centro-sinistra Psoe-Podemos supererebbero rispettivamente 162 e 160 deputati. Per riuscire a ottenere l’investitura sarebbe necessario l’appoggio di deputati dei partiti nazionalisti, catalani o baschi, che diventerebbero un problematico ago della bilancia e farebbero pagare a caro prezzo il loro voto. Dopo le scintille fra Rajoy e il presidente secessionista catalano Artur Mas sembra difficile che i catalani possano offrire una stampella a un governo Pp. Ma queste elezioni sono soprattutto una vittoria del ‘nuovo’ in politica, in particolare di Podemos. I due partiti anti-casta formati un anno fa irrompono in parlamento con 109 deputati su 350 e provocano uno tsunami politico. Sono determinati a restare prendendo il posto, e mandando progressivamente in pensione, i ‘vecchi’ Pp e Psoe, come Tsipras e Syriza hanno fatto in Grecia con lo storico Pasok.

Perché la Borsa di Madrid è mogia dopo il voto

L'incertezza politica dopo il voto non fa festeggiare i mercati in Spagna. I NUMERI La Borsa di Madrid è scivolata dopo le elezioni politiche da cui non emerge una maggioranza di governo. In avvio l'indice Ibex 35 fa uno scivolone del 2,1% mentre lo spread sui titoli di Stato decennali sale all'1,8% ai massimi dal 17 novembre. L'INCERTEZZA Dopo 40…

Il Jobs Act non ha cancellato i contratti di collaborazione. Ecco cosa succederà nel 2016

Il Jobs Act (Dlgs 81/2015) ha previsto che a partire dal 1° Gennaio 2016 non ci sarà più spazio per i  contratti a progetto aboliti dal nostro ordinamento già dal giugno del 2015. Questo provvedimento, tuttavia, non abolisce le collaborazioni coordinate e continuative, le vecchie “co.co.co.” per intenderci, che continueranno ad esistere (seppur in ambito sempre più ristretto) e che…

Ecco come e perché il bipolarismo in Spagna si è spappolato

Le elezioni politiche in Spagna segnano un doppio risultato chiaro: da un lato il superamento del bipolarismo classico del '900, quello tra socialisti e popolari; dall'altro la necessità della loro identità comune, alimentata dalle nuove tendenze anti sistema che vi si oppongono. Il paradosso di questo quadro inedito è che esso si è presentato nel segno della contraddizione, consegnando la…

gianluca vinci matteo salvino lega nord emilia

Lega, tutti i travagli di Salvini in Emilia

Dalla nebbia che in queste settimane pervade la pianura padana, spunta un verdetto a sorpresa per gli equilibri interni della Lega Nord, alle prese con la delicata stagione congressuale (qui il punto fatto da Formiche.net). Sabato in quel di Pontetaro, piccolo borgo a una manciata di chilometri da Parma, si è celebrato il congresso nazionale del Carroccio emiliano, ossia il congresso della…

Maria Elena Boschi, Banca Etruria e l'Italicum

Una brutta aria soffia sull’Europa. Prima in Francia qualche settimana fa e oggi in Spagna esce dalle urne un risultato largamente scontato e previsto: la morte del bipartitismo e del bipolarismo rozzo con conseguente ritorno al pluralismo politico, formula classica delle democrazie parlamentari rappresentative e partecipate. La ministra Boschi prima di rilasciare dichiarazioni sull’argomento rifletta. Non basta affermare come ha…

Finmeccanica, Eni, Saipem. Cosa cambia con la legge sulle partecipate?

È in dirittura d’arrivo la legge quadro proposta dal Ministro Madia che dovrà regolare l’attività delle aziende partecipate dal pubblico: forse dal 23 dicembre sapremo qualcosa di più su quale sarà il ruolo di queste imprese che, vale la pena ricordarlo, sono strategiche per l’economia del Paese. La speranza è che il focus del Governo sia diretto non tanto a…

L'Ala di Verdini farà volare Renzi e Boschi

Sono sempre le democrazie ad arrendersi alle soluzioni autoritarie. Dopo la "marcia su Roma’’ (e dintorni) del 28 ottobre 1922 – una prova di forza che l’Esercito avrebbe potuto sventare con quattro fucilate in aria -  Benito Mussolini ricevette dal Re l’incarico di formare un governo di coalizione che, alla Camera dei deputati, ottenne 306 voti favorevoli, 116 contrari e…

Le banche USA sono fallite a causa degli immobiliaristi

Dopo aver letto per anni di mutui subprime come causa scatenante della crisi post 2007, mi capita fra le mani una pregevole analisi della Bis (“Commercial Bank Failures During The Great Recession: The Real (Estate) Story” che ci racconta un’altra storia, finora poco osservata. Ossia quella dei fallimenti bancari, assai meno celebri di quelli del vari broker-dealer che col mattone…

Così la cyber security elettrizza la Borsa

Cresce la voglia di sicurezza informatica e con essa un settore di nicchia che nei prossimi anni potrebbe offrire agli investitori ritorni davvero interessanti. +50% IN CINQUE ANNI Il giro di affari di questo comparto si prevede in crescita dai 106 miliardi del 2015 a 170 tra cinque anni, con un tasso di crescita annuo di circa il 10%. A…

Perché Berlusconi non applaude più le piroette di Brunetta

Che cosa tocca fare a Silvio Berlusconi per resistere alla comprensibile tentazione, che temo sempre più ricorrente, di liquidare la sua Forza Italia. Dove ormai non passa ora, di giorno e di notte, senza che qualcuno non gli strattoni la giacca, o il telefono, non lo minacci di lasciarlo, o di appiccare un nuovo incendio quando non è stato ancora…

×

Iscriviti alla newsletter