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I 10 principi che compongono il manifesto sono la sintesi in fieri di un confronto che ha coinvolto amministratori locali, esperti e rappresentanti d’impresa, attraverso un percorso durato dodici mesi. La riflessione e il dibattito hanno permesso di individuare un nucleo condiviso di esigenze. Di queste, alcune sono già al centro delle agende degli enti territoriali. Altre sono invocate da imprese e amministratori. Entrambe rappresentano le condizioni per un miglioramento sostanziale delle condizioni di “fare amministrazione” e “fare impresa” nei territori d’Italia.

Partendo da quanto esposto, di seguito i 10 punti del manifesto:

1) PARI OPPORTUNITÀ. Il rapporto di fiducia tra amministrazione locale ed impresa va rafforzato e replicato in una logica di apertura al mondo esterno. Ogni impresa, anche e forse soprattutto quella che per la prima volta approccia un’amministrazione, deve poter beneficiare sotto il profilo procedurale del medesimo trattamento riservato a tutte le altre imprese già in rapporti con l’ente.

2) VERIFICA DI IMPATTO DELLE POLICY. La dimensione imprenditoriale è un valore che arricchisce non solo economicamente ma anche culturalmente una comunità. Grandi aziende e piccole e medie imprese contribuiscono, ciascuna nel proprio ambito di azione, a creare le condizioni per lo sviluppo del territorio e, con esso, il benessere delle comunità locali. Per questo, a fine mandato, compatibilmente con i vincoli di bilancio e per enti al di sopra di una soglia dimensionale minima, le amministrazioni dovrebbero presentare un bilancio di missione sugli impatti delle proprie decisioni sullo sviluppo locale e sul sistema di imprese.

3) PARTECIPAZIONE. Il più ampio e aperto coinvolgimento delle comunità locali, delle associazioni di categoria e dei cittadini è imprescindibile per l’attività di qualsiasi amministrazione.

4) REGOLE D’INGAGGIO. I rapporti tra enti territoriali e imprese devono essere regolati in modo tale da non lasciare spazio a zone di ambiguità o a pericoli di favoritismo verso un’impresa rispetto ad un’altra. Le regole d’ingaggio possono essere elaborate dai singoli enti territoriali in piena autonomia o, specie nel caso dei Comuni medi e piccoli, nell’ambito di linee guida elaborate a livello delle associazioni di rappresentanza (es. l’ANCI e la Conferenza delle Regioni), in ciascuno dei due casi sulla base di un confronto preventivo con il mondo delle imprese.

5) UN INTERLOCUTORE H24 PER LE IMPRESE. Ogni ente locale, da solo o in forma associata, deve prevedere un luogo di dialogo con le istanze del mondo produttivo, attraverso la nomina di un responsabile dei rapporti con le imprese (già attive nel territorio o che vogliano esserlo), con regole pre-definite, trasparenti tesi a semplificare ed ampliare al massimo l’accessibilità da parte dei soggetti interessati, ed eventualmente la costituzione di una consulta economica aperta alle associazioni d’impresa e alle aziende presenti sul territorio.

 6) PACTA SUNT SERVANDA. Gli impegni tra amministrazioni e imprese vanno mantenuti,  indipendentemente dal cambio delle amministrazioni da un lato e del top management dall’altro, a meno che non emergano prove o gravi indizi di irregolarità procedurali o non si dimostri con elementi di fatto come gli accordi assunti in passato siano inadeguati al cambiamento degli scenari economici e sociali per il territorio e/o l’azienda.

7) SEMPLIFICAZIONE E DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI. La semplificazione delle procedure amministrative è obiettivo primario per le amministrazioni – che riducono così i tempi e i costi di erogazione dei servizi – e le imprese, che abbattono i costi di produzione e aumentano gli investimenti. A questo proposito, gli enti territoriali si impegnano a promuovere come proprio obiettivo prioritario la digitalizzazione dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese.

8) OPEN DATA. Promuovere la pubblicazione e l’accesso a dati di fonte pubblica rilevanti per le imprese, oltre che per i cittadini, è essenziale non solo per garantire la necessaria trasparenza delle amministrazioni ma anche la capacità del territorio di attrarre nuovi investimenti e di indirizzare al meglio le attività economiche che vi si svolgono o potrebbero svolgersi.

9) TEMPI DI PAGAMENTO. Uno sforzo verso una riduzione strutturale del ritardo nei pagamenti verso i fornitori da parte delle amministrazioni di tutti i livelli è un passo essenziale per il recupero della fiducia nel rapporto con le imprese, alle quali si chiede giustamente di rispettare i tempi per i propri adempimenti, e per lo stesso sviluppo produttivo dei territori.

10) PICCOLO NON È (A VOLTE) BELLO. L’associazione tra gli enti territoriali può consentire anche ai comuni di minori dimensioni di offrire servizi alle imprese in grado di promuovere percorsi di crescita e valorizzazione integrata del territorio e delle comunità locali.

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I 10 principi che compongono il manifesto sono la sintesi in fieri di un confronto che ha coinvolto amministratori locali, esperti e rappresentanti d’impresa, attraverso un percorso durato dodici mesi. La riflessione e il dibattito hanno permesso di individuare un nucleo condiviso di esigenze. Di queste, alcune sono già al centro delle agende degli enti territoriali. Altre sono invocate da…

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