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Chiunque lavori nel mondo dell’editoria e dell’informazione sa quanto sia rilevante il ruolo che i social network rivestono nella condivisione e nella diffusione delle notizie. Twitter & co. sono diventati, di fatto, fonte cruciale di traffico in entrata e quindi un potente veicolo di informazione che ha modificato significativamente il giornalismo.

UN FENOMENO IN CRESCITA

Per capire la portata del fenomeno basti pensare che gli articoli più condivisi dai lettori diventano le entry pages dei siti che li hanno prodotti e fungono da veri e propri “ambasciatori della testata” sui social network. Alcuni media, compreso lo stesso New York Times, utilizzano già da tempo altre piattaforme come Snapchat o postano video su YouTube e, in alcuni casi, incorporano i video sui propri siti web. I colossi social, dal canto loro, consci dell’enorme potere catalizzatore che esercitano, da tempo fanno a gara per accaparrarsi il maggior numero possibile di nuovi lettori.

I DATI CHE INCORONANO FACEBOOK

Adesso, sembra che in questa competizione ci sia un corridore più veloce degli altri. Secondo i dati emersi dal servizio di analisi del traffico dati Parse.ly, Facebook avrebbe scalzato tutti i suoi temuti concorrenti confermandosi come il social network di riferimento per la condivisione di notizie. Andrew Montalenti, direttore tecnico di Parse.ly, in un’intervista a Fortune, ha dichiarato che al momento Facebook detiene circa il 43% del traffico verso i media online, mentre Google solo il 38%. I numeri fanno ancora più impressione se si tiene conto che nel gennaio 2014, Facebook rappresentava solo il 20% dell’intero traffico e che, a distanza di un anno e mezzo, questa percentuale è aumentata di più del doppio. Un duro colpo per BigG, abituato a svettare sui suoi avversari per quel che riguarda la condivisione di notizie.

LE RAGIONI DEL CALO DI “BIG G”

Dello stesso avviso Tony Haile, amministratore delegato della società di analisi Chartbeat, secondo cui i media ultimamente stanno preferendo Facebook a Google quale cassa di risonanza per le loro testate: «Quando guardiamo all’intero network dei siti che monitoriamo, la metà di questi genera traffico da Facebook e non da Google», spiega. Parse.ly sottolinea però che un ruolo importante potrebbe essere giocato dalla decisione di Google di non dare indicazioni sulla tipologia di traffico in uscita (BigG, infatti, rivela sempre meno volentieri ai media le keyword utilizzate per generare traffico) e sul calo di interesse per le attività SEO. Elementi che rendono difficile il monitoraggio dei dati.

I PIANI DI ZUCKERBERG

Ma non è la prima volta che FB supera il gigante di Mountain View. Era già successo ad ottobre 2014, segno tangibile del fatto che Zuckerberg stia puntando sempre più a dominare il settore. Già qualche mese fa Facebook aveva annunciato di aver avviato le trattative con alcune tra le più importanti testate giornalistiche, tra cui il Guardian, per far sì che i loro contenuti fossero fruibili direttamente sulle bacheche social degli 1,4 miliardi di utenti che popolano FB.

I LIMITI

L’unico problema, secondo Montalenti di Parse.ly, è che Facebook è «impenetrabile tanto quanto Google» quando si tratta di capire in base a quali parametri un articolo è più o meno di qualità. Ciò rende difficile per gli editori costruire una strategia di social-media coerente. «C’è un grande sforzo tra le aziende dei media di essere immessi su specifici canali social – spiega il CTO di Parse.ly – ed è perciò un peccato che Facebook sia così poco trasparente per quel che riguarda il funzionamento del suo algoritmo. È una sorta di scatola nera».

Perché Facebook affascina (quasi più di Google) gli editori online

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