Skip to main content

Il primo a parlarne in Italia è stato il più bravo di tutti, Daniele Raineri sul Foglio. In Siria la Russia avrebbe deciso di schierare l’unità super-speciale “Zaslon” (significa “schermo”): le informazioni sono riportate in un articolo uscito l’ultima settimana di settembre sulla rivista di intelligence migliore del mondo Jane’s Intell Review (un breve estratto è qui, il resto è paywall). Il pezzo, che si intitola “Russia to defend core Syrian government areas” e parla della strategia con cui Vladimir Putin ha sposato la linea di lungo corso del regime (attaccare i ribelli “non-IS” perché da lì potrebbe arrivare il futuro del Paese), è stato scritto da Mark Galeotti, professore della New York University, e dal ricercatore del Rubin Center Jonathan Spyer.

«La Zaslon è un’unità creata per agire in segretezza e le informazioni che la riguardano sono da trattare con un minimo di scetticismo» scrive Raineri, e anche se Jane’s è una rivista abbastanza affidabile, la segnalazione è frutto di una speculazione di Galeotti che ha messo insieme alcuni fatti. Questi: ci sarebbe una squadra del GRU (l’intelligence militare russa) operativa a Damasco insieme agli omologhi dei mukhabarat siriani, la base è l’edificio che ospita il ministero della Difesa in piazza degli Omayyadi, nel centro della capitale. Contemporaneamente sarebbe però presente anche una piccola unità che non sta lavorando sotto il GRU, ma fa base nell’ambasciata russa, situata a pochi chilometri dai colleghi in Omar Ben Al-Khattab Street. Secondo il ragionamento di Galeotti, questi ultimi sarebbero della Zaslon.

L’unità è una sorta di polizza assicurativa russa in Siria: se qualcosa va storto, in qualunque modo, i suoi uomini devono essere in grado di risolverlo. Lontana dal glamour delle altre forze speciali come la mitica Spetznaz, la Zaslon, che si pensa sia stata fondata nel 1998, è composta da non più di trecento elementi, ma non esiste ufficialmente, non partecipa alle parate militari, non veste uniformi specifiche (molto spesso indossa quelle di altri reparti), non comunica agli altri Servizi le proprie missioni, e per questo può compiere ogni genere di operazioni, anche le più spinose. Opera in dipendenza soltanto del Foreign Intelligence Service (SVR) del Cremlino, settore che si occupa delle operazioni all’estero ─ e quando è fuori ha casa nelle ambasciate.

Quali sono i compiti del dispiegamento siriano dell’unità è difficile dirlo, ma secondo gli osservatori il ruolo potrebbe essere duplice e potrebbe riguardare sia la consulenza militare al regime di Damasco, sia una più profonda (e “sul campo”) attività di intell per Mosca. Non è escludibile un impiego diretto, magari per azioni puntuali (assassini mirati?). Racconta Galeotti che l’ultima volta in cui lui ha avuto certezza della presenza della Zaslon in un teatro operativo, è stato nel 2003 in Iraq, poco prima dell’invasione americana. Gli uomini russi erano infiltrati a Baghdad con il compito di distruggere e recuperare documenti “particolari” (tecnologie militari e dettagli compromettenti) che Mosca non voleva finissero in mani americane dopo la caduta di Saddam Hussein. In quest’ottica, la presenza della Zaslon a Damasco, può anche essere letta come un segnale che Mosca sta pensando che la fine di Bashar el Assad è vicina e l’unità viene schierata come misura precauzionale. Poi, nel 2006, ne parlarono alcuni media internazionali perché uomini “Schermo” furono mandati dal presidente Putin a prendere i sequestratori di quattro diplomatici russi rapiti a Baghdad davanti all’ambasciata: andò male in quell’occasione, perché i soldati del potentissimo Abu Musaab al Zarqawi ─ mitologico qaedista tra i padri ispiratori dell’attuale Stato islamico ─ scovarono il commando russo e ne uccisero i componenti. Un altro report che segnala la presenza della Zaslon in Siria è datato 2013: anche in questo caso non è confermabile, ma il compito sarebbe stato quello di intervenire nel caso di caduta del regime ─ mentre magari in questo momento il compito potrebbe essere, all’opposto, di sorreggerlo: chissà.

Voci sulla possibilità che le forze di terra russe entrino in azione si susseguono da diversi giorni ─ l’ippodromo di Hama, la città da cui l’esercito del regime sta lanciando l’offensiva contro i ribelli, è stato trasformato in una base militare che ospiterebbe postazioni mobili e pezzi d’artiglieria russi. Lunedì il colonnello che si occupa del collegamento tra la presidenza e il parlamento di Mosca, Vladimir Komoyedov, aveva annunciato che “volontari” russi avrebbero potuto unirsi nelle file dell’esercito assadista. La notizia è stata poi repentinamente smentita dallo stesso ufficiale. In molti hanno pensato che si sarebbe trattato della tecnica già vista in Ucraina per favorire l’invio informale di soldati sul suolo siriano ─ la storia della presenza di mercenari russi in Siria è per altro lunga e ha accompagnato l’intero conflitto: quello dello Slava Corps è un esempio, andato male per altro, con i combattenti rapiti e uccisi nei pressi di Homs dall’Isis, che ancora era un gruppo qaedista.

Nel frattempo Barack Obama ha in mente un nuovo piano. Alcuni (3/5 mila) ribelli certificati amici dei Paesi arabi alleati dell’Occidente (leggi Arabia Saudita, Giordania, Turchia, UAE) saranno riforniti di munizioni e forse di armi e appoggeranno l’YPG, i curdi siriani, in un’operazione protetta dal cielo dai caccia della Coalizione che avrà come obiettivo accerchiare Raqqa. Non si può pensare di attaccarla, perché là per il momento l’IS è troppo forte e perché la città è piena di abitanti (diverso dalla “svuotata” Kobane), ma l’azione dovrebbe permettere di isolarla dal resto del Paese, e dunque sfiancarla in un lungo assedio. Nel pensiero di Obama, il nuovo aiuto ai ribelli anti-IS dovrebbe velocizzare la lenta offensiva con cui i curdi stanno scendendo da nord verso la capitale siriana dello Stato islamico ─ ora il fronte è arrivato, non senza difficoltà, a 50 chilometri dall’hinterland cittadino.

@danemblog

 

Mentre Obama pensa, Putin invia in Siria un'unità super speciale: la Zaslon

Il primo a parlarne in Italia è stato il più bravo di tutti, Daniele Raineri sul Foglio. In Siria la Russia avrebbe deciso di schierare l'unità super-speciale "Zaslon" (significa "schermo"): le informazioni sono riportate in un articolo uscito l'ultima settimana di settembre sulla rivista di intelligence migliore del mondo Jane's Intell Review (un breve estratto è qui, il resto è paywall).…

Cosa succede fra Renzi, Verdini e Alfano

Gaetano Quagliariello è un "individualista. Anche per questo non può più sopportare mortificazioni. E' inquieto, si appresta a uscire da Ncd". Così parla oggi a Panorama Nunzia De Girolamo che ha appena lasciato il partito capeggiato da Angelino Alfano per tornare in Forza Italia. Si rafforzano quindi le voci secondo cui tra i prossimi smottamenti del movimento alfaniano ci sarà…

"Perché credo". Agol presenta il libro di Monsignor Leuzzi

Giovedì 15 Ottobre alle 19.00 presso la Biblioteca Angelica Agol, in collaborazione con Formiche e La Scossa, presentano il nuovo libro di Monsignor Lorenzo Leuzzi: "Perché credo". All'evento moderato da Paolo Messa, prenderanno parte Anna Ascani, deputata del Pd, Annagrazia Calabria, deputata Forza Italia, Barbara Carfagna, giornalista Tg1 e Giovanni Lo Storto, DG Luiss.

Nazareno ter e diritti dei gay: lo strategico fattore “B” di Renzi

Tra il determinate e tempestivo appoggio di Forza Italia al Governo in Senato (la maggioranza rischiava di essere battuta) e l’accelerazione del Partito Democratico sulle coppie omosessuali sembra emergere la sempre verde strategia del “colpo la cerchio e l’altro alla botte” capace di assicurare al Presidente del Consiglio comunque e sempre il «banco» nella roulette russa della politica nostrana. Molti…

A Napoli chi contrasterà De Magistris?

Le città dove si vota per l’elezione dei sindaci nella prossima primavera iniziano a vivere le prime fibrillazioni, per scegliere i candidati alla carica di primo cittadino. I vari circoli o club si stanno organizzando, chi attraverso l’opaco e poco convincente strumento delle primarie chi con indicazione diretta, prerogativa certa dei notabili dei sodalizi in gioco. La partita non sarà…

Idea: una bella proroga per Expo. Ne parliamo?

Si sa bene che il B.I.E (Ufficio Internazionale delle Esposizioni) è contrario a priori a ogni proroga se non in casi eccezionali. Sappiamo anche che un'eventuale proroga comporterebbe la necessità di rifare in tempo reale centinaia e centinaia di contratti di lavoro. Ma detto questo ci permettiamo di insistere. Milano, il Comune, il perfetto coordinamento che la prefettura ha fatto…

Svetlana Alexievich, chi è il premio Nobel per la Letteratura 2015

Si chiama Svetlana Alexijevich la giornalista bielorussa premiata con il Nobel per la letteratura 2015. Nata a Stanislav - oggi Ivano-Frankivsk in Ucraina – è cresciuta in Bielorussia. Si è laureata in giornalismo all’Università di Minsk e ha lavorato la prima volta in una redazione in provincia di Brest. Per un po’ di tempo Alexijevich si è dedicata all'insegnamento, come…

Da #Truenumbers una soluzione per salvare il patrimonio artistico. Il video

#TRUENUMBERS-QUARTA PUNTATA - Arte, i numeri dell'abbandono from TrueNumbersTV on Vimeo. Nella quarta puntata di #Truenumbers il giornalista di Panorama Marco Cobianchi affronta il tema degli scarsi investimenti pubblici dello Stato per i fini culturali.

Caro Renzi, la detassazione del premio di produttività escluderà i dirigenti?

Il governo sembra intenzionato a ripristinare per il 2016 la detassazione del premio di produttività e questo è assolutamente positivo. Ma da quanto sappiamo, resterebbe un tetto che, per quanto alzato a 40mila euro lordi annui, escluderebbe dalla detassazione le retribuzioni dei quadri aziendali e dei dirigenti, cioè figure professionali certamente decisive ai fini dell’innovazione, competitività e produttività aziendale. Sono…

Sigonella, trent'anni dalla crisi

Intercettare il Boeing, catturare i terroristi e portarli negli Usa. Questo il piano americano per risolvere il caso dell’Achille Lauro, la nave da crociera italiana di cui un commando palestinese si era impossessato il 7 ottobre 1985, per attaccare la cittadina costiera israeliana di Ashdod. Quando il progetto fallì, i terroristi minacciarono di assassinare un passeggero ogni ora se Israele…

×

Iscriviti alla newsletter