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Sesto articolo di una serie di approfondimenti sul rischio professionale (il quarto è possibile leggerlo qui il quinto qui)

• È elevato, come in tutte le professioni, e come in tutte le attività liberali, a rischio di errore.

• È elevato, perché le aspettative dei pazienti sono cresciute.

• È elevato, perché condizionato da una serie di fattori e di condizioni,  si è trasformato: da fiduciale (contrattuale) ad extracontrattuale, perché c’è l’intermediazione della struttura.

L’arte medica si è trasformata da libera professione “singola, autonoma, diretta” a professione coinvolgente diverse figure (tecnici, infermieri professionali, amministrativi, medici). Da ciò una “responsabilità organizzativa oggettiva, in capo a tutti i medici, primari (alias Direttori di UOC) e non. Ma nel diritto italico non è prevista, per i professionisti, la responsabilità oggettiva, tipica invece delle imprese.

La diffusione del concetto di “responsabilità oggettiva” potrebbe fare grossi danni alla medicina, perché scaricherà sui medici responsabilità non loro, ma tipiche solo dei veri dirigenti.

Infatti la responsabilità professionale “tipica” è solo per “dolo” o per “colpa grave”.

Dolo, ossia un comportamento che porta a fatti lesivi voluti. Colpa, ossia un evento, anche non voluto, indotto da una inosservanza della norma prevista. Grave, perché l’evento era prevedibile.

Oggi, purtroppo, il rischio professionale può essere ampliato o ridotto. Lo si può ridurre solo attraverso la formazione, semplificando il rapporto medico-paziente e puntando sulla informazione e sul consenso, che vanno privilegiati e documentati.

Il medico ha precisi doveri professionali: aggiornamento, comportamenti idonei, strumenti di lavoro adeguati. Si tratta di doveri individuali, d’equipe e di struttura. Che implicano altrettanti diritti professionali, oggi largamente disattesi dalle ASL: l’aggiornamento, la formazione, un’organizzazione rispettosa degli standards europei. Ma diritti e doveri cozzano, spesso, tra loro… per motivi economici e per assenza di regole chiare.

La diligenza è un dovere e previene gli errori. La negligenza favorisce l’errore.

(6/continua)

Rischio professionale, quanto è elevato?

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