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Trattative interrotte all’Unione Industriali di Roma tra Alenia Aermacchi e i sindacati sulla cessione dello stabilimento di Capodichino ad Atitech. La controllata di Finmeccanica, respingendo le richieste sindacali, ha deciso infatti che dal prossimo primo giugno il passaggio del ramo d’azienda diventerà operativo. Una decisione che ha spinto i sindacati a programmare una serie di scioperi nei tre stabilimenti campani di Nola, Pomigliano e Capodichino, la scorsa settimana. «Non raggiungere un accordo significa perdere un’occasione. Ci sono ancora i tempi per evitare che ciò accada. A noi non resta che la protesta», ha sottolineato il segretario generale regionale Uilm, Giovanni Sgambati.

IL PERCHÉ DEL MANCATO ACCORDO

Come sottolinea il Sole 24 Ore, a spaccare il tavolo delle trattative sono state le ultime richieste di Fim, Fiom e Uilm: periodo di “attraversamento” dall’una all’altra azienda di 12 mesi e volontarietà dei passaggi. Una pretesa eccessiva a giudizio delle aziende che già avevano messo sul piatto il superamento della struttura sociale a newco (una srl invisa ai lavoratori), garanzie occupazionali per quattro anni, cinque anni senza cigo, mantenimento del premio di risultato, bonus di accompagnamento e continuità di rapporti con l’indotto.

LA GUERRA DI CIFRE SUGLI ADERENTI ALLO SCIOPERO

In questa situazione di caos, nei giorni scorsi si è scatenata una vera e propria guerra di cifre sulle adesioni allo sciopero all’Alenia proclamato dalla Fiom, secondo cui le adesioni sarebbero massicce mentre per Sgambati, nello stabilimento di Napoli Capodichino sarebbero stati solo trenta gli operai ad aver incrociato le braccia. Per il sindacato circa il 90% dei lavoratori di Nola e Pomigliano avrebbero aderito allo sciopero nei primi due turni di lavoro, mentre a Napoli le adesioni avrebbero raggiunto il 50%.

«Non sta a noi della Uilm valutare l’adesione allo sciopero di altri – ha dichiarato Giovanni Sgambati -. Quello che a noi risulta è che nello stabilimento dove è in corso la vertenza, cioè a Capodichino, hanno aderito alla protesta solo una trentina di lavoratori». «A Pomigliano – continua – sono tantissimi i lavoratori presenti in stabilimenti. Forse l’unica realtà dove ci sono state serie difficoltà è Nola dove però i picchetti sulla strada di accesso hanno reso complicato l’arrivo in fabbrica». «Questa decisione di scioperare in solitudine non rafforza le ragioni delle vertenze industriali in Campania. Anzi, le rende più deboli e anche il tavolo costituito su Finmeccanica in Regione Campania rischia di subire una battuta d’arresto», conclude il segretario generale  regionale Uilm.

I DATI SUGLI SCIOPERI FORNITI DA FINMECCANICA

Per Finmeccanica «le percentuali di adesione allo sciopero indetto dalla Fiom-Cgil negli stabilimenti campani di Alenia-Aermacchi evidenziano, rispetto ad astensioni precedenti, una flessione sia per il sito di Nola (33%), sia soprattutto per quello di Capodichino (circa 20%). In sostanziale continuità il dato relativo allo stabilimento di Pomigliano d’Arco (36%)».

LA VERSIONE DI FINMECCANICA

In una nota di Finmeccanica, a commento del mancato accordo sindacale, si legge che da Alenia Aermacchi e Atitech Manufacturing sarebbero giunte «significative garanzie e tutele a vantaggio dei lavoratori» in relazione al trasferimento del ramo d’azienda per il sito di Capodichino. «Il personale oggetto della cessione – spiega il comunicato – sarebbe innanzitutto passato alle dipendenze di Atitech dal prossimo 1° giugno in maniera progressiva, secondo le disponibilità individuali, e comunque entro e non oltre il 31 dicembre 2015. In tale arco temporale, i lavoratori coinvolti avrebbero operato, nella fase transitoria, in regime di distacco presso Atitech Manufacturing». «Quest’ultima – continua la nota – si sarebbe, tra l’altro, impegnata a mantenere, per il personale oggetto della cessione di ramo d’azienda, il contratto collettivo nazionale metalmeccanico, gli attuali livelli retributivi e a incrementare l’organico dal 1° gennaio 2016, in linea con il piano industriale». Atitech Manufacturing, si legge ancora nel comunicato, non farà ricorso «per la durata del piano (fino al 2020), alla Cassa integrazione per il personale oggetto della cessione e a garantire la continuità occupazionale per il personale dell’indotto attivo a Capodichino, compatibilmente con i volumi di attività e salvaguardando il principio della competitività».

Non solo. Atitech Manufacturing si sarebbe impegnata «ad aprire immediatamente un confronto, a livello locale, con Fim, Fiom e Uilm territoriali e la Rsu allo scopo di definire un premio di risultato per il 2016». Alenia Aermacchi ha confermato – si legge ancora – di «non voler ridurre la propria presenza nel settore delle aerostrutture ma di voler rendere tale comparto più competitivo ed efficiente e di voler mantenere anche in Campania gli investimenti, nell’ipotesi di sviluppo e lancio di un nuovo velivolo regionale turboprop».

Alenia Aermacchi ed Atitech Manufacturing avrebbero dichiarato di voler «stipulare, entro il 18 maggio prossimo, specifici contratti di fornitura impiegando il personale oggetto della cessione e Alenia Aermacchi si sarebbe a sua volta impegnata, per i due anni successivi alla cessazione di tali contratti, ad attivare un tavolo congiunto finalizzato alla verifica delle più adeguate risposte organizzative per la salvaguardia degli assetti occupazionali», conclude la nota.

Finmeccanica, ecco le baruffe sindacali su Alenia-Atitech

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