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Pubblichiamo un estratto della relazione tenuta da Giorgio Ambrogioni eletto presidente della Cida il 24 giugno

Il massimo del nostro impegno dovrà concentrarsi nelle attività di elaborazione, studio e ricerca e poi di comunicazione sociale ed istituzionale. E lo faremo esaltando al massimo le sinergie con le federazioni a livello di organi e strutture professionali.

In questo quadro auspichiamo che ogni livello della nostra organizzazione si concentri sulla propria mission specifica: il territorio nel supporto e nel rapporto diretto con gli iscritti; le federazioni nelle attivita’ negoziali, sul welfare contrattuale e sulle politiche di settore; la confederazione nei rapporti istituzionali e politici ed infine prioritalia nel suo ruolo di movimento di opinione di ispirazione manageriale ma capace di aprirsi ed arricchirsi con altre culture alto professionali.

Il nostro obiettivo centrale sarà quello di riaccreditare il sindacalismo confederale del management ai tavoli di un auspicabile e virtuoso dialogo sociale.

Se riusciremo in questo ricominceremo a creare valore per le federazioni e per la categoria: lo faremo dandoci un modello di governance più adeguato e funzionale, esaltando il ruolo del consiglio dei presidenti, focalizzando l’azione dei coordinamenti regionali verso obiettivi veramente strategici in termini di relazioni istituzionali.

Concentreremo i nostri obiettivi ai temi essenziali: la politica economica, il mercato del lavoro, il welfare, il fisco, l’education intesa in senso lato. ed in questo faremo tesoro dell’ unico patrimonio che abbiamo: i saperi, le competenze e le esperienze dei nostri rappresentati. li consulteremo, li chiameremo a collaborare, a sentirsi parte attiva di questo sfidante programma di lavoro.

Cercheremo di offrire al governo ed alla politica contributi, quanto più possibile autonomi ed originali, su tutti quei fattori che fanno competitività ed accrescono la capacità di attrarre gli investimenti, che fanno liberta’ di intraprendere.

Faremo proposte organiche in tema di fiscalità (senza l’avvio di una profonda revisione del sistema fiscale e del carico tributario sul lavoro e pensioni, che e’ intollerabile, e’ illusorio immaginare una ripresa dei consumi) e sul welfare previdenziale e sanitario.

Il primissimo ed urgente impegno lo avremo in campo previdenziale: vanno contrastati approcci ideologici, punitivi e strumentali ma, nel contempo, siamo chiamati ad elaborare una proposta organica per gestire responsabilmente i temi del disequilibrio demografico, dell’invecchiamento attivo e dell’equilibrio complessivo del sistema, opereremo perche’ si faccia definitiva chiarezza e distinzione tra previdenza ed assistenza. dimostreremo con ancora piu’ forza dove sono i veri privilegi.

Il nostro obiettivo di parte sociale deve essere la sostenibilita’ del welfare italiano, in termini di equita’ dei trattamenti, di efficienza dei servizi e di reale esigibilita’ del diritto fondamentale alla salute. tutto cio’ lo si puo’ realizzare solo in una moderna e nuova intesa tra pubblico e privato: nella Cida convivono esperienze e realta’ professionali in grado di consentirci di elaborare proposte organiche in tal senso.

Chiederemo più determinazione nei programmi di revisione e riduzione della spesa pubblica su cui, purtroppo, non si avverte nessun segno di inversione; chiederemo con forza una vera azione di contrasto alla evasione, alla elusione fiscale, alla corruzione ed al sommerso.

Solleciteremo vere liberalizzazioni e privatizzazioni di asset non strategici; vogliamo che il mercato venga liberato da rendite monopolistiche e da servizi ora pubblici che invece vanno aperti alla concorrenza, nell’interesse di tutti.

Chiederemo semplificazione amministrativa ed una scuola veramente in grado di offrire cultura e preparazione al mondo del lavoro: siamo pronti ad offrire proposte ed esperienze. valorizzeremo quanto alcune federazioni stanno già facendo a favore dei giovani operando in chiave assolutamente volontaristica.

Incalzeremo il governo affinche’ completi la riforma del mercato del lavoro con sistema efficace e coerente di politiche attive perche’ non e’ certo che con i sussidi che si danno le risposte che i giovani attendono. ed infine dovremo essere più presenti nei vari organismi europei..

Da organizzazione di rappresentanza fortemente europeista non possiamo dirci soddisfatti di questa europa cui manca l’anima ed il cuore: dovremo fare tutto quanto e nelle nostre possibilità affinché la dirigenza europea giochi un ruolo, rappresenti una voce forte e credibile, portatrice di idee di crescita e sviluppo.

Dobbiamo impegnarci, come espressione di parte significativa della classe dirigente del paese, perche’ l’Europa diventi quello che e’ stato immaginato da Altiero Spinelli, da De Gasperi, da Adenauer e dagli altri padri fondatori.

Rappresentiamo un’elite sociale e professionale: un’elite nel senso più nobile del termine. rappresentiamo larga parte di quella che considero essere la borghesia produttiva del nostro paese.

In un recente saggio Giuseppe De Rita ha parlato di scomparsa delle elite borghesi ed ha indicato questa scomparsa come una delle cause della crisi italiana sul piano identitario, valoriale e progettuale.

Se condividiamo questa analisi, allora il nostro compito è anche quello di dare voce a questa borghesia, di sollecitarla ad un nuovo protagonismo, ad un nuovo impegno sociale e civile.
il prossimo anno la Cida celebrera’ i propri 70 anni: li celebreremo esaltandone la storia e le radici ma anche dimostrando la nostra capacita’ di leggere il futuro, di saperlo e volerlo vivere da protagonisti.

welfare, sentenza, corte costituzionale

Ecco le mie priorità come presidente Cida

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