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Un giornalista della Reuters è andato nella città di Diffa, in Niger, dove ha assistito ad una riunione a cui insieme a 75 capi villaggio, politici e comandanti militari locali, hanno preso parte anche degli uomini delle Special Operations Forces americane. L’argomento del vertice era organizzare una difesa credibile contro gli attacchi di Boko Haram.

Il gruppo islamista nigeriano nel marzo 2015 s’è impegnato nella baya al Califfo Baghdadi, e da allora si è rinominato Provincia dell’Africa occidentale del Califfato. Da diversi mesi sta portando attacchi al di fuori della Nigeria verso i paesi confinanti, tanto che gli eserciti di Niger, Ciad e Camerun (e Nigeria) hanno lanciato un’offensiva congiunta contro il gruppo comandato da Abu Bakr Shekau. La Wilayat africana dell’IS è la più grande tra le province del Califfato, sia in termini di estensione territoriale che di uomini e capacità operativa. Boko Haram, saltato alle cronache mondiali per la vicenda del rapimento delle 200 studentesse liceali (quelle dell’hashtag virale poi sopito #BringBackOurGirls), è un gruppo terroristico corposo e radicato da svariati anni, che rappresenta il principale threat continentale africano.

In Africa sarebbero dispiegati 1000 elementi delle forze speciali americane, con compiti di addestramento delle forze locali, consulenza e talvolta operazioni da commandos: sono gestite da AfriCom, il centro di comando per l’Africa che si trova alle Kelly Barracks di Stoccarda e coordinate dal Jsoc di Fort Bragg.

Secondo quanto scritto da Warren Strobel, il giornalista dell’agenzia britannica, i soldati statunitensi a Diffa sarebbero una ventina (rafforzati in aprile, dopo le incursioni nigerine di Boko Haram in febbraio). Piccole unità che si muovono con estrema agilità: parte della nuova strategia di counterterrorism americana. Per il momento non ricoprono ruoli attivi ufficiali in battaglia, spesso non vestono divise (operazioni da commandos, si diceva) e stanno semplicemente coordinando la costruzione di un muro militare per proteggere la città (e il Niger). Non hanno detto per quanto durerà la loro presenza.

La provincia di Diffa, un territorio di duecento chilometri che si estende lungo il corso del fiume Kamadougou Yobe al confine nigeriano, è fin dal duemila territorio di reclutamento per Boko Haram. Per questo le forze speciali stanno anche collaborando con la no-profit Spirit of America (che ha assistito i militari anche in Iraq e Afghanistan nell’aiutare le popolazioni locali): l’obiettivo è portare avanti anche un programma civile, chiedendo ai giovani di costituirsi in gruppi di sicurezza e ai cittadini di segnalare alle autorità possibili movimenti di Boko Haram ─ oltre al reclutamento, il territorio ha fatto da quinta di protezione e rifornimento di materiali agli islamisti.

 

 

Forze speciali americane in Niger contro Boko Haram califfale

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