Skip to main content

Per quel che riguarda il settore unmanned, l’Estonia è sempre stato un Paese all’avanguardia. Da anni le start-up del Paese baltico hanno concentrato i loro sforzi sullo sviluppo e la produzione di questi apparecchi, per i quali si prevedevano applicazioni di carattere civile. Con lo scoppio del conflitto su larga scala in Ucraina, e l’ascesa del drone come strumento militare fondamentale nel warfare contemporaneo, il tessuto industriale estone si è rapidamente adeguato alle nuove esigenze delle forze armate nazionali e non solo.

Dal gennaio 2022 all’aprile 2024, l’Estonia è stata il secondo Paese (dopo la Danimarca) che ha fornito all’Ucraina più aiuti in proporzione al proprio prodotto interno lordo. E tra i vari tipi di armamenti ed equipaggiamenti forniti alle forze armate di Kyiv rientrano anche i droni prodotti da aziende estoni, come Krattworks e Milrem. Quest’ultima azienda aveva già iniziato a specializzarsi nella produzione di droni militari già prima dell’inizio della guerra in Ucraina: negli anni scorsi la società aveva avviato la produzione di veicoli robotici grandi circa la metà di un’automobile, di cui aveva sviluppato sia una versione commerciale civile che una versione prettamente militare, destinata ad aiutare i soldati a trasportare rifornimenti pesanti durante le marce. Questi sistemi erano stati impiegati sul campo all’interno delle operazioni antiterrorismo che vedevano coinvolta l’Estonia, come ad esempio quella in Mali.

E dal febbraio del 2022 l’azienda si è concentrata esclusivamente sulla dimensione bellica. “Una volta iniziata la guerra in Ucraina, abbiamo accantonato tutti i diversi sviluppi [commerciali]”, ha dichiarato Raul Rikk, direttore dello sviluppo delle capacità dell’azienda. Anche altri Paesi si sono appoggiati a Milrem: nel dicembre 2022 Berlino ha annunciato che avrebbe pagato per inviare in Ucraina quattoridici veicoli TheMIS per l’evacuazione di soldati feriti e lo sminamento prodotti dall’azienda estone. Rikk ha aggiunto anche che l’esercito ucraino ha iniziato da subito ad inviare all’azienda feedback molto dettagliati. “All’inizio, persino l’uomo che manovrava il drone inviava dei feedback”. Pur essendo in gran parte soddisfatti del veicolo, Rikk ha detto che gli operatori hanno anche richiesto modifiche per renderlo più compatibile con le caratteristiche della guerra moderna, come ad esempio una maggior protezione balistica, migliori capacità di operare in orario notturno o una maggiore resistenza al jamming

In cambio del supporto, le unità ucraine forniscono aiuto ai produttori di droni. Che adattano le proprie strutture produttive e i propri modelli, rendendoli pronti per l’impiego in eventuali futuri conflitti. Anche in territorio estone: un confine di più di duecento miglia separa l’Estonia dal gigante russo, le cui mire sul Paese baltico sono tutt’altro che velate. Sulla scia di quanto sta accadendo in Ucraina, disporre di un forte apparato di produzione domestica di sistemi unmanned è considerato un punto di forza da Tallin. Che guarda anche all’esportazione di tali sistemi.

Ma molte forze armate non sono ancora pronte a puntare sulla robotica: gli eserciti hanno ancora molto da decidere prima di iniziare a mettere in campo i numerosi veicoli autonomi visti in Ucraina, incorporandoli in modo efficace nella dottrina, nella logistica e nella manutenzione. E ci sono anche fattori economici da prendere in considerazione. “Tutti capiscono che non abbiamo bisogno di mandare persone sui campi di battaglia”, ha detto Rikk. “La domanda è: qual è il prossimo passo?”.

Fronte ucraino, droni estoni. Qual è il ruolo di Tallin nel conflitto

In seguito all’invasione russa, l’industria di droni estoni si è rivelata utilissima nel fornire materiale bellico alle truppe ucraine. Sfruttando le lezioni apprese per innovarsi in vista del futuro

Grandi banche ai saluti in Cina. Così il Dragone ha spaventato la finanza

Solo un anno fa i grandi banchieri americani tentavano l’approccio con Pechino. Ma a distanza di un anno è tempo di alzare bandiera bianca, l’economia cinese è troppo fragile per investire

Con Bardella al governo per Meloni non sarebbe una passeggiata. Valle spiega perché

La sinistra francese si sta sfaldando. A Mélenchon interessa di più essere il primo oppositore di Bardella piuttosto che appoggiare l’inquilino dell’Eliseo. Il Rn è riuscito ad accreditarsi come partito credibile, dando voce agli ultimi e tagliando i ponti col passato. Se ci sarà un governo Le Pen-Bardella, ci saranno nuovi problemi con l’Italia di Giorgia Meloni. Molto dipenderà da quello che farà la premier italiana in Europa. Colloquio con il saggista Marco Valle

Prospettiva Artico, sfide e strategie per la stabilità del Grande Nord

Di Michela Chioso

Si intitola “Prospettiva Artico, Nuove sfide per l’Intelligence” (Ed. Fondazione Margherita Hack, 2024) il saggio di Emanuela Somalvico, direttore dell’Osservatorio di Intelligence sull’Artico, nato su iniziativa della Società Italiana di Intelligence (Socint) e vicedirettore del Corso di Alta Formazione in Intelligence dell’Università Mediterranea. Un volume che esplora come il cambiamento climatico e gli scenari emergenti, in particolare il conflitto in Ucraina, abbiano innescato nuove tensioni tra gli Stati artici

La questione del servizio di leva riapre una faglia interna ad Israele

Di Francesco Spartà

Il 25 giugno la Corte suprema israeliana ha deciso all’unanimità l’arruolamento degli studenti ultraortodossi delle yeshiva, le scuole religiose, eliminando quindi l’esenzione dal servizio militare di cui beneficiavano. La decisione arriva in un contesto di forti tensioni non solo esterne, dovute alla guerra a Gaza, ma anche interne. E riaccende il duro dibattito sul futuro di Israele: Stato laico o teocratico?

Cosa prevede il nuovo Elenco nazionale sui beni dual-use

Dopo altri Stati Ue, l’Italia ha presentato la sua lista. Serve l’autorizzazione preventiva per l’esportazione, l’assistenza tecnica e l’intermediazione di prodotti come circuiti integrativi, silicio e computer quantistici

Terzo Plenum. Le sfide di Xi mentre il mondo osserva

Xi ha a che fare con la crisi della crescita, novità per una Cina che dopo Deng ha conosciuto solo sviluppo. I grandi temi economici saranno affrontati dal Terzo Plenum del Partito, ma per il leader va garantito il controllo e la sicurezza nazionale

Il futuro populista nelle parole di Steve Bannon è più concreto che mai

L’intervista di Bannon è un manifesto del movimento populista negli Usa e non solo. Con toni messianici e riferimenti concreti, alternati a toni surreali, l’ideologo “Maga” delinea un inevitabile perfezionamento della rivoluzione da lui propagandata

Tim chiude un'era e ne apre un'altra. La nuova vita senza rete

Il gruppo telefonico ha concluso una delle operazioni più importanti dai tempi della privatizzazione, fortemente voluta dal ceo Labriola. Ora con meno debito e più spazio di manovra, potrà concentrarsi sulle attività più vicine alla sua mission, forte anche del sostegno derivante dagli asset in Sudamerica. E anche la Borsa applaude

Bce e Fed tornano a capirsi. I dubbi di Lagarde (via Sintra)

Dal Forum in Portogallo il presidente della Bce fa capire alla sua maniera che la lotta all’inflazione non è affatto conclusa e che nuovi tagli non sono all’ordine del giorno. Rimettendosi così in scia alla Fed

×

Iscriviti alla newsletter