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In Italia la produzione industriale è salita più del previsto a marzo, di +0,4% m/m (dopo la volatilità registrata tra gennaio e febbraio: -0,7% e +0,7% m/m rispettivamente). È il quinto incremento congiunturale negli ultimi sei mesi. La variazione annua è tornata in territorio positivo, a +4,3% in termini grezzi e a +1,5% se corretta per gli effetti di calendario (marzo 2015 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso). In entrambi i casi si tratta di un massimo da agosto del 2011, ovvero dallo scoppio della crisi del debito.

I SETTORI CHE AVANZANO

Nel mese l’incremento è guidato dai beni di consumo (+1,4% m/m), e in particolare dai beni non durevoli (+2,2% m/m), visto che i durevoli sono scesi di -2,8% m/m. Gli altri raggruppamenti principali di industrie sono risultati poco variati (beni intermedi +0,3%, beni strumentali -0,2%, energia -0,1% m/m). L’incremento della produzione di beni di consumo segnala che le imprese stanno aggiustando la produzione alle attese di maggiore domanda da parte dei consumatori finali.

I COMPARTI CHE NON AVANZANO

Lo spaccato per settore di attività economica resta misto. Dei 13 settori manifatturieri, 7 risultano in progresso su base annua (dai 6 del mese precedente). Oltre ai mezzi di trasporto, che da mesi si segnalano tra i comparti più brillanti (+13,2%, con le auto che accelerano a +36,9%), da notare la prosecuzione del rimbalzo per i prodotti petroliferi raffinati (+15,9% a/a) e soprattutto per i farmaceutici (+22,2% a/a); quest’ultimo comparto, con un +9,2% m/m, spiega buona parte dell’incremento dell’output totale a marzo. In progresso tendenziale anche computer ed elettronica (+9,1% a/a). All’estremo opposto, restano in territorio negativo legno, carta e stampa (-5,9% a/a), le apparecchiature elettriche (-5,1% a/a) e il settore metallurgico (-5% a/a); in rosso anche il comparto-chiave della meccanica (-3,4% a/a). Al di fuori del manifatturiero, l’attività estrattiva si conferma come uno dei comparti più colpiti da crisi “strutturale” (-9,4% a/a), mentre prosegue il recupero per la fornitura di energia (+4,3% a/a).

IL CONFRONTO CON L’EUROPA

Da notare che l’aumento della produzione in Italia nel mese di marzo è avvenuto in controtendenza rispetto a Germania e Francia (-0,7% al netto delle costruzioni e -0,3% rispettivamente). L’output è cresciuto anche negli altri Paesi cosiddetti “periferici” (Spagna, Irlanda, Portogallo; non è ancora disponibile il dato sulla Grecia), a confermare che è in atto una sensibile riduzione dello “spread di crescita” tra membri “core” e periferici dell’area dell’euro.

LO SCENARIO

In sintesi, l’incremento fatto segnare dalla produzione industriale a marzo è importante perché segnala un trend positivo dopo la volatilità registrata nei primi due mesi dell’anno. Sebbene l’aumento sia in parte viziato dal settore farmaceutico, riteniamo che la ripresa sia coerente coi fondamentali e possa continuare ad aprile. L’output comincia finalmente a riflettere il deciso miglioramento della fiducia delle imprese nel settore e l’impatto positivo degli shock su energia e cambio (solo attenuati dai movimenti sui mercati finanziari delle ultime settimane).

La produzione industriale ha chiuso il 1° trimestre in progresso di 0,3% t/t: si tratta del secondo quarter consecutivo di crescita e di un massimo dal 2013. Il dato è coerente con un ritorno in territorio positivo del PIL a inizio anno. La crescita non sarà ancora brillante (0,1/0,2% t/t) ma il dato di produzione industriale conferma la nostra attesa per una accelerazione dell’attività economica già dal trimestre in corso.

produzione industriale

Chi traina la ripresina della produzione industriale

In Italia la produzione industriale è salita più del previsto a marzo, di +0,4% m/m (dopo la volatilità registrata tra gennaio e febbraio: -0,7% e +0,7% m/m rispettivamente). È il quinto incremento congiunturale negli ultimi sei mesi. La variazione annua è tornata in territorio positivo, a +4,3% in termini grezzi e a +1,5% se corretta per gli effetti di calendario…

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