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Oggi si vota. I have a dream, io ho un sogno: mi auguro che gli elettori, stanchi del veleno dell’antipolitica, del clima intimidatorio dominante, delle ‘’liste di proscrizione’’, del giustizialismo sommario, della violazione delle più elementari regole dello Stato di diritto, si rechino in massa alle urne per tracciare una croce a fianco del nome degli ‘’impresentabili’’.

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Che la presidente Rosy Bindi arrivi, poche ore prima delle elezioni, a rendere pubblica una ‘’lista di impresentabili’’ – peraltro non condivisa da un dibattito e da un voto della Commissione Antimafia – è un atto di una gravità inaudita. Ma è solo uno scandalo minor nel contesto di uno maior. I requisiti per esercitare il diritto di elettorato passivo sono previsti dalla Costituzione e dalle leggi. Come ha potuto una Commissione parlamentare, ancorché autorevole, permettersi di varare (pare all’unanimità) un codice di comportamento che assume ulteriori criteri per le candidature nelle liste, nei quali si assume, come verità rivelata, la linea di condotta delle procure, dal momento che è sufficiente che un pm abbia presentato ricorso, anche in presenza di una sentenza di assoluzione in primo grado, perché il caso continui ad essere ritenuto ‘’sospetto’’. Quando si commettono queste scivolate populistiche ‘’a monte’’ (da parte dei ‘’professionisti dell’antimafia’’, come li chiamava Leonardo Sciascia), non ha senso lamentarsi, poi,  dei guasti che l’applicazione del codice procura  ‘’a valle’’. Non si possono condividere i principi della Santa Inquisizione per  poi farsela sotto alla vista dei roghi.

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Quando avverrà che, per essere candidati, occorrerà dimostrare di essere ancora vergini?

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Certo, in un Paese che si autoproclama uno dei più corrotti al mondo, che si è inventato (per sentito dire) un budget di 60 miliardi l’anno a favore delle malversazioni, che persegue come reato quel clientelismo elettorale che è il ‘’ritratto di Dorian Gray’’ della democrazia e che esiste laddove, in ogni angolo del mondo, vi siano libere elezioni, che cosa altro possiamo aspettarci se non la Santa Inquisizione?

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In una lista in cui compaiono delle persone assolte in primo grado e addirittura una che non c’entrava nulla (tanto che il suo nome è stato subito cancellato, con tante scuse), non c’è da stupirsi che vi fosse incluso anche Vincenzo De Luca, il quale, in fondo, una condanna se l’è presa. Quale credibilità avrebbe avuto Rosy Bindi se avesse omesso di indicare tra gli ‘’impresentabili’’ anche il candidato del Pd alla Presidenza della Regione Campania? Ci vorrà pure del metodo nella follia!

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Il M5s e la Lega fanno notare che nelle loro liste non ci sono ‘’impresentabili’’. Per forza. Magari per motivi solo politici, i loro candidati ‘’impresentabili’’ lo sono dal primo all’ultimo.

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Vincenzo De Luca ha minacciato di querelare Rosy Bindi per diffamazione. E’ come se Silvio Berlusconi avesse querelato Ilda Boccassini, accusandola di abusare del suo potere per perseguire un obiettivo politico.

Bindi e De Luca, chi è impresentabile?

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