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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori, pubblichiamo l’articolo di Mauro Romano apparso su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Il punto fermo sull’abuso di diritto è finalmente arrivato con uno dei tre decreti legislativi di applicazione della Delega Fiscale, approvati ieri dal governo.

DOSSIER ELUSIONE

Nel provvedimento è stato ribadito il concetto base secondo cui l’elusione è una violazione amministrativa e non un reato penale, quindi comporta sanzioni ma non fa più rischiare il carcere, che scatterà invece in caso di frode fiscale, ma per sapere le novità su tutta la complessa partita bisognerà aspettare giugno, quando il governo varerà un’altra tranche di provvedimenti di attuazione della delega, con all’interno anche un decreto sulla materia più calda (i reati tributari) che ha già fatto saltare il timing previsto della riforma.

LE EVOLUZIONI

Come si ricorderà, un decreto complessivo era già stato discusso dal governo lo scorso dicembre ma poi era stato rinviato per approfondimenti dopo le polemiche sulla possibile estensione della soglia d’impunibilità (sotto il 3% del fatturato) alla vicenda Mediatrade, che ha portato alla condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale. «Dobbiamo completare il pacchetto che riguarda il sistema sanzionatorio nel suo complesso; non c’è assolutamente nessuna tensione su questa questione», ha precisato ieri il ministro dell’Economia spiegando perché la norma è stata espunta dal decreto.

LE MIRE DEI DECRETI

Il decreto mette comunque già alcuni punti fermi, mettendo fine a una situazione d’incertezza derivante dal fatto che la fattispecie penale si era andata via via definendo attraverso sentenze della Cassazione, mancando una precisa norma di legge. Il decreto definisce quindi le procedure di accertamento da parte dell’amministrazione, cui peraltro spetterà l’onere della prova sulla violazione (mentre al contribuente spetterà di dimostrare che dietro le modalità fiscali contestate l’unico fine non è quello di pagare meno imposte). In ogni caso, tra Agenzia delle Entrate e contribuente dovrà esserci un contraddittorio. Inoltre non potrà più scattare il raddoppio dei termini di accertamento se la notifica è stata consegnata oltre i tempi previsti (4 anni per dichiarazione infedele e 5 per omessa dichiarazione), elemento importantissimo per il successo della Voluntary disclosure.

LE ALTRE NOVITA’

Ancora, una novità importante per le imprese straniere che investono in Italia (oltre la soglia dei 30 milioni) è la possibilità di ricorrere a un interpello preventivo per avere la certezza sui futuri oneri fiscali. Nel pacchetto approvato ieri poi figurano anche altri due decreti: uno sulla fiscalità internazionale (che serve per chiarire i controversi aspetti della tassazione delle società italiane che operano all’estero e di quelle estere che agiscono in Italia) e un altro sulla fatturazione elettronica, che apre anche ai privati e gratuitamente la piattaforma prevista per la pubblica amministrazione.

LA FATTURAZIONE ELETTRONICA

La fattura elettronica sarà facoltativa per i privati, ma chi sceglierà questo modello avrà dei vantaggi, a patto che sia garantita la tracciabilità delle transazioni. Infine ieri c’è stata una tornata di audizioni parlamentari sul Def, con Bankitalia e Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) che hanno sollevato perplessità sul cosiddetto tesoretto da 1,6 miliardi: «Sembra prematuro» pensare di utilizzare questi denari «reputandoli già acquisiti» ha detto il presidente dell’Up, Giuseppe Pisauro. Mentre Bankitalia ha richiesto esplicitamente che venga usato «per accelerare il riequilibrio della finanza pubblica». Padoan da canto suo ha risposto dicendo che non sono state ancora prese decisioni e che «accolgo volentieri le esortazioni alla prudenza, dovremo valutare l’effettiva esistenza delle risorse».

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